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Fai l'amore con me.

Nei suoi sogni, Tom lo diceva spesso.

Glielo sussurrava nell'orecchio, proprio come in quel momento. Poi, non ricevendo risposta, le carezzava dolcemente il viso e la guardava negli occhi; con quello sguardo nocciola che la penetrava fino in fondo all'anima.

E lei si sentiva nuda ancora prima di essersi spogliata.

Nei suoi sogni, Tom lo diceva piano.

Lo ripeteva sussurrando sulle sue labbra, e Athena si lasciava guidare da una musica incantevole dalla melodia dolce e incantatrice.

I suoi sogni finivano nel momento esatto in cui la mano di Tom si intrecciava alla sua e, per un solo istante, lui si staccava dalle sue labbra, con lo sguardo più triste dell'universo.

Scusa, diceva; poi tutto spariva.

E lei si ritrovava sola, gli occhi sgranati e lucidi. Poi piangeva. Perché si sentiva tanto stupida, e tanto illusa; perché nemmeno nei sogni riusciva ad averlo davvero.

Forse fu per questo che quando sentì quelle parole i suoi occhi si riempirono di lacrime; fu per questo, che le venne quasi voglia di scansarsi dal tocco bruciante di Tom sulla pelle.

Non rispose alla richiesta del ragazzo. Non disse niente. Rimase solo con gli occhi sgranati a fissare un punto di fronte a lei, mentre Tom si aggrappava al suo corpo con maggiore disperazione.

C'era sempre il silenzio, tra di loro. Quello che non riuscivano a spezzare, quello pesante delle incomprensioni. C'erano mesi di silenzio arretrati. Segreti che strisciavano attraverso il tempo da molti più anni di quanto loro due potessero anche solo immaginare.

Athena sentì il ragazzo annusarla dolcemente e non poté evitare di arrossire, abbassando lo sguardo verso il pavimento, e stringendo una mano su quelle di Tom poggiate sul suo grembo.

«Ti prego...»

Un brivido la percorse da capo a piedi, mentre le labbra di Tom sfioravano dolcemente il suo orecchio.

Le sembrò quasi di compiere un'impresa titanica, quando schiuse le labbra e mormorò quel "Perché?" praticamente incomprensibile.

Sentì le labbra di Tom stirarsi in un leggero sorriso accanto al suo orecchio e fece per voltarsi almeno un poco, per vederlo in faccia, quando lui lo sussurrò.

«Perché ti amo, Athe. E il resto non riesce più a contare niente»

Athena sentì il suo stomaco contorcersi in una morsa così maledettamente piacevole, che dovette tenersi forte alle braccia di Tom per non lasciarsi andare: le gambe divennero gelatina; davanti a lei tutto prese ad essere una macchia indistinta e a girare.

«So che non ho nessun diritto su di te. So che potresti sbattermi fuori da questa casa a calci. So che è il momento meno opportuno e... meno tutto. Però ti amo. E l'ho scoperto solo ora. Perché sono proprio un cretino: dovevo essere a posto con me stesso, prima di poter anche solo osare di toccare te. Perché hai sempre avuto ragione: nella vita non ti salva nessuno; però tu mi hai sempre aspettato.»

La ragazza si rese conto di aver trattenuto il respiro solo quando un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra, e si ritrovò a boccheggiare priva d'aria.

Tom fece scorrere piano le mani sul corpo di Athena, procurandole i brividi, e lentamente, la voltò verso di sé staccandosi un poco.

«E se fossi io a volerlo il bacio, ora?»

Athena si mordeva un labbro e grondava di lacrime: stava piangendo proprio come una bambina. Tom la guardò con tenerezza e le posò i pollici sotto gli occhi, portando infine, le mani attorno al suo viso.

𝘌 𝘴𝘦 𝘷𝘰𝘭𝘦𝘴𝘴𝘪 𝘶𝘯 𝘣𝘢𝘤𝘪𝘰? -Tom Kaulitz-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora