Andrea's POV
"Dieci minuti e sono da te", Agostino scrive mentre io faccio ritorno nel mio appartamento passando per lo stesso percorso che ho compiuto prima che succedesse tutto quel casino con (T/N).
Ho fatto bene a lasciarla da sola? No. Ma se lo merita. E non lo sto dicendo per essere cattivo, lo sto dicendo perché io quello che potevo fare l'ho fatto, ma è un lavoro che va fatto in due, da solo non posso di certo inculcarle delle idee che non vuole nemmeno ascoltare. Se lo merita perché da questa esperienza imparerà. O forse no. Imparerà se non è così stupida come spero che non sia. E soprattutto se non sarà troppo tardi. È logico che mi dispiaccia averla abbandonata.
Grazie al cazzo, sarei una merda se non me ne fregasse niente della mia azione. In più dopo averle detto che la amo, risulterei davvero stronzo, quale non sono. Ma tanto lei crede che io, stronzo, lo sia comunque, dal momento che, a quanto pare, è colpa mia se il suo ragazzo maiale merdoso quale è la stava per violentare. Io so che non è colpa mia, ho la coscienza pulita per questo. Io spero che lui quando si risvegli ce l'abbia totalmente lercia e sudicia.
Sono triste, sono deluso, anche perché sono davvero innamorato di lei, ma comunque io stesso ho costruito una diga che fermasse la connessