10. Imprevisti

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*Buonasera*

Da questo punto, la storia prenderà una piega inaspettata, questo colpo di scena spero tanto vi piaccia. Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate! 

Al prossimo capitolo, 

Un bacione grandissimo


*****

Ray Rivera


"Non dovresti stare a riposo, Hope? Il medico non ha raccomandato altro!" dissi, vedendo Hope armeggiare nella mia cucina. Petto di pollo, avocado, limone, fette di pane integrale...che aveva in mente di fare? Guacamole?

"Ho una fame tremenda! E non mi andava di disturbare la tua governante!" disse, mentre gesticolava con il braccio sano, l'altro era stretto al petto per il tutore che le bloccava ogni movimento della spalla ferita.

Era pallida, aveva ancora occhiaie evidenti e violacee sotto gli occhi, ma stava decisamente meglio. Questo mi confortava, se non altro.

"Levati!" dissi, fulminandola con un'occhiataccia. "Tu devi riposare! E non sai cucinare nemmeno un uovo fritto, faccio io!"

"Carino! Grazie!" rispose risentita, andandosi a sedere su uno sgabello all'isola della cucina. "Cosa mi cucinerai di buono? Io stavo tentando di preparare un ottimo guacamole, e...avevo intenzione di fare un po' di macedonia con panna, per dessert!"

"Minestrone..." sentenziai.

Fece una strana espressione, delusa, mentre tagliuzzavo le carote, le cipolle, il sedano, che avevo precedentemente prelevato dal mio frigo. Mettendo da parte avocando e petto di pollo!

"Sei ancora arrabbiato con me, vero? Sono giorni che mi parli a monosillabi e che non ascolti nemmeno quel che dico, né tantomeno assecondi quel che cucino..." riprese, desiderosa di capire cosa mi stesse frullando per la testa.

Sospirai, non distogliendo lo sguardo dal tagliere.

"Hope, sai bene come la penso. Non saresti dovuta venire qui, ok? Tutto questo non sarebbe successo. La tua spalla sarebbe ancora tutta intera, e..."

"Non avrei avuto nuovamente il mio amico con me!" proseguì lei, convinta, con gli occhi azzurri che le brillavano come due stelle nel firmamento. Non ero riuscito a non posare gli occhi sulla sua figura seduta davanti a me, con un generoso scollo a V che...

Beh...

"Voglio dire, avrei evitato volentieri un proiettile." aggiustò lei, subito, ma sono contenta che tu abbia deciso di non abbandonarmi di nuovo e di ospitarci in casa tua, almeno fino a quando non mi sarò ristabilita del tutto."

Infilai tutte le verdure che avevo tagliuzzato in una pentola già posta sul piano ad induzione.

"Non ti ho mai abbandonata, Hope. La verità è che con la mia assenza pensavo di proteggerti di più, ma mi sbagliavo, evidentemente stanno accadendo troppe cose che vanno oltre il mio controllo, io...sono confuso! So solo che dobbiamo guardarci le spalle, a vicenda. Non ti lascerò più, è una promessa, ma non sono sicuro che i tuoi genitori siano d'accordo dopo quanto ti è accaduto. Mi hanno chiamato ieri sera, mi hanno fatto una bella e buona ramanzina. Ti ho messa in pericolo, non avrei dovuto! Avrei preferito io prendermi quel proiettile, credimi..."

"Saresti morto! Ti ho salvato la vita! Sta' sereno, ok? Ai miei genitori ci penso io. Stavano per tornare, ma oggi in videochiamata ho chiesto loro di rimanere in Europa e di continuare ad occuparsi della loro nuova attività. Sono adulta, e posso cavarmela da sola. E poi, non capiterà più quel che c'è stato tra noi, abbiamo altre priorità a cui pensare, no? Faremo in modo di non distrarci più, di mantenere le distanze, qui nessuno vuole incasinarsi la vita ancora di più."

Sbuffai, scuotendo il capo.

"Pensi che sia facile ignorare ciò che si prova? Non sono come te! Per ciò che provo, sono sceso ad un'infinità di compromessi, io..." sospirai affranto, scuotendo il capo ancora una volta. "Lascia perdere, ok? La verità è che più cerco di tenere il controllo, più lo perdo..."

Lei cercò un contatto con me, ritrassi la mano.

"Agiremo insieme, la conferenza stampa è stata un successo. Ricordi? Quella è stata un'idea di entrambi, quindi vuol dire che insieme siamo più forti che separati, funzioniamo..."

"Ma siamo anche più fragili..." sottolineai, roteando gli occhi.

Distolse lo sguardo da me e abbassò il capo: "Io...devo dirti una cosa, a proposito del discorso che mi hai detto su Oliver."

"Cosa?" indagai subito, curioso.

"Devi però giurarmi di non dirlo a nessuno, perché..."

"Ragazzi!" sbottò Kim, irrompendo nella cucina e facendoci sussultare entrambi.

"Che ti prendere, Kim? Sei impazzita? Mi hai fatto prendere un colpo!" la riproverò la sorella, portandosi una mano sul cuore.

"Cosa sta' succedendo! Dio, mio! È su tutti i notiziari! Ray! Prima mia sorella ti salva la vita da morte certa, e ora questo..."

"Cosa?" domandai allarmato.

Kim era scioccata, spalancando le braccia: "Non lo sai, davvero? Hanno trovato Oliver Frost morto in casa sua! Molti pensano ad un infarto, ma la polizia sospetta che si tratti di omicidio!" rivelò subito, senza tanti giri di parole.

Sbiancai, lasciando perdere la preparazione del minestrone. Per una svista la lama del coltello che avevo in mano scivolò e procurò un taglio al mio dito anulare.

"Ray!" chiamò Hope, preoccupata.

"St...sto bene." farfugliai, sconvolto. Circondai il dito ferito con un cerotto che prelevai da un cassetto della cucina. Tenevo sempre qualche cerotto e disinfettante a portata di mano in cucina.

Qualcuno bussò alla porta. E andai ad aprire sotto gli occhi sgranati di Hope e Kim.

Era la polizia... 

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