8. Questioni di cuore

189 22 9
                                    

*Buon giovedì*

Nuovo capitolo, che spero possa lasciarvi con il fiato sospeso...ehehehe, accadranno molte cose in stile Rivera <3 capirete solo leggendo <3 grazie per essere qui, non smetterò mai di dirvelo, perché senza di voi, non ci sarebbero Ray e Hope, questo è sicuro. Vi voglio bene, 

Al prossimo capitolo, 

Un bacione grandissimo

*****

Hope Rivera

Un mese senza Ray Rivera.

Com'era stato? Terribile! Dovevo ammetterlo.

Mi mancava tanto il mio...amico!

Di giorno, mentre ero a lavoro, e di notte...a casa, mi mancava sempre, in ogni momento della giornata.

Era come se avessi un fastidiosissimo bruciore al centro esatto del cuore, una sensazione bruttissima, che poteva essere descritta solo con un termine, abbandono! E non riuscivo a farmelo scivolare a dosso.

Natale e Capodanno? Trascorsi a cercare di contattarlo, convincerlo a tornare, ma senza avere alcun successo. Avevo provato ad inviargli messaggi, ai quali lui non aveva mai risposto, né tantomeno aveva visualizzato.

Ero senza possibilità di fargli cambiare idea, ecco il succo della questione.

Non rispondeva nemmeno alle mie chiamate, non s'era più presentato a lavoro dopo la nostra ultima discussione, aveva deciso di recuperare tutte le ferie che aveva in arretrato, e aveva sciolto il nostro fidanzamento.

I giornali di gossip non la smettevano di parlare di noi, insinuando una terza persona tra noi, la mancanza di requisiti per stare insieme, dato le nostre comuni origini, ed io...non ne potevo più. Stavo per dare di matto!

Entrai nel suo ufficio, adiacente al mio, come ogni mattina...e questa volta, non mi limitai a respirare il suo profumo di more e mirtilli, mi avvicinai alla sua scrivania ed iniziai a curiosare un po' ovunque.

Che fine aveva fatto? Cosa stava facendo in questo momento? Sapevo soltanto che le cose alla Rivera Engineering stavano peggiorando. Oliver Frost era stato vittima di un'aggressione la mattina di Capodanno, che per poco non l'aveva spedito in ospedale... mentre i membri del suo CDA stavano iniziando a remargli contro.

La presenza di Ray Rivera, figlio del precedente Presidente, Max Rivera, assassinato ingiustamente assieme alla moglie, era palpabile nell'impresa, ormai.

Scrutai qualche foto che aveva sulla scrivania, in portaritratti di legno...e riconobbi molte facce. Suo padre, sua madre...e una bambina, che lui stesso teneva in braccio. Quella bambina era appena nata...

Kimberly.

Mi portai una mano alla bocca.

Per un attimo mi chiesi se l'investigatore che aveva ingaggiato per ritrovare sua sorella avesse fatto progressi.

Deglutii vistosamente, aprendo qualche cassetto della sua scrivania di legno e acciaio. Trovai penne, matite temperate alla perfezione, qualche fascicolo di lavoro...e un indirizzo su una fattura emessa da qualche mese. C'era il suo indirizzo di abitazione.

Mi morsi le labbra, forse non avrei dovuto, ma il mio istinto prevalse. Recuperai le chiavi della Mercedes che mi aveva regalato poco prima di sparire, e annunciando alla mia segreteria di cancellare ogni mio impegno previsto per quella mattina, andai verso i garage sotterranei del Palazzo di Vetro.

Una volta dentro il mio suv, impostai il navigatore, e mi avventurai per le strade affollate e trafficate della città.

Non ero mai stata a casa sua, prima di questo momento non sapevo nemmeno dove abitasse, ma quando mi ritrovai davanti un enorme grattacielo, capii che non poteva abitare altrove se non in un meraviglioso superattico, con ingresso ad uso privato.

Conosci il mio cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora