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Athena sbadigliò con gli occhi ancora socchiusi, trascinandosi davanti al cancello di casa Kaulitz. Il primo giorno di secondo superiore, dopo tre mesi di meritate vacanze, era un trauma per la mora.

Erano secoli che non si svegliava più a quell'ora.

Suonò svogliatamente il campanello, badando appena al grosso cane a macchie che sonnecchiava giusto un metro da lei. Scotty la vedeva passare di lì da anni, ormai. Le prime volte le aveva abbaiato contro senza ritegno, ma ora a mala pena si degnava di concederle uno sguardo. Athena aveva il sospetto che quel cane fosse geloso. Oh, sì, tremendamente geloso.

E il bello era che da quando l'aveva scoperto, alla mora stava pure simpatico. Era la prova vivente del fatto che Tom passasse tutto il suo tempo solo ed esclusivamente con lei.

Sorrise tra sé e, quando il cancello le fu aperto da un assonnato Tom, entrò nel piccolo cortile e andò incontro al cane, accarezzandolo teneramente sulla nuca.

«Buongiorno, Scotty!» esclamò.

L'animale socchiuse gli occhietti scuri e annusò l'aria, riconoscendo la proprietaria di quell'odore, e dopo aver arricciato il naso nel constatare di essere accarezzato dalla sua acerrima nemica, si abbandonò alle sue carezze sbuffando di tanto in tanto di piacere.

«Vi siete coalizzati a mia insaputa?» domandò Tom quando fu davanti ai due, con un sorrisetto sbilenco.

Athena continuò ad accarezzare Scotty, sorridendo, e lui aprì gli occhi abbaiando un saluto al suo padroncino.

«Buongiorno anche a te, Scott» rispose il rasta con dolcezza, per poi abbassarsi all'altezza di Athena per posarle un lungo bacio sulla guancia.

La ragazza chiuse gli occhi a quel contatto e lasciò sfuggire un leggero sospiro. Tom lo faceva sempre e lei lo adorava. Lo faceva con una dolcezza assurda, che le faceva contorcere lo stomaco di piacere.

«Ehi» soffiò il ragazzo sul suo viso. «Neanche mi saluti?» domandò falsamente offeso, sotto lo sguardo severo di Scotty.

Athena sorrise e scosse un poco la testa, divertita, lasciando un bacetto innocente sul capo del cane, che la guardò strabico, grugnì e poi nascose gli occhietti sotto le zampette sporche di terra.

Tom rise di fronte alla scena.

«Ma sei davvero sicura che Scott sia geloso di me e non di te?» domandò divertito il ragazzo, facendo ridere anche lei.

«Nah. Ha solo bisogno di attenzioni»  rispose tranquillamente. «Che tu non gli dai» aggiunse, voltandosi finalmente verso il suo migliore amico.

Forse non avrebbe mai dovuto farlo.

Il sorriso le morì sulle labbra, quando il viso di Tom le si presentò davanti.

Aveva delle profonde occhiaie, che gli conferivano un'aria stanca. Gli occhi erano rossi e un poco gonfi, come se avesse passato l'intera nottata a piangere. La pelle delle guance era pallida come la luna, senza lo stesso splendore di sempre.

Ma era la luce dei suoi occhi che la faceva spaventare. Non c'era.

I suoi occhi non brillavano come al solito, quella mattina. Erano spenti. Vuoti.

«Che c'è?» domandò il ragazzo, accigliandosi, notando come la ragazza lo stava fissando.

Athena sporse una mano e la poggiò sulla sua guancia, stranamente troppo gelida, e lo guardò apprensiva.

𝘌 𝘴𝘦 𝘷𝘰𝘭𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘶𝘯 𝘣𝘢𝘤𝘪𝘰? -Tom Kaulitz-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora