11. Darling, let's run, run from it all, we can go where our eyes can take us

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Zoe's POV 🏙️
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Butto giù uno shottino, e poi due, tre, quattro, fin quando non mi danno alla testa, ho bisogno di non sentire più nulla.

« Che cazzo ti sei messa? »

Sento la voce di Max alle mie spalle e quando mi volto mi sta guardando con disprezzo e disgusto come suo solito.

« Non ti piace? »

Faccio scivolare le mani lungo i miei fianchi per andare a ridefinire le mie stesse forme e compio un giro su me stessa per mostrargli il retro del vestito totalmente scoperto sulla schiena.

« Devi correre e con questo coso addosso ti si vedranno persino le mutande » sputa con disprezzo « Nulla che non abbiano già visto ma non voglio passare per il cornuto di turno »

Le sue parole sono come lame affilate che bruciano sempre più ad ogni affondo.

« Se hanno già visto tutto non vedo perché scandalizzarsi così tanto »

Sputo con indifferenza ma la sua mano si poggia sul mio braccio e mi stringe saldamente attirandomi a lui. Porta la mano libera ai lati delle mie guance e mi costringe a sollevare lo sguardo e guardarlo nei suoi profondi occhi azzurri, non più dolci come li ricordavo un tempo, ma pieni di rabbia e ira.

« Va a prenderti un pantaloncino nella stanza di Pierre poi torna qua che devi gareggiare, hai capito? »

Annuisco e solo in quel momento lascia la presa sulla mia guancia.

Vorrei urlargli contro e sbraitare, non ha nessun diritto di trattarmi così eppure sto zitta.

Salgo al piano superiore a fatica, ho bevuto così tanto che mi gira la testa e non riesco nemmeno a centrare i gradini perché rischio di cadere ogni volta.

Quando arrivo nella stanza di Pierre la prima cosa che faccio è sedermi sul suo letto.

Vorrei accovacciarmi, scoppiare in lacrime, soffocare le mie urla contro il suo cuscino eppure resto immobile, con lo sguardo vuoto e spento a fissare il vuoto.

La porta della stanza si apre facendomi sobbalzare e mi volto verso l'ingresso notando la figura longilinea di Pierre farsi strada all'interno della sua stanza da letto.

« Che ci fai qua? Appuntamento segreto di cui non ero a conoscenza? »

« Mi serve un pantalone »

Borbotto alzandomi dal letto.

« Chi te lo dice che io voglia dartelo? »

Il suo classico tono di sfida adesso che sono ubriaca mi fa innervosire più del solito così mi avvio verso l'armadio e dopo averlo aperto inizio a tirare fuori con rabbia alcuni dei suoi vestiti.

« Che dici questo è bello? »

Dico agitando in aria un pantaloncino grigio.

« I miei vestiti ti stanno sempre bene »

Mormora avvicinandosi a me e sfiora con labbra il mio orecchio.

Ride or Die || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora