"Tanto non mi prendi!!" Esclamai ridendo mentre correvo lungo la riva del lago.
"Io non ci scommetterei." Disse Zayn rincorrendomi. E infatti dopo nemmeno due minuti le sue braccia mi avvolsero i fianchi e cominciarono a solleticarmi, provocandomi altre risate.
"Zayn! Zayn!" Riuscii ad urlare tra le lacrime. Non avevo mai riso così tanto. Lui sorrise e allentò la presa.
"Cosa mi dai in cambio?" Chiese senza lasciarmi andare. Finsi di pensarci su.
"Mm.. Un bacio?" Lui sorrise.
"Forse posso accontentarmi." Risi prima di unire le mie labbra alle sue.
La nostra era una coppia strana, o almeno questo era quello che dicevano gli altri.
Stare con Zayn non era per niente strano, anche se lo conoscevo da due mesi o poco più. Era come se io e lui fossimo stati creati per incontrarci, perché stare con lui mi riusciva del tutto naturale. Niente segreti, anche se c'erano ancora molte cose che io non sapevo di lui e lui non sapeva di me. Niente cose forzate, tutto ciò che facevamo era perché entrambi lo volevamo. Niente gesti smielati, perché se c'era una cosa che entrambi odiavamo era la dolcezza smisurata, quella della serie 'tesoruccio' e 'amorino'. Eppure io e lui ci amavamo. Di questo ne ero sicura perché più si avvicinava la fine dell'estate, più sentivo una strana sensazione all'altezza del petto. La consapevolezza che una volta fuori dal campo estivo avrei perso una delle cose più importanti della mia vita.
"Zayn!" Sbuffai sentendo la vocina stridula di Kaitilyn chiamare il MIO ragazzo.
"Che vuoi?" Risposi al posto suo.
"Non è te che ho chiamato." Rispose facendomi una radiografia. Ah, ovviamente Kaitilyn ci provava spudoratamente e costantemente con lui dall'inizio dell'estate.
"Comunque, stasera ci vieni in spiaggia?" Continuò rivolta al moro. Lui annuì.
"Grande! Meraviglioso! Magnifico! Mi vieni a prendere tu o..?"
"Punto primo, non c'è bisogno che ti venga a prendere, dato che viviamo tutti nello stesso posto. Punto secondo, il fatto che ci venga non implica che sia con te. Punto terzo, se non te ne fossi accorta noi eravamo impegnati." La interruppi di nuovo. Zayn sollevò un angolo delle labbra aprendosi in un sorriso beffardo. Kaitilyn sbuffò.
"Come sei noiosa Corwell! E poi lui voleva andarci con me. No?" Chiese di nuovo al mio ragazzo. Lui sempre guardandomi con quel sorrisetto scosse la testa.
"Mi dispiace, ma stasera sono già impegnato."
"Ohw.. E domani?"
"Anche."
"Dopodomani?"
"Pure."
"E tra tre giorni?"
"Senti tesoro, forse non hai capito che per te sarà impegnato anche tra cent'anni, quindi perché non te ne vai a rimorchiare qualcun altro e ci lasci in pace?" Dissi spazientita.
"E va bene!" Esclamò lei con una smorfia indignata, prima di fare un occhiolino a Zayn e sparire. Battei nervosa il piede per terra.
"E tu levati quel sorriso dalla faccia, mi stizza."
"Sei gelosa?" Mi chiese in risposta.
"Cosa? NO!"
"Secondo me si.."
"Andiamo Zayn, ti sembro una tipa gelosa? No, non lo sono. Sono solo infastidita perché ci ha interrotti!" Lui scosse la testa.
"Non ci credo."
"Ed io che parlo a fare?!" Esclamai.
"Puoi parlare quanto vuoi, tanto lo so che lo eri." Sussurrò avvicinandosi.
"Come se ti dispiacesse." Mi arresi a quella vicinanza.
"E chi ha mai detto il contrario?" Sorrise prima di baciarmi.
Mezz'ora dopo eravamo ancora sulla riva di quel lago, immersi in uno dei nostri momenti più magici. Ero seduta sulle sue gambe, con la schiena che combaciava perfettamente con il suo petto. Non l'avrei mai ammesso, ma erano quegli attimi che mi piacevano di più. Quelli in cui parlavamo di noi. Quelli in cui parlavamo della nostra vita fuori dal campo. Bhe, la mia non era proprio vita. La sua, invece, l'avrei ascoltata per ore. Sarei rimasta lì anche per sempre a sentire la sua voce calda sussurrarmi qualcosa della sua famiglia. Era come se qualcuno mi stesse raccontando una di quelle favole che ti travolgono, che ti fanno immaginare di essere la protagonista, che ti portano in un mondo a parte. Perché io una famiglia come la sua non l'avevo mai avuta. L'avevo desiderata, solo Dio sa quante volte, ma non l'avevo mai avuta. L'unica persona più vicina alla parola 'famiglia' era mia nonna, che però non abitava a Londra come me.
"Perché sei qui? Non credo che una ragazza come te si sia iscritta ad un campo estivo di sua volontà.." Disse Zayn accarezzandomi le punte dei capelli.
"Una ragazza come me?"
"Si."
"Che intendi esattamente con 'una ragazza come te'?"
"Non cambiare discorso Ellie." Sospirai.
"Mi ci ha spedita mia madre con un amorevole 'vaffanculo'."
"Non mi hai mai parlato di lei.. Vivete insieme?" Annuii.
"Si. Ma più che vivere, io e lei ci scanniamo. Se restiamo nella stessa stanza da sole per più di un minuto, stai certo che, nel migliore dei casi, ci scambiamo insulti pesanti."
"Da quanto va avanti così?"
"Da sempre. Lei non mi ha mai sopportato. Ma prima c'era mio padre con me. E quando c'è qualcun altro con noi lei si trattiene, sempre. Cerca di sembrare una brava madre, quella che non è mai stata. Poi appena siamo sole non si fa problemi a dire che per lei dovrei morire. Ormai non mi dispiace neanche più. Ci sono abituata."
"E tuo padre?" Alzai le spalle mentre lui scendeva dai capelli al braccio.
"E' morto cinque anni fa." Risi sprezzante.
"Lei mi disse che aveva fatto un incidente. Ma ciò che era successo non è esattamente ciò che io chiamerei incidente."
"Perché ti ha spedito qui?" Chiese intuendo che non volessi parlare di mio padre.
"Ah bhe.. Chiedilo a lei. Mi ha detto che faccio fin troppo schifo per poter rimanere a casa sua. Quindi un giorno, quando sono tornata da scuola ho trovato un borsone enorme nell'ingresso. Inutile dire che abbiamo litigato. Lei mi ha mandato a quel paese ed io mi sono ritrovata qui." Conclusi.
"Mi dispiace. Non saprei se definirla una fortuna o meno." Disse lasciandomi un bacio sul collo.
"Oh, lo è." Confermai sorridendo. Lui guardò l'ora dal display del cellulare, prima di darmi un ultimo bacio.
"Forza, è ora di andare. Sono già le otto.." Annuii alzandomi mentre lui mi seguiva a ruota. Poi fece intrecciare le nostre mani e si avviò verso le camere.
"Ci vediamo tra dieci minuti in mensa, ok?"
"Ok, a dopo Malik."
"A dopo Corwell." Sorrisi ed entrai nella mia camera. Il tempo di infilarmi il costume ed un vestito che ero già fuori.
