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«Non ti ho detto una cosa, Athe» L'aria colpevole del ragazzo la turbò. «Ma prima di dirti cosa, vorrei che rispondessi sinceramente ad una domanda»

Athena lo guardò confusa, poggiata profumata e pulita al suo petto.

Dopo aver fatto l'amore erano rimasti ore a respirarsi solo addosso. Athena aveva pianto. Tom l'aveva consolata con dolcezza, e quando il sole era sparito all'orizzonte, l'aveva portata nella doccia e l'aveva insaponata lui stesso.

Piano. Con quella delicatezza innata che faceva tremare Athena come una foglia.

Con la schiuma l'aveva toccata, sfregando la schiena, passando sul grembo, sul collo, tra i seni e tra le gambe.

La ragazza, aveva finito per imitarlo: con le guance tinte di rosso l'aveva toccato ovunque a sua volta; dove non aveva potuto facendo l'amore.

Si erano guardati negli occhi quasi tutto il tempo. Senza malizia e senza secondi fini. Si erano toccati solo per toccarsi, per sentire che l'altro c'era; si erano lavati assieme solo per lavarsi, per ricordare che si erano sporcati tenendosi per mano.

Aveva ragione Tom: erano dentro in due.

«Cosa?» domandò cauta la ragazza.

«Se noi due fossimo fratelli... scapperesti da me?»

Athena non rispose subito. «Cosa ti fa pensare che non lo siamo?» domandò invece.

«Avresti fatto l'amore con me, altrimenti? Anche tu non ci credi»

La mora rimase in silenzio a riflettere. «No» rispose quindi.

«No, cosa? No, non mi lasceresti, o no, non avresti fatto l'amore con me?»

«No, non ti lascerei»

«Perché?»

«Perché dovrei lasciarti?»

«Per lo stesso motivo per il quale sei tornata a Loitsche»

Athena sospirò piano, tra le sue braccia, e si beò delle leggere carezze che Tom le faceva con il pollice sul dorso della mano intrecciata alla sua.

«Non è uguale» esalò solo.

«Cosa?»

«Non poterti avere perché non mi vuoi, e non poterti avere perché non possiamo. Non è lo stesso, Tom»

Tom socchiuse le labbra per dire qualcosa, ma le richiuse, stringendo i denti e stringendo forte la sua mano.

«È peggio» disse. «Ecco la differenza»

«No, non lo è» sussurrò Athena, e Tom si rese conto che la sua voce tremava. «Non lo è...» ripeté flebile il corpicino appoggiato al suo.

«Athe...?»

I capelli le coprivano il viso, ma Tom sapeva che stava piangendo. Lo capiva dai suoi respiri affrettati e silenziosissimi; lo capiva dal petto che si alzava e abbassava troppo veloce; dalla stretta ferrea con cui gli stava praticamente stritolando la mano.

«Athe...»

«No, niente 'Athe'» affermò risoluta, alzando il viso e asciugandosi con il dorso della mano libera le lacrime. Si voltò verso di lui e lo guardò prima piena di convinzione e poi con tanta, tanta dolcezza.

Tom sentì l'amaro in bocca.

«Saresti la mia nuova famiglia»

I suoi occhi si velarono nuovamente e altra acqua scivolò sulle labbra stirate in un timido sorriso di Athena.

𝘌 𝘴𝘦 𝘷𝘰𝘭𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘶𝘯 𝘣𝘢𝘤𝘪𝘰? -Tom Kaulitz-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora