23. Uno

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*Buongiorno*

Con questo piccolo, breve, epilogo, si conclude questa storia <3 che ha accompagnato una fase molto importante, delicata e significativa della mia vita...

Non so se sono riuscita a dare il mio massimo come trama e scrittura, sicuramente avrei potuto fare di più, di meglio, ma ciò che conta è ciò che sono riuscita a fare, e ne sono comunque grata. Perché ogni volta che concludo una storia ne sono orgogliosa...

Nostalgica, ma contenta. 

Hope e Ray resteranno sempre nel mio cuore, così come spero nel vostro, ma adesso è giusto che si godano il loro lieto fine. 

E, come molte di voi avranno già capito, ho pensato a un'altra storia...che accompagnerà una nuova fase della mia vita, e spero possa farvi compagnia e staccare un po' dalla realtà <3 

Sì, i gemelli Rivera avranno una loro storia <3 sempre indipendente da tutte le altre della famiglia Rivera, quindi le dinamiche saranno totalmente nuove, e chiunque potrà approcciarsi alla lettura senza necessariamente aver letto tutte le storie dei Rivera ( che ormai pare essere diventata una saga , ahahahaha) la storia dei gemelli sarà connessa alle storie precedenti SOLO per cognome e ovviamente ambientazioni, ma nient'altro davvero...

Quindi, tenete d'occhio il mio profilo...non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate,

Spero che continuerete a seguirmi.

Grazie per ogni vostro commento, ogni vostro sostegno, appoggio, ogni vostra stellina, e visualizzazione <3 siete meravigliosi <3

Alla prossima,

Un Bacione grandissimo. 



Hope Rivera

Lo guardavo dormire.

Ray Rivera era meraviglioso, una calamita per i miei occhi.

Non l'avevo mai visto così sereno, e questo mi alleggeriva il cuore. Il suo volto era così rilassato e disteso, i suoi capelli leggermente disordinati, i suoi occhi celati dalle palpebre dalle lunghe ciglia, mentre le sue mani erano attorno al mio corpo.

Dentro di me, nel frattempo, i miei due piccoli gemelli scalciavano tanto. A quanto sembrava non vedevano l'ora di venire al mondo.

Ero pronta a diventare mamma ufficialmente, manca poco, lo sentivo.

Avrei stretto la nostra eredità, la mia e quella di Ray, con amore e costanza molto presto. Perché erano questo questi due bimbi, erano loro che un giorno avrebbero tenuto in mano tutto, inclusa la mia vita.

La Rivera Empire aveva preso forma, il sogno dei miei genitori e quello dei genitori di Ray si era concretizzato grazie al nostro amore e lavoro.

Adesso, il Palazzo di Vetro e il Palazzo di Tormalina erano collegati, connessi da un ponte sospeso a mezz'aria, che collegava i due grattacieli, come fosse un arcobaleno.

Quel ponte era d'acciaio e vetro, splendeva sotto i raggi di sole di quel giorno, ed era un'opera d'arte di eccellente livello ingegneristico e architettonico, diventato un'attrattiva e meta turistica della nostra città, creava ombra sulla strada sottostante, sempre in preda al traffico cittadino.

E potevamo dire con orgoglio che questa parte della città, ormai, era conosciuta come quartiere Rivera.

Il nostro business andava alla grande, funzionava a gonfie vele...e avevamo già investito in altri e svariati progetti, come scuole e ospedali in territori colpiti dalla guerra, dalla fame e dalla povertà, donando aiuti ad attività in crisi, costruendo orfanotrofi e offrendo un posto e una casa alle donne in difficoltà.

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