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Vomito, pianto e solitudine: un vero concentrato di sfiga.

Era solo questo Tom, in quel momento: un povero martire ancorato sul marciapiede fuori dalla discoteca, che si tiene una testa che pare pesare tre tonnellate. Tre tonnellate di bugie, già.

Quando poi i ricordi non avevano nulla da fare che tormentarlo, riversava il nulla che aveva nello stomaco sull'asfalto, morendo di schifo. Per se stesso. Perché era proprio un cretino, e non aveva scuse.

«Sei ridotto male, eh?»

Tom si era voltato furioso verso la voce, che veniva da un angolo buio, e aveva ringhiato un 'Vaffanculo' davvero eloquente, tant'è che quello si era sentito in dovere di mimare uno 'Scusa'.

Tom non l'aveva nemmeno guardato in faccia ed era tornato a fissare l'asfalto, con la più stizzita delle espressioni.

«Sei ubriaco?» domandò il biondo, e Tom scollò un infastidito "No". «Certo che ti ricordavo un pochino più socievole»

E a quel punto, Tom lo degnò della sua attenzione, sgranando gli occhi appena lo riconobbe.

«Adam...?»

«Sono proprio io, amico.» rispose questi, accendendosi una sigaretta e mettendosi a fumare appoggiato al muro.

Tom gli lanciò un'occhiataccia e Adam alzò gli occhi al cielo.

«Non siamo amici, sì»

Il moro sospirò tremulo e poggiò la testa contro il muro, cercando di non tremare troppo per il freddo.

«Non hai un bell'aspetto» esordì dopo quasi un minuto l'altro.

«Grazie per avermelo fatto sapere» borbottò Tom.

Adam sorrise. «Era per dire che sembri un pochino stravolto, Tom»

«Magari ho appena vomitato?» ribatté acidamente il ragazzo.

«Ti sto proprio sul cazzo, eh?»

«Potrei dire lo stesso di te»

«Non più di tanto»

Tom inarcò un sopracciglio. Il biondo lo ignorò.

«Cosa ci fai tutto solo, piuttosto?»

Tom sobbalzò appena.

«Un po' di cazzi tuoi?»

«Se n'è andata, vero, Tom?»

Il ragazzo non riuscì a rispondere e Adam sorrise amaro. «Vaffanculo a te. Sei una vera testa di cazzo» affermò questi.

Tom strinse i pugni. Uno di essi sanguinava di un dolore senza fine.

«Non so di chi stai parlando» la sua voce era fredda come il ghiaccio.

Adam rise amaramente, per poi puntare gli occhi neri di rabbia addosso a lui.

«Hai ragione, Tom: mi stai proprio sul cazzo. Mi sta sul cazzo tutto di te, a partire dalla tua incoerenza. Io odio tutto di te. E sai cosa più del resto? Che me l'hai portata via e non sei nemmeno stato in grado di tenertela stretta!»

E a quel punto, Tom non ci aveva visto davvero più.

La febbre, i capogiri, la rabbia repressa.

Adam lo avrebbe perdonato se l'avesse usato come capro espiatorio. E anche se non l'avesse fatto, il pugno l'avrebbe ricevuto lo stesso.

Perché era stanco. Perché era solo.

Solo, che il pugno era sembrata più una carezza. Solo, che il ringhio furioso si era tramutato in un grido muto d'aiuto.

𝘌 𝘴𝘦 𝘷𝘰𝘭𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘶𝘯 𝘣𝘢𝘤𝘪𝘰? -Tom Kaulitz-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora