28. Fuck it if I can't have us

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Nyx's POV 🌌

I fili d'erba umidi accarezzano la mia pelle provocandomi il solletico, ma non c'è sensazione più bella al mondo dello stare distesi sul prato a osservare il cielo notturno.

La mamma mi ha sempre raccontato di avermi chiamata Nyx perché sentiva ci fosse un legame fra me e la notte. Ha scoperto di essere incinta in una notte d'estate, la prima volta che ho iniziato a scalciare era notte fonda, così come era notte anche quando sono nata. Mi ha raccontato mille aneddoti legati alle nostre avventure notturne, risalenti a quando ero ancora nel suo grembo e, sembrerà assurdo, ma questo legame anche io l'ho sempre percepito.

Ho sempre amato l'atmosfera notturna e il modo in cui la luna, dall'alto, illumina tutto con la sua splendida luce. Da bambina amavo fare lunghissime passeggiate notturne solo per poter ammirare il cielo stellato e contare le stelle.

George mi diceva sempre che era impossibile contarle tutte e che avrei sicuramente perso il conto. Liam invece mi incoraggiava ogni sera a contarne sempre di nuove, mi diceva che il cielo era immenso, ma che testarda come ero, prima o poi, le avrei contate tutte.

Ma da quando Liam non c'è più ho smesso di contare le stelle.

Forse perché in questo modo mi manca sempre di più, o forse perché sono cresciuta e ho realizzato che sarebbe impossibile contarle tutte.

« Ho comprato un telescopio per guardare meglio il cielo perché da bambino volevo diventare un astronauta. Così convinsi i miei genitori a comprarmi il primo telescopio, ma era così piccolo che a stento riuscivo a vedere la casa dei vicini »

La voce di Charles interrompe il silenzio, così mi volto verso di lui. Il suo volto di profilo, illuminato dalla luce della luna, è ancora più armonioso e, solo dopo qualche istante, si volta verso di me concedendomi la vista dei suoi bellissimi occhi azzurri.

« Io invece da bambina contavo sempre le stelle con mio fratello, sono arrivata a contarne più di cinquecento, ma secondo me finivo per contare sempre le stesse »

Una risata genuina abbandona le sue labbra, facendomi sorridere inevitabilmente.

Tuttavia, dei passi in lontananza ci fanno girare di scatto.
Dal cancello di casa intravediamo Pierre entrare che, a causa delle stampelle, ci raggiunge a fatica.

« Sei il migliore cugino del mondo, grazie per avermi abbandonato alla festa »

La sua voce è rilassata, ironica, ma io mi sento mortificata per essercene andati via senza averlo avvisato. Eravamo così presi dalle parole di Taylor che non siamo più entrati dentro per controllarlo.

Charles si alza, lo afferra per un braccio, che porta intorno alle sue spalle per farlo reggere meglio e lo accompagna nella sua stanza. Io invece resto ancora qualche istante fuori, avvolta dal tepore della giacca nera di Charles.

Li sento bisbigliare qualcosa, Pierre fa battutine sulla mia presenza nella villa di Charles ma non lo biasimo affatto. Tutti sarebbero curiosi di sapere che cosa ci faccio sempre intorno a lui, ma questa è una domanda che potrei tranquillamente rivolgere a me stessa.

Che cosa ci faccio sempre con Charles?

Non ha senso stargli costantemente intorno quando siamo l'uno l'opposto dell'altra. Ma soprattutto non ha senso stargli vicino perché lui ha già una relazione e questo rapporto non ci porterà da nessuna parte.

« Nyx, ti va se ti porto in un posto? »

La voce di Charles mi scuote dai miei pensieri. Se un'istante prima stavo pensando di andarmene via a gambe levate per evitare un coinvolgimento emotivo ancora più grande, adesso lo sto assecondando solo per trascorrere altro tempo con lui.

Ride or Die || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora