Hotel al Limone {ShinKami}

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Il letto era fatto e pronto, le coperte ed i cuscini in più ordinati e sistemati al centro per esser disposti al meglio.
Tutto era perfetto, tutto era pulito, ordinato, immacolato...
Se non fosse stato per un piccolo dettaglio... Non era per lui.

Quel letto rifatto e sistemato alla perfezione per le esigenze di un Omega non ne avrebbe mai ospitato uno proprio e Shinso lo sapeva.
Era perfettamente conscio che nella sua vita un Omega non vi sarebbe mai entrato, che mai qualcuno avrebbe avuto il coraggio di stare al suo fianco. Eppure faceva ogni giorno lavori in quell'hotel per gli Omega. Sistemava loro le stanze come più preferivano, andava nei negozi a procurare quel che chiedevano e se necessario profumava le stanze col suo aroma alla lavanda e uva fragola per alietare i dolori del calore di alcuni ospiti.
Nessun Omega mai sarebbe stato attratto dai suoi feromoni, nessun Omega avrebbe mai stuzzicato il suo olfatto per andare a letto con loro... Shinso era un Alpha a metà.
Sulle carte risultava come un senza genere secondario, una mutazione data forse dalle eccessive droghe assunte dalla madre mentre era ancora un feto il suo secondo genere si era sviluppato in qualcosa di nuovo e sconosciuto al mondo.
Poteva percepire gli aromi come un Alpha, ma non esserne assuefatto come fosse un Beta che ne percepiva note lontanissime, poteva emanare forti feromoni come un Alpha, ma nessuno sarebbe caduto ai suoi piedi.

I medici avevano nominato questo suo nuovo genere Il Gene a Metà per non usare titoli offensivi come Mezzo Alpha oppure Scherzo della Natura.
Hitoshi si era visto sbalzare da uno studio medico a un altro sino alla sua maggiore età dove aveva scelto di fare un lavoro che avrebbe potuto aiutare chi poteva grazie alla sua particolarità ed era finito in quell'hotel accessibile solo agli Omega con uno staff di solo Beta e poi lui.
In quattro anni di servizio in quelle mura aveva visto di tutto... semplici Omega che volevano godersi qualche giorno di relax, alcuni gravidi che si rivolgevano a loro per trovare il conforto della compagnia di altri Omega come la natura comandava, altri che si rifugiavano da loro durante il calore perché spaventati dal restare soli in casa in certe condizioni, sino a Omega terrorizzati da compagni violenti o che avevano subito abusi che si rifugiavano da loro in disperata ricerca di aiuto.
Quanti Omega aveva stretto a sé per consolarli e calmarli? Per quanti altri si era messo di fronte a loro a braccia aperte per difenderli da un alpha violento che voleva seguirli dentro per continuare le atrocità? Troppe...
E per tutti questi motivi Hitoshi sapeva che mai un Omega sarebbe stato con lui, non era capace di stuzzicare il loro secondo genere e aveva visto troppe atrocità verso quelle povere persone.

Hitoshi sistemò una decorazione della stanza e con un sospiro uscì chiudendo la porta a chiave con un tumulto di pensieri negativi per la testa.
Odiava quelle giornate grige che lo incupivano portandolo a pensare negativo, ma non poteva gestire il meteo sfortunatamente.
A passi pesanti si diresse alla reception pronto a scortare ed aiutare qualche nuovo cliente salutando cordialmente gli ospiti che trovava lungo i corridoi, ma presto il suo passo fu interrotto.
A pochi metti dalla sua meta, di fronte alle ampie porte scorrevoli, vi era un ragazzo, un ragazzo della sua età che tremava stretto in una semplice camicia di Jeans troppo leggera per le rigide temperature esterne e dei pantaloncini. Non aveva altro se non quei pochi indumenti e spettinati capelli biondi, quasi gialli.
Tremava stringendosi su se stesso osservando la hole della struttura spaesato e spaventato facendo saettare gli occhi dorati i ogni dove sino a fermarsi su Hitoshi a cui si era gelato il sangue nelle vene.
《Aiuto...》

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