Una lettera dietro l'altra arrivano a comporre una frase che mi accompagnerà tutta la vita e come una ferita mai guarita continuerà a tormentarmi.
Nasco nel 1992 in una famiglia medio borghese, figlia unica conduco una vita dove sono la bambolina di mamma e papà e devo essere e diventare perfetta. La perfezione in quella casa era una regola non un'opzione nonostante, solo diventata adulta, mi sono resa conto che di perfezione, quel trio che eravamo, non aveva nemmeno la parvenza.
Mia madre, una donna priva di personalità che per tutta la vita e ancora oggi vive all'ombra di un uomo senza cuore, ignaro di cosa siano la sensibilità e le emozioni positive. Se penso a loro riesco solo a provare emozioni negative e rabbia non tanto per quello che hanno fatto ma per come hanno deciso di manipolare la mia esistenza.
Ho sempre pensato che avrei tanto desiderato un padre come Socrate che con il suo "so di non sapere" era consapevole e dunque desideroso della conoscenza. Accade ancora oggi che, se chiedo a mio padre (che poi è tutto tranne che un padre) di cosa soffro dice con aria solenne che sono un'inetta e mi devo dare una svegliata.
Ecco qua, quando si parla di crescere in un'ambiente invalidante basta immaginare una suntuosa villa in pietra con mobili in marmo, un camino sempre acceso, tendaggi chilometrici in seta e velluto, quadri da collezione appesi ovunque e tra le mura tutto tranne che l'amore. Ho imparato il concetto di famiglia creandomene una e provando un sentimento viscerale per un uomo che ha tutto quello che io non potevo neanche immaginare potesse coesistere in una sola persona.
La mia infanzia e la mia adolescenza hanno avuto un solo live motive: sei maleducata e non hai capito. Era un continuo ripetere queste frasi senza una logica apparente. Stavamo male tutti. Mia madre depressa e svogliata di tutto, mio padre viscido e ignorante e io fragile e incredula. Quante volte dopo essermi messa nel letto sotto la cameretta a ponte mi chiedevo perché i miei fossero così, me lo chiedevo spesso e la risposta era sempre la stessa. Arrivavo alla conclusione che io ero sbagliata, io non ero alla loro altezza perché non capivo. Ma cosa diavolo c'era sempre da capire? Quando sei una bambina vuoi solo far felici i tuoi genitori e sentirti sempre sbagliata ti logora dentro. Venivo perennemente presa a schiaffi da mio padre.
-Hai risposto male alla nonna. Vai in camera-, ricordo che quando diceva così io andavo nella loro camera, mi mettevo nel letto e sapevo che lui, mio padre, sarebbe arrivato, si sarebbe sfilato la cintura bordeaux pitonata e me l'avrebbe data su schiena e sedere. Quanta sofferenza.
Oggi lo scrivo con un ribrezzo fortissimo e a dire il vero questo sentimento lo provo per lui ma anche per quella che doveva essere una mamma ma che invece era solo una sempliciotta senza cuore.
Solo con gli anni e con i dovuti terapeuti ho capito che l'essere vissuta in un'ambiente così malsano ha fatto sì che io mi sentissi sempre inadeguata, colpevole di tutte le cose che accadevano e dunque proprio in quegli anni, dove ognuno di noi getta le basi per la propria personalità, quei due bastardi hanno piantato accuratamente le radici del mio disturbo di personalità borderline.
Oggi giorno se qualcuno mi dice "non hai capito", le gambe mi tremano e mi vorrei accasciare al suolo. Sto lontana da coloro che vogliono il controllo, mi fanno paura e allo stesso tempo schifo ma soprattutto mi ricordano che sono venuta al mondo per far emergere la mente malata di due individui che nella vita avrebbero dovuto fare tutto eccetto i genitori.
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COME STAI_La mia storia
Mystery / ThrillerCome stai è il racconto autobiografico di una donna che lotta contro un mostro che nessuno vede né sente. Quella donna sono io, trentuno anni e un mondo di emozioni che fanno a pugni nella mia testa. Perché "Come stai", perché è l'unica domanda all...