Secondo appuntamento

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Contrariamente alle aspettative, Max sopravvisse all'appuntamento. Non si sarebbe mai aspettato che "Crudelia", come l'avevano soprannominata, avrebbe trovato nel suo videogioco preferito, una distrazione dalla sua collera. Era così concentrata a eliminare e uccidere quei soldati sullo schermo, che per una buona mezz'ora si trattenne dal minacciare il padrone di casa per la farina che ancora portava addosso. Poi, tutta in una volta, quella tregua finì. Si tolse il sorriso dalla faccia, rimise il controller sul divano, si alzò dando ancora due manate al suo abbigliamento e, afferrando la sua borsa, attraversò lo spazio che la separava dalla porta.

«Beh, Cucciolo, la pausa è finita. Al dolce ci penso io, non ringraziarmi. Ah, un'ultima cosa: io e te non abbiamo mai socializzato. Adios.»

Con queste parole, si chiuse la porta alle spalle e Max non poté fare altro che rimanere a fissarla.

Si diede dell'idiota perché avrebbe voluto trattenerla, dirle di restare ancora, almeno un altro po' e invece non aveva avuto la prontezza di riflessi per farlo. Non aveva mai passato del tempo con qualcuno che non fossero i suoi colleghi in ufficio o i suoi compagni di gioco virtuali, figuriamoci con una donna e per di più così bella. Pensava che lo avrebbe preso in giro per i suoi videogiochi, invece, contro ogni aspettativa, ci si era messa addirittura a giocare. Questo gli aveva evitato di morire o di farsi distruggere la casa e in più, lui l'aveva vista, quella vena competitiva e soddisfatta che le si era dipinta in viso.

Mentre ripuliva la cucina da quel mare polveroso, Max rifletteva sui pensieri che gli frullavano in testa. Non aveva dubbi sul fatto che si sarebbe ricordata del dolce. Sperò solo che non le venisse in mente di strafare, perché non sarebbe stato credibile... ma ce l'avrebbe vista bene entrare nello studio con una torta a piani. Perché Emily era senza dubbio una donna che amava vincere. Sempre.

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Sorseggiando il suo amato caffè, la dottoressa Carter osservava il cielo dalla finestra del suo studio. All'orizzonte si stagliavano delle enormi nuvole nere e nell'aria si percepiva una strana elettricità, preannunciando l'arrivo di un grosso temporale.

«Brutto eh? Le previsioni di oggi parlavano di forti perturbazioni.»La voce di Nicole comparve alle sue spalle con le solite cartelle in mano.

«I temporali sono come la vita: imprevedibili. Ma spesso portano con sé qualcosa di bello. E cosa c'è di più bello dell'uscire subito dopo, con l'odore della pioggia sull'erba bagnata ad ammirare l'arcobaleno?»
Sorrise, ottimista come sempre.

Mentre si chiedeva come fosse andata la settimana ai componenti del prossimo appuntamento, la dottoressa Carter sapeva che avrebbe presto scoperto tutto ed era davvero curiosa.

Olivia fu la prima ad arrivare, seguita da Ava che teneva tra le mani un grazioso porta torta lilla. Max entrò poco dopo, salutando timidamente con la mano, e Charlie arrivò una manciata di minuti dopo, di corsa e affannato.

«Che c'è, non vedevi l'ora di arrivare?» La bonaria presa in giro di Ava lo fece sorridere.

«No. Ma non prendo l'ascensore quando c'è un tempo così, piuttosto mi faccio venti piani a piedi», indicò con la mano fuori dalla finestra.

Più passavano i minuti e più il cielo diventava nero. I tuoni che prima erano in lontananza, adesso cominciavano a farsi sentire minacciosi.

Emily ancora non si vedeva arrivare e, anche se nessuno lo disse, pensarono che avesse deciso di non presentarsi. Un boato sembrò squarciare l'universo. Pochi secondi dopo, mancò la corrente e si ritrovarono a guardarsi illuminati dalla fredda luce del neon di emergenza.

«Che spettacolo, madre natura!»
La Carter trovò anche stavolta qualcosa da ammirare. Niente riusciva a scalfire la sua visione ottimista delle cose.

Ridere per guarire - disavventure terapeutiche Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora