- Fortuna -

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È lunedì. Ho detto tutto. Lunedì è il giorno peggiore della settimana, lo sappiamo tutti, no? Chi dice il contrario mente. Voglio dire, è finito il weekend, gli unici due giorni di relax della settimana, e puntualmente, volano via come stormi di uccelli che migrano. Così ricomincia tutto il giro, ti alzi presto la mattina, fai tutto di fretta per non perdere l'unico pullman che c'è a disposizione, lo zaino sulle spalle che pesa quanto un ammasso di massi, e poi entri in classe circondata da quelle facce zombificate dei tuoi compagni, che come te, non vogliono essere lì. Stai lì, seduta, a scrivere cose che molto probabilmente non capisci nemmeno, perché sono le 8:00, e ti sei svegliata due ore prima per arrivare in quel posto di merda. Ascolti quella voce che stride in tutta l'aula, che si irrita alla prima parola che bisbigli al compagno di banco, anche se stavi semplicemente chiedendo una penna diversa dalla tua, perché quella con cui stavi scrivendo si è scaricata. Passano le ore, e non ti godi nemmeno i dieci minuti di intervallo, perché in proporzione ai sei moduli di tempo in cui stai seduta, zitta e ferma, quella ricreazione diventa infima. E pensare che il giorno prima ti stavi divertendo con gli amici in un locale a bere, oppure in una discoteca affollata con la musica che fai fatica a sentire perché percepisci solo i bassi che vibrano nelle tue orecchie, oppure stavate passando una tranquilla serata al parchetto a rollare una o due, ma anche quattro o cinque canne. Però tu puoi solo rimpiangere questi eventi, perché sei chiusa tutta la mattina in quattro mura con persone che probabilmente ti stanno pure sul cazzo e se vuoi deprimerti ancora di più, ti metti anche a riflettere sul fatto che hai cinque o sei giorni ancora da sopportare così.

Però io sono fortunata.
Sono fortunata di avere un ragazzo di vent'anni che ha la macchina e quindi può portarmi a scuola un po' più tardi rispetto al bus. Spesso rimango a dormire da lui, perché è più vicino alla mia scuola, e anche se potrei andarci direttamente a piedi, lui è talmente dolce da prendere l'auto e viaggiare per trecento metri solo per me.
Sono anche fortunata perché durante le lezioni, anziché seguirle, io penso a lui, a quanto mi possa mancare, a cosa possa stare facendo in quel momento, e anche a qualche scena vietata ai minori di diciotto che si materializza nella mia testa.
Sono fortunata, perché nell'intervallo so a chi scrivere sapendo che mi risponderà, me lo ha promesso, però quando non risponde devo ammettere che ci rimango male.
Sono fortunata perché dopo la scuola mi passa a prendere di nuovo, e mi porta dai suoi amici, che hanno circa la sua stessa età, e mi fanno sentire grande nonostante io abbia tre o quattro anni in meno di loro, col mio fidanzato invece ci sono cinque anni di differenza. Beviamo, fumiamo, ma non solo, a volte facciamo dei giri in centro per la nostra città tutti assieme.
Sono fortunata perché mi porta a cena fuori per rimediare a degli errori che a volte commette, è normale, non siamo tutti perfetti. Passiamo tantissimo tempo insieme, e a volte trascuro i miei amici per stare con lui, ma non mi importa perché so che lui è il ragazzo più simpatico e divertente che conosca e nessuno può farmi sentire come fa lui.
Sono fortunata perché non devo sopportare mia madre che mi urla addosso che devo mettere in ordine la casa, che mi rimprovera per un brutto voto che ho preso. Questo perché stando più spesso da lui vedo poco mia madre.
Quindi se ripenso a quello che ho con Alessandro, i lunedì non sono poi così male. Basta che ci sia lui. Però comunque preferirei che le settimane fossero un continuo weekend.

Oggi dopo scuola, come tutti i giorni, Alessandro mi passa a prendere. A volte mi ritrovo in macchina sia con lui che con il suo migliore amico Andrea, e quando c'è Andrea significa che al cento per cento ci si diverte il doppio. Penso che se Alessandro sia così simpatico sia anche dovuto all'influenza che il suo migliore amico ha su di lui.
"Ciao Andre', ciao Amore.", mentre salgo in macchina li saluto, e mi metto nel sedile dietro a quello di Alessandro, ma prima di accomodarmi mi allungo verso l'ultimo citato per lasciargli un bacio sulla guancia.
"Ciao (T/N).", mi saluta Andrea, e Alessandro rimane un attimo in silenzio. Poi chiede:
"Com'è andata oggi a scuola?"
"Bene, bene, non ho fatto un cazzo nemmeno oggi.", affermo con una risatina.

~ 𝑆𝑐𝑎𝑟𝑝𝑒 𝑅𝑜𝑠𝑠𝑒 ~ 𝑆ℎ𝑖𝑣𝑎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora