15 My life is a mess.

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Ellie's Pov


 Bla, bla, bla.La cosa bella era che lei pensava davvero che la stessi ascoltando!Come se mi interessasse ciò che dicesse o come se sentire ciò che provava per me mi facesse felice.Sospirai nel sedile posteriore dell'auto, leggendo l'ennesimo messaggio di Zayn.Quando il suo nome si illuminò sullo schermo, sopra la nostra prima foto insieme, fu come se qualcuno mi stesse divorando dall'interno. Come se dentro di me ci fosse un mostro che si divertisse a farmi del male. Sentivo un peso sul petto e un macigno allo stomaco che però non era piacevole come quello che avevo provato in quei tre mesi.Questo mi uccideva lentamente, con cattiveria, un po' come stava facendo mia madre.Ogni parola che Trisha le aveva detto le era entrata da un orecchio ed era uscita dall'altro, se ne era infischiata, se ne era fregata altamente e alla fine mi aveva costretto a salire in macchina.Da un lato, quella sua brutalità era stata anche meglio.Mi aveva dato il tempo di sussurrare un ultimo 'ti amo' a Zayn, poi mi aveva letteralmente strappata via da lui.E se c'era una cosa che in quel momento non sarei proprio riuscita a sopportare era un addio. Uno di quelli lenti e strazianti.Per questo, il fatto che mia madre avesse fatto tutto di fretta e furia forse era stato meglio.Ma di sicuro non le avrei mai perdonato di avermi separato da Zayn. Mai.Mi sentivo come se avesse appena strappato una parte importante di me, come se qualcuno mi avesse appena sparato diritto al cuore.In realtà, mi sentivo molto peggio di tutto ciò, ma è un qualcosa che non saprei spiegare.Mi sentivo come.. morta.Il fatto è che quando sei abituata a tanta solitudine, a tanto dolore e a ricevere così tanto odio, non ci fai tanto caso.Diventa come una cosa normale, una routine quotidiana, che non ti sorprende più. E' qualcosa che ti stanca, fisicamente e psicologicamente, ma alla quale non badi più di tanto.Quando invece, hai appena vissuto i tre mesi più belli di tutta la tua vita, ridendo e sentendoti per la prima volta finalmente libera, tornare a quella routine ti distrugge. Ti fa sentire inutile, impotente e ti sembra come se fosse una punizione alla tua felicità.Tutto questo non mi sembrava giusto, non credevo di aver fatto niente di sbagliato per meritarmelo e più ci pensavo, più mi sentivo male.'Non ce la faccio, Zayn..' Scrissi velocemente sulla tastiera del cellulare, prima di inviare il messaggio e affondare il viso nel poggiatesta.'Lo giuro Ellie, appena è possibile ti vengo a prendere e stavolta ce ne andiamo davvero.' Aveva scritto ed io ero così masochista da volerci credere.Da continuare ad illudermi che un giorno sarebbe successo davvero, che lui sarebbe sul serio venuto a prendermi e mi avrebbe portato via.".. E ascoltami quando parlo! Attenta signorina, stai seriamente portando la mia pazienza al limite!" Quasi urlò mia madre. Sobbalzai, alzando lo sguardo sullo specchietto retrovisore per incontrare i suoi occhi gelidi, che mi guardavano con disprezzo."Scendi, siamo arrivate. E prendi la tua roba dal cofano." Ordinò, spegnendo il motore."Ah, stasera ho ospiti, non ti azzardare ad uscire dalla tua camera o te la vedrai con me, chiaro?" Mi limitai ad annuire sbuffando."Chi è, un altro degli stronzi che ti porti a casa la sera? Ti sei data da fare in questi mesi, no?" La provocai scendendo dall'auto.Quando mi raggiunse fuori la porta di casa, una mano colpì rumorosamente la mia faccia, facendomi voltare la testa di lato."Prova anche solo a parlarmi di nuovo in questo modo e gli schiaffi saranno l'ultima cosa di cui ti preoccuperai." Mi avvisò entrando in casa.Con il borsone in mano mi affrettai ad entrare nella mia stanza e a chiudere velocemente la porta, appoggiando la fronte su di essa. Presi un profondo respiro, prima di voltarmi e vedere il caos più totale.Solitamente, quando qualcuno parte e poi ritorna, trova la sua camera esattamente come l'aveva lasciata, se non più in ordine.La mia no. Era come se ci fosse stato un terremoto, come se un uragano fosse entrato dalla finestra e avesse distrutto tutto.Il letto era vuoto, le coperte per terra, così come tutti i miei vestiti e tutto ciò che avevo lasciato sulla scrivania e nei cassetti. La finestra era rotta, le tende stracciate e il cuscino era diventato solo un ammasso di piume.Non avevo bisogno di fare ipotesi o domande, perché sapevo perfettamente cos'era successo.Chiudendo la porta a chiave, appoggiai il borsone a terra, prima di cominciare a riordinare.Rimisi tutti i vestiti nell'armadio e rifeci il letto. Alzai la persiana e tolsi le tende che mia madre aveva distrutto in uno dei suoi attacchi d'odio.Non era la prima volta che succedeva, ma era la prima volta che si spingeva così oltre. Aveva davvero distrutto tutto. Quando mi abbassai per prendere i portafoto, notai che erano vuoti. Non mi ci volle molto per capire dov'erano le fotografie che un tempo c'erano state dentro.L'ammasso di cenere sulla scrivania parlava forte e chiaro. Le aveva bruciate. Tutte.Tutte le foto che avevo di mio padre e dei miei nonni erano state completamente incenerite.Mi lasciai cadere sul letto, dando inizio ad un pianto liberatorio e disperato.Odiavo farlo, odiavo piangere eppure non riuscivo a smettere. Non in quel momento, non in quella situazione, non sapendo che al piano di sotto c'era qualcuno che se avesse potuto mi avrebbe ucciso seduta stante, non pensando che avrei potuto essere con Zayn e non chiusa in quella stanza.'Sei già partito?''Sono appena arrivato a Bradford..''Mi manchi Zayn..''Anche tu amore, non sai quanto. Sei sola?''Secondo te?''Posso chiamarti?''C'è bisogno di chiedere, Zayn?' Nemmeno cinque secondi dopo aver inviato il messaggio avevo già il telefono all'orecchio."Pronto?""Ellie?""Zayn..""Come stai?" Chiese."Come se mi avessero appena portato via da te.""Hai.. saputo chi è stato a dirlo alla direttrice?" Domandò."Kaitilyn.""Si. Non posso credere sia arrivata a tanto, davvero è..""Spregevole." Finii la frase al posto suo, trovando finalmente un aggettivo per definire quella ragazza."Già." Confermò."Sei arrivato a casa?" Chiesi cambiando discorso."Sto entrando in questo momento. Tu?""Si, da un po'.""E com'è andata?""Normale, e non intendo dire la tua visione di 'normale'. Intendo normale come prima di venire al campus.""Cos'è successo?""Mi ha praticamente distrutto la camera. Ho appena finito di sistemarla..""Perché?" Chiese, non capendo. Alzai le spalle, consapevole del fatto che non potesse vedermi."Se lo sapessi non avrei così tanta confusione in testa." Rimanemmo qualche secondo in silenzio."Els.." Quando lo sentii tirare su col naso, mi sentii morire definitivamente."Stai.. Stai piangendo, Zayn?""Cosa? No, no, è solo che.. Dio, mi manchi così tanto.. Vorrei poterti aiutare, vorrei poterti proteggere da tutto questo e renderti felice ed invece mi sento così inutile perché sono qui e non posso fare assolutamente niente e.." Cominciò a parlare a raffica."Zayn?" Si fermò di scatto quando lo interruppi."Non pensare neanche un quarto di queste cose." Dissi."Tu mi rendi felice. Mi hai aiutato e mi hai protetto, non immagini nemmeno quanto Zayn.""Però.." Singhiozzò."Però niente. Sei.. Sei la cosa migliore che mi sia capitata, ti prego non piangere, non lo sopporterei.""Ti amo piccola, ricordalo sempre.""Sempre." Ripetei."Ti amo anch'io." Dissi infine.Attaccai solo perché sua madre lo stava chiamando. E appena bloccai lo schermo del telefono, mi sentii cadere dalle nuvole.Come se qualcuno mi avesse tirato per un braccio e riportato bruscamente alla realtà.Alla realtà in cui non c'era Zayn. Alla realtà in cui dovevo sopravvivere, senza poter avere un secondo di svago che non mi venisse rinfacciato e punito. Alla realtà che mi stava distruggendo.Sentii gli occhi inumidirsi per la milionesima volta in quella giornata e mi maledissi mentalmente.Non avevo mai pianto così tanto, se non quando era morto mio padre e di certo non volevo ricominciare ora. Mi ero sempre mostrata forte davanti agli altri e, anche se poi quando ero sola spesso crollavo, stavolta avrei davvero voluto essere meno fragile.Il mio sguardo volò istintivamente alla finestra, accanto al letto. Mi misi sulle ginocchia, appoggiandomi con i gomiti sul davanzale.La mia attenzione venne catturata tutta dalla finestra di fronte alla mia. La tenda si era spostata leggermente, lasciando intravedere la figura di una ragazza minuta, i capelli raccolti in una treccia scura che ricadeva sulle sue spalle, con il cellulare all'orecchio e gli occhi arrossati dalle lacrime.Per un momento, avevo visto me in quella ragazza. Fino a pochi secondi fa ero anch'io al telefono in lacrime. Disse qualcosa al suo interlocutore, poi annuì ed attaccò. Si portò una mano agli occhi, singhiozzando, poi lanciò il cellulare in una parte indefinita della stanza e appoggiò la testa al vetro. Fu questione di secondi, prima che i suoi occhi verdi incrociassero i miei neri.Mi guardò, curiosa, sempre con quella tristezza nello sguardo, poi mi sorrise debolmente e scosse di poco la mano in segno di saluto.Mi affrettai a ricambiare, poi, non trovando altri metodi, presi un foglio."Tutto bene?" Le scrissi, prima di farglielo leggere. Lei scosse la testa, poi seguì il mio esempio e rispose."Ti sembra che stia bene?" Chiese. Stavolta fui io a scuotere la testa, mentre lei annuiva."Anche tu sembri messa male." Scrisse di nuovo. Sorrisi tristemente."La mia vita è un casino." Mi limitai a rispondere."La mia lo è appena diventata.""Come ti chiami?""Rebecka, ma tutti mi chiamano Reb. Tu?" Accennò un altro sorriso."Ellie. Sei nuova? Non ti ho mai visto prima..""Si, mi sono trasferita un mese fa." Annuii."Quanti anni hai?" Chiese."Diciassette, tu?""Sedici.""Cos'è successo prima?" Domandai."Ho litigato col mio ragazzo. E questa è solo una delle tante cose che stanno succedendo ultimamente.." Scrisse in fretta. Notai che appena finì di scrivere, una lacrima le scivolò giù per la guancia."Capito. Mi dispiace." Mi limitai a dire. Lei alzò le spalle."Anche a me." Scrisse poi."Tu cos'hai?" Chiese. Esitai qualche secondo, prima di scrivere titubante."Niente di particolare, solo un periodo no." Scrissi, prima di sorridere tristemente.In fondo ero talmente stupida da continuare a sperarci. Continuavo a sperare che fosse solo 'un periodo', che tutto sarebbe passato, prima o poi."Niente che non si possa superare, allora." Rispose lei.'Non sai quanto lo spero, Reb. Non ne hai la minima idea.'

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