Non credevo che il campus potesse piacermi tanto. Era anche vero che c'era Zayn a rendere tutto più entusiasmante, ma, in fin dei conti, quel posto non era male. Se non fosse stato per quella fastidiosa sveglia alle sei di mattina, ma quella era solo una stupida punizione della direttrice. Una notte aveva beccato me e Zayn in cucina, totalmente ubriachi che ballavamo su una musica che non c'era e ci aveva messo in punizione con testuali parole. "Dal momento che vi piace tanto la cucina di questo posto, da oggi tutte le mattine preparerete la colazione per l'intero campus, la sveglia è alle sei e non siete autorizzati a mangiare niente fuori dai pasti. Chiaro?" Ovviamente nessuno dei due aveva rispettato quella regola e all'inizio la colazione faceva schifo a tutti. Poi ci siamo un po' specializzati e gli altri ragazzi hanno cominciato a trovare la nostra cucina 'accettabile'. Risi al pensiero, mentre senza accorgermene ero già arrivata in mensa. Mi diressi a passo spedito verso il mio tavolo dove era già seduto il mio ragazzo.
"E' in ritardo signorina." Mi rimproverò divertito.
"Oh ed ora? Un minuto di ritardo è imperdonabile, sono mortificata!" Recitai teatralmente. Lui sorrise.
"Non so se posso perdonarla."
"Come farò?! La prego, mi perdoni, giuro che non accadrà più, ma mi perdoni! Non posso vivere con questo peso sulla coscienza!" Esclamai portandomi una mano al petto. Lui si lasciò andare ad una risata cristallina, prima di prendermi un polso e trascinarmi su di lui.
"Lo prendi anche a me il vassoio?" Chiese mentre io mi aspettavo un bacio. Alzai un sopracciglio.
"No."
"Eddai! Ehi, ma lo sai che stasera sei proprio bella? Non l'avevo notato prima, questo vestito ti sta d'incanto!"
"Non attacca."
"Ti prego!"
"No Malik, muovi quel culo e prenditelo da solo." Lui sbuffò.
"Sei la peggior fidanzata del mondo. Sappilo."
"Lo so tesoro."
"Ma che ti costa?" Chiese di nuovo.
"Scordatelo!"
"Ma perché no?"
"Perché due mani e due gambe ce le hai anche tu quindi non vedo perché dovrei scomodarmi al tuo posto!"
"Perché mi vuoi tanto bene?"
"No."
"Dai.." Disse allungando le 'a'. Scossi la testa.
"Per me?" Chiese sul mio collo, facendomi rabbrividire. Sbuffai.
"Ruffiano."
"E' un si?" Chiese sorridendo.
"Ti odio." Risposi alzandomi per andare a fare la fila. Self service, che cosa pallosa.
"Ti amo anche io." Mi urlò.
"Vaffanculo." Urlai di ricambio prima di riempire i due vassoi.
"Una mano no, eh?" Chiesi quando tornai al tavolo cercando di non far cadere nulla.
"Nha, sei capace da sola." Lo guardai malissimo, prima di sedermi di fronte a lui e cominciare a mangiare.
"Grazie." Disse allungandosi a darmi un bacio.
"Grazie." Gli feci il verso.
"Guarda che non la passi liscia così facilmente." Lui alzò un sopracciglio tornando al suo posto.
"Domani la prepari da solo la colazione." Rise.
"Lo sai che non ne sarei capace."
"Problemi tuoi Malik."
"Non mi lasceresti fare tutto da solo." Disse con aria strafottente addentando un pezzo di pollo.
"Oh, questo lo dici tu. E poi non ti conviene sfidarmi."
"Tanto per domani te ne sarai già dimenticata.." Concluse con un gesto disinteressato della mano.
"Hai voglia di litigare stasera?" Lui scosse la testa e portò la sua sedia vicino alla mia.
"Ho voglia di coccole." Disse con una faccia da cucciolo mentre io scoppiavo a ridere divertita.
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You are my reason to be..
FanfictionUna famiglia sfasciata, l'amore appena sbocciato, poi una promessa infranta, due cuori rotti, la lontananza... Ellie sembra forte. Ne ha passate talmente tante che ormai il dolore fa parte di lei, ci è abituata. eppure non lo è. A volte basta una pi...