Capitolo 51

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Frederik

Passano i minuti e Martina smette di muoversi. Sento che si rilassa con il passare del tempo e mi rilasso anch'io. Si sistema meglio tra le mie gambe e lentamente appoggia la sua schiena sul mio petto. Allento la presa lascio che si posizioni come vuole, ma non smetto di abbracciarla. Ho come la sensazione che potrebbe andarsene in un qualsiasi momento. Prende la mia mano sinistra e ci passa delicatamente una mano sopra. I graffi bruciano a contatto con l'acqua calda ma riesco a trascurarli.

-cos'hai combinato per ridurti così?-

-ho preso a pugni dei sacchi da boxe, mi sembra ovvio-

Restiamo in silenzio. Io non ho niente da dirle o non cosa dirle. Dovrei dire qualcosa?

Il tempo passa e il silenzio sembra più forte, più opprimente, più sbagliato. E' la prima volta che provo una cosa del genere. Il mio cuore vuole consolarla, rassicurarla, non farla mai andare via. Ma non so cosa fare, tutto quello che ho detto finora l'ha fatta solo allontanare, tutte le cose che ho fatto per lei l'hanno spaventata e si è chiusa a riccio. Davvero non possiamo essere felici? Era tutta un'illusione? Quei pochi momenti passati senza ignorarci e senza litigare o insultarci resteranno dei ricordi indelebili nella mia mente, dei promemoria di cosa non possiamo essere. La prima volta che ho pronunciato le parole "ti amo" erano rivolte a lei, ma erano prive di significato. Non lo pensavo veramente, ho pensato che avrebbe abbassato la guardia e infatti è andato come previsto. Ora ho paura di pronunciarle davvero, ho paura che saranno vuote anche questa volta. Cos'è l'amore? In vita mia non l'ho mai provato e nessuno me lo ha insegnato. La prima cosa che ho imparato è stato il rispetto, verso chi era più forte di me e la totale sottomissione. Quando sono diventato forte a mia volta ho rivendicato lo stesso trattamento dagli altri. Per tutta la vita non ho pensato ad altro, forza e potere erano le uniche cose che contavano.

Ora la cosa che conta più di tutte è questa ragazza tra le mie braccia. Non si è piegata dove altri lo avrebbero fatto e non si è arresa dove altri si sarebbero arresi. Mi viene in mente la porta del mio ufficio piena delle incisioni scritte da Martina. "Delusione" scritta in grande al centro. Io l'ho delusa? E' la prima persona che potrei aver deluso in tutta la mia vita fino ad adesso e non so nemmeno il motivo. Non la voglio lasciare andare, è come un'emozione primordiale: Lei è mia e solo mia. La rinchiuderei in una stanza se necessario a farla rimanere al mio fianco, non mi interessa se non le va bene o se mi odia, brucerei il mondo per averla e se la morte prova a portarmela via io morirò con lei nella speranza di ritrovarla nell'aldilà. Non che credi a queste cazzate ovviamente.

-stavo mentendo...prima quando ho detto quelle cose-

La mia attenzione è totalmente rivolta alle sue parole. Sembrano sincere, aspetto che aggiunga altro ma passano minuti di silenzio.

-non è vero che mi importa solo il tuo corpo e le tue attenzioni, ti amo e mi sento al sicuro con te. Volevo solo farti soffrire quanto tu hai fatto soffrire me. E ci sono riuscita-

Scommetto che ora sta sorridendo mentre passa le sue dita delicate sulle mie mani ferite. La abbraccio forte e incastro la testa nel suo collo. Sono sollevato di aver udito queste parole, posso esserlo? Merito di sentirmi così?

-questo non cambia che non voglio vivere qui ovviamente-

Resto in silenzio a gustarmi le sue parole dolci con il miele, "ti amo" ha detto. Suona bene detto da lei. Suonerebbe altrettanto bene detto da me?

-Frederik-

Mi solleva leggermente lo sguardo e incastra i suoi occhi nei miei.

-se anche tu mi ami dovresti lasciarmi essere chi sono, dovresti farmi vivere in un posto che mi piace, dove posso essere libera-

"Ti amo" "Ti amo" "Ti amo" "Ti amo" "Ti amo" "Ti amo" "Ti amo" "Ti amo" "Ti amo" le sue parole non vogliono lasciare la mia mente e non voglio che la lascino. "Ti amo" vorrei dirle anch'io. In questo momento mi sono reso conto di una cosa. Io farei di tutto per lei, per risentire quelle parole uscire dalle sue labbra, per possedere il suo amore per me.

-dove vorresti vivere?-

Il suo volto si illumina e il suo sorriso risveglia la mia voglia di averla, di reclamarla ancora una volta come mia.

-in montagna, al mare ovunque basta lontano dalle persone. Dove posso camminare per ore e non incontrare nessuno, dove posso tenere dei cavalli e altri animali-

-esigente la ragazza-

Sorrido e la bacio, un bacio lento e dolce. Dolce come lei.

-A prescindere ti avrei tenuta lontana dalle persone-

Lei sorride e non posso più trattenermi. La bacio di nuovo e lei si gira verso di me avvolgendo le braccia intorno al mio collo. Inizia lei a muoversi più velocemente e io prendo subito il controllo.

Inizio a toglierle i vestiti che aderiscono perfettamente al suo corpo. Inizio a esplorare il suo corpo che ormai conosco a memoria, le cicatrici sulla schiena più ruvide al tatto fanno tornare a galla la rabbia per quello che le hanno fatto. A lei non sembra importare più di tanto ma a me sì. Hanno rovinato la splendida pelle che aveva lasciando segni che nessuno al mondo dovrebbe portare, ma al diavolo il mondo lei non dovrebbe portare segni del genere.

Allontano la testa dalla sua e la guardo un attimo. Gli occhi pieni di vita, le labbra lucide per i baci e piegate verso l'alto, il corpo nudo solo per me. Non mi stancherei mai di guardarla. Ma ora voglio renderla ancora più felice.

-la tua famiglia è viva-

Il sorriso scompare e mi guarda con occhi diffidenti. Non pensavo avrebbe reagito in questo modo.

-erano sotto la mia protezione da quando ho scoperto chi eri, quando Badalamenti ha provato a ucciderli i miei uomini glielo hanno impedito-

-perché non me lo hai detto subito?-

Le lacrime le scendono sulle guance e non si cura di asciugarle così lo faccio io.

-non sono pronto a condividerti con qualcuno-

-ma è la mia famiglia!-

-a me non importa chi sia, non sopporto vederti lontana da me o vederti sorridere con qualcuno che non sia io-

Lei è mia e solo miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora