13 She was my mother anyway.

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Feci vagare per l'ultima volta lo sguardo per la camera, per controllare di aver preso tutto.
Quando mi fui accertata che ogni cosa fosse dentro il mio borsone, uscii dalla camera e raggiunsi Zayn.
"Fatto?" Chiese alzandosi gli occhiali neri in testa.
"Si. Mi mancherà tutto questo." Dissi guardandomi intorno.
"Anche a me, ma abbiamo ancora tutta la notte per godercelo al meglio." Sorrise.
"Si, andiamo!" Esclamai prendendo la sua mano e trascinandolo in spiaggia.
"Ehi ragazzi!" Urlò Allyson, poco lontano, agitando una mano in aria per farsi notare. La indicai a Zayn, camminando verso la sua direzione.
"Eccoci!" Esclamai quando li raggiungemmo. Lottie, Niall e Luke stavano parlando tra loro, probabilmente non si erano nemmeno accorti che eravamo arrivati.
".. Davvero, non vedo l'ora! Finalmente qualcosa di diverso.." Disse la bionda eccitata.
"Cosa?" Chiesi intromettendomi nel discorso.
"Oh, ciao ragazzi!" Ci salutò, notandoci. Sia io che Zayn ricambiammo, poi lei si affrettò a rispondere alla mia domanda.
"Parlavamo della gita di domani! Voi non siete entusiasti?" Domandò sorridendo.
"Io si, non vedo l'ora di uscire un po', e poi, cavolo, siamo a Londra!" Continuò senza darci il tempo di aprire bocca, gesticolando. Era evidentemente esaltata all'idea.
Lanciai un'occhiata complice a Zayn, seguita da un sorriso confortante.
Sarebbe stata dopo quella gita che ce ne saremmo andati. Mancavano meno di dodici ore ed io ancora avevo paura che qualcosa potesse andare storto.
Continuavo a ripetermi che sarebbe andato tutto bene, che sarei riuscita ad essere finalmente anch'io felice.
Eppure qualcosa, in qualche parte remota di me, mi metteva continuamente in ansia.
Forse era la paura di perdere Zayn, la paura di dover tornare a casa, da quella che nonostante tutto continuavo a chiamare madre, la paura che, un giorno, presto o tardi, tutto ciò che stavo vivendo in quell'estate sarebbe finito.
O forse, ma questo l'avrei scoperto solo dopo, era semplicemente l'istinto che mi diceva qualcosa sarebbe sicuramente andata male.
"Si, in effetti cambiare un po' aria ci farà bene. E poi io non ci sono mai stato a Londra, quindi sarà davvero indimenticabile!" Commentò Zayn sorridendole.
"Già.."
"Tu non sei di qui, Els?" Chiese Lottie ed io mi chiesi da dove avesse tirato fuori quel soprannome.
"Si, sono di qui.. In effetti, posso dire di conoscere questa città anche meglio di casa mia.." Ammisi.
"A me piacerebbe vivere qui. Mi sembra un posto così.. magico! Mio fratello ci è venuto tre anni fa e quando è ritornato era quasi senza parole, il che, credetemi, non è da lui.." Disse Lottie.
"Bhe, si, un po' lo è.. Ci sono posti a Londra che ti lasciano davvero senza fiato." Risposi, ricordandomi alcuni dei tanti posti in cui mi ero rifugiata dopo una delle abituali litigate con mia madre.
"Magari qualche volta ci rincontriamo e ce li fai vedere, eh?" Chiese di nuovo.
"Voi cosa fate dopo il camp?" Domandò. Stavo per rispondere allo stesso modo in cui qualche giorno prima avevo risposto ad Allyson, quando Zayn mi precedette.
"Bhe, io inizio l'ultimo anno di scuola, prima del college. Niente di nuovo, ovviamente a parte Ellie.." Lottie sorrise.
"Sei anche tu di Londra?" Chiese al moro che scosse la testa.
"No, sono di Bradford, ma andremo a vivere insieme." Disse infine.
"Davvero?"
"Già." Risposi io.
"Ah.." Si limitò a dire lei. Alzai le spalle, non aspettandomi una reazione diversa. Se fossi stata al suo posto anch'io avrei reagito così.
Ma loro non sapevano quanto realmente io avessi bisogno di andare via.
E di quanto Zayn realmente significasse per me.
"No, cioè.. E' bello, però.." Si corresse subito.
"Siamo troppo giovani. Lo so." Finii la frase per lei.
"Ma provare non ci costa nulla, non dobbiamo sposarci eh! Solo.. convivere." Disse il moro accanto a me.
"Infatti. E non penso sarà molto diverso da ciò che facciamo ora." Continuai la frase di Zayn, alludendo al fatto che, praticamente, nel campus stavamo sempre insieme.
"In effetti.." Commentò la bionda.
"Bhe, allora sono felice per voi." Mise fine al discorso, sorridente.
Il resto del tempo lo passai ballando con le ragazze e cercando di godermi quegli ultimi momenti con loro e con gli altri.
La serata finì più o meno verso mezzanotte e un venti, quando ormai ognuno di noi era già nella propria camera, pronto per andare a letto.
"Lottie?" Chiamai sperando fosse ancora sveglia.
"Si?" Rispose quasi subito.
"C'è qualcosa che desidereresti tantissimo fare, prima di morire?" Le chiesi di botto. Non saprei neanche io da dove mi uscì quella domanda, forse era solo la voglia di distrarmi da qualche pensiero.
Stavolta ci mise un po' di più a rispondere.
"Forse mi piacerebbe incontrare qualcuno che mi.. cambi."
"In che senso?"
"Cioè, non che cambi il mio modo di essere, però.. non lo so, qualcuno che mi faccia provare le cose che provi tu con Zayn.." Ammise. C'era qualcosa, in quella frase, che mi ricordava le parole di Harry.
'Mi chiedo quando troverò anch'io qualcuno che mi faccia sentire così' aveva detto il riccio ed era, bene o male, ciò che mi stava spiegando Lottie.
"Capisco.." Sussurrai.
"Perché?" Chiese.
"Secondo te non desiderare niente è strano?" Domandai in risposta.
"Bhe, dipende.. Non c'è proprio niente che vorresti con tutta te stessa?"
"Si, ma lo ho già.. Zayn è tutto ciò di cui ho bisogno, ora come ora non riesco a desiderare nient'altro.." Confessai.
"Allora non è strano. E' bello. Spesso la gente non si accontenta mai di quello che ha. Non appena ottiene una cosa ne desidera subito un'altra. E' bello considerarsi realizzati con le cose che si hanno e non con quelle che si vorrebbero." Spiegò in maniera un po' contorta. Nonostante tutto, riuscii a capire ed annuii più rilassata.
"Che ore sono?" Cambiai discorso.
"Mezzanotte e mezza."
"Forse sarebbe meglio mettersi a dormire. Io devo alzarmi comunque alle sei, domani."
"Già. Buonanotte allora." Scorsi un sorriso nelle sue parole.
"'Notte."
Quella notte provai a dormire, ci provai davvero, ma la paura e la preoccupazione che mi aveva attanagliato lo stomaco per tutto il giorno, mi tennero sveglia.
Quando mi alzai dal letto, stanca di tutti quei pensieri, erano già le cinque e un quarto.
Mi trascinai con forza nel bagno e, dopo essermi lavata e vestita, tornai a sedermi sul letto, cercando di riordinare, una volta per tutte, le mie idee.
Perché se da un lato c'era Zayn, che per me significava il futuro, che indicava qualcosa di concreto e di certo, qualcosa che mi faceva stare maledettamente bene, dall'altro c'era la mia vita. O meglio, la mia sopravvivenza.
Perché la mia non era vita, era sopravvivenza. Vita, per me, erano stati quei mesi al campo estivo.
In poche parole, se da un lato c'era Zayn, dall'altro c'era mia madre.
Gli estremi opposti, l'angelo e il diavolo, il giorno e la notte, la luce e il buio, la calma e la tempesta.
Era chiaro come il sole che, se avessi potuto, avrei scelto mille volte Zayn.
Eppure dentro di me c'era già una parte che aveva dei ripensamenti.
Una piccola, minuscola ed insignificante parte, ma che mi aveva tenuta sveglia tutta la notte.
Chissà quante volte mi ero chiesta perché, nonostante tutto ciò che succedeva con mia madre, non avessi mai provato ad andarmene.
Quante volte mi ero chiesta perché, anche se cercavo di stare con lei sempre il meno possibile, alla fine continuavo a dormire sotto il suo tetto.
In fondo, un lavoro che mi mantenesse ce lo avevo, perché figuriamoci se lei si fosse preoccupata di spendere qualcosa per me.. E allora perché continuavo a vivere a casa sua?
Forse, mia madre mi faceva paura.
Forse, sapevo che non mi avrebbe mai permesso di andar via.
Forse, ma non lo avrei mai ammesso, continuavo a rimanere solo perché era pur sempre mia madre..
Mi odiava, mi odiava con tutta se stessa per un motivo che non conoscevo, ma alla fine era sangue del mio sangue, era mia madre e in fondo, molto in fondo, quel pianto disperato che tutte le sere proveniva dalla sua camera, riscuoteva qualcosa in me. Qualcosa che non era rabbia, ne soddisfazione, ma semplicemente tristezza e compassione.
A distogliermi da quelle idee assurde fu la suoneria del mio cellulare. Scossi la testa, come a voler cancellare quei pensieri e mi affrettai a rispondere.
"Pronto?"
"Mi apri?" Sorrisi, sentendo la voce calda del mio ragazzo. Corsi alla porta, attaccando la chiamata, e la aprii.
"Bussare non si usa più ora?" Chiesi sarcastica, stampandogli un bacio sulle labbra.
"Buongiorno anche a te." Rispose ironico.
"Pronta?" Chiese.
"Per uscire di qui, si. Per preparare la colazione un po' meno.." Ammisi facendolo ridere.
"Dai, andiamo." Mi prese per mano e riuscii giusto a chiudermi la porta alle spalle, prima di essere trascinata via.
Due minuti dopo eravamo già nella cucina della mensa, provando a preparare qualcosa di decente.
"Hai già chiamato tua madre?" Gli chiesi.
"In realtà no. Ma non credo le dispiaccia vederci. La settimana scorsa le ho detto di noi e non sai quanto era esaltata all'idea di volerti conoscere.." Ridacchiò al pensiero.
"Anche a me farebbe piacere." Sorrisi, immaginando come sarebbe stato incontrare sua madre.
"Ma sei sicuro che per lei vada bene?"
"Si amore, non preoccuparti."
"Ok.." Quando finimmo di cucinare, entrammo in mensa, raggiungendo gli altri.
"Eccoci!"
"Ehi! Sapete a che ora partiamo?" Chiese subito Allyson.
"Credo verso le nove.." Risposi sedendomi.

Mezz'ora dopo eravamo di nuovo in camera, per finire di prepararci.
"Andremo a Londra! Non vedo l'ora!" Esclamò sempre più entusiasta Lottie, chiudendo la sua borsa e alzandosi gli occhiali da sole in testa. Ridacchiai, scuotendo la testa.
"Andiamo, va!" Dissi prendendo la mia borsa ed uscendo dalla stanza.
Ci mettemmo in fila con i ragazzi, aspettando con ansia di poter essere fuori di li, ma quando arrivò il turno mio e di Zayn, la direttrice ci bloccò.
"Malik, Corwell, voi no." La guardai confusa.
"Perché no?"
"Non andrete in gita."
"Perché?" Chiese Zayn, stupito almeno quanto me.
"Voi andrete direttamente a casa. Ci sono i vostri genitori."

*angolo*
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