4. Essere un Rivera

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Hope Rivera

Stavamo facendo colazione, Dafne era una vera e propria pasticcera, la migliore colf del mondo! Ero fortunata ad averla, era come una seconda mamma per me. Quando era entrata a far parte della nostra famiglia, avevo solo pochi mesi!

I suoi pancake erano spaziali, i migliori d'America, specialmente con aggiunta di sciroppo d'acero e frutta fresca, peccato solo che quella dolcissima colazione, non riuscì a calmare i miei nervi a fior di pelle.

Fissai Ray con rabbia feroce, mentre faceva colazione come se nulla fosse. Stava gustando un caffè macchiato e una fetta di pane fatto in casa con spalmato sopra uno strato spesso di burro di arachidi.

E scoppiai, inevitabilmente.  

"Ho fatto delle ricerche questa notte..." esordii, senza nemmeno guardarlo negli occhi. "Volevo farti una sorpresa cercando il tuo vero cognome, tanto non riuscivo a dormire...e invece, sei stato tu a fare la sorpresa a me." sottolineai, dura, severa.

Ray si bloccò all'istante, smise di sorseggiare il suo caffè e persino di addentare la sua fetta di pane. Così, mi obbligai a sollevare lo sguardo per immergerlo nei suoi occhi azzurri, così frequenti tra i membri della nostra famiglia!

Erano il cuore pulsante di un oceano pieno di mistero. 

Profondi, tormentati, segreti, pieni di increspature...come quelle meravigliose pagliuzze bianche attorno alla pupille, candide come la neve, ma al tempo stesso aggressive come onde del mare contro la battigia. 

"Che sorpresa ti avrei fatto?" 

Lo guardai come se la cosa fosse ovvia da capire: "Tu sei un Rivera, Ray, e lo sai benissimo. Sei figlio di Max e Joy Rivera, i predecessori di Oliver e Jeremy Frost alla Rivera Engineering. Hai una sorella minore di cui hai perso le tracce, vero, mentre tu sei stato accolto e cresciuto dai Fox, in Canada. In molti non sanno chi tu sia davvero, e soprattutto che sei ancora vivo, incluso Oliver Frost, ma non mio padre. Quando ti ha assunto sapeva esattamente chi fossi..."

Mi guardò con allarme, le sue pupille si allargarono inghiottendo quasi totalmente le due gocce d'oceano, da cui mi stavo facendo totalmente incantare. Sarei potuta annegarci dentro, eppure continuando a respirare. 

"Non parli più? Mi hai mentito, perché?" pretesi di sapere, curiosa. 

A quel punto, lui chiuse gli occhi per un istante, chinando il capo, prima di riaprirli e mettere una mano sulla mia, che spostai prontamente.

Lui rimase colpito dalla mia reazione, i suoi occhi m'implorano di capire le sue ragioni. 

"Non capisco come tu abbia fatto a scoprirlo, ma sì, Rivera è il mio vero cognome. Come il tuo. Ci dividono intere generazioni, ma non è questo quello che conta. Adesso finalmente sai perché odio i Frost e di cosa sono convinto che abbiano fatto per stare al posto dei miei genitori."

Scossi la testa, delusa: "Sono solo arrabbiata, invece. Tu mi hai mentito, presa in giro! Sei qui alla Rivera Enterprise, solo per tenere d'occhio da vicino la persona di cui ti vuoi vendicare, Ray! Io e te siamo amici, perché nascondermi una verità del genere?"

A quel punto, si alzò dallo sgabello, eravamo seduti fino a quel momento attorno all'isola della mia cucina: "E cosa ci sarebbe di sbagliato, Hope? Eh? Frost ha trucidato la mia famiglia, a causa sua mia sorella è stata adottata chissà da chi, io stesso sono stato quasi strangolato a morte da uno dei suoi sgherri, mentre viaggiavo verso il Canada con Joseph Fox..." e mi mostrò la sua cicatrice al collo. "Mi sono salvato per puro miracolo, e da quel momento mi sono giurato che gliel'avrei fatta pagare cara. Oliver ha distrutto il mio mondo, la mia famiglia, il mio futuro, tradendo i miei genitori, tentando di ammazzare un bambino e privando una bambina della sua mamma e del suo papà, cosa faresti tu al posto mio?"

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