L'AUTOLESIONISMO

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-Perché hai le braccia fasciate? –

Parla, purtroppo la gente parla.

L'autolesionismo è il farsi male per lenire il dolore. Una contraddizione? No assolutamente. Arriva un momento in cui la mente è esausta della lotta che sta combattendo, non regge più il ritmo, fa male, troppo male e in me inizia a farsi spazio la malsana idea che se sentissi male fisico, almeno per un istante, mi allontanerei dal mostro e così il desiderio di distruggere i tessuti del mio corpo diventa realtà. Deriva da uno strazio emotivo, da rabbia bagnata da lacrime, sensi di colpa misti a ricordi penosi. L'autolesionismo ad oggi mi permettere di convivere con la mia pena.

Imprimo sul corpo le emozioni che non domino e non contengo più.

Il dolore emotivo è così impalpabile, forte e dilaniante che imprimendolo sulla pelle o trasferirlo all'esterno mi fa credere di allontanarlo ma la realtà è che quello che ho dentro non lo allontano con una bruciatura. Lo faccio tacere solo per un attimo e in quell'attimo non mi sento più una borderline in balia del mio stato emotivo ma riesco ad illudermi che sono io a decidere per me.

La verità invece è tutt'altra. La verità è che è ancora lui, il mostro, che ha deciso di farsi vedere, di mostrare la sua potenza e vuole farsi un giro anche fuori e non solo dentro di me.

Sono crisi, attimi lunghissimi che fermano il tempo e lasciano poi un segno indelebile.

È buio attorno a me, mi guardo attorno per individuare se c'è qualcun altro in casa e oltre a me, non c'è nessuno. Ho male dentro, fa male tutto, vorrei dormire ma non ho gocce di En a portata e non posso tradire la promessa che ho fatto a Cristian, così accendo una sigaretta o un bastoncino in legno di incenso e guardo inerme la mia pelle sfregiarsi. Me lo merito, io sono questa, sono una persona che non ha nulla da esternare se non il vuoto che sente. Brucia, si fa la cenere sul braccio, sento che è giusto così, fa nulla se fa male, anzi, finalmente sento male ad una parte del corpo e non solo tra le costole e nelle viscere.

Termina la crisi e io torno in contatto con l'ambiente che mi circonda e capisco che sono sempre io, lei, lei ed io. A quel punto vorrei scappare, prendere un treno e lasciarmi tutto alle spalle ma scappo da chi? Da cosa? Da me. Impossibile. Non si scappa da sé stessi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 20 ⏰

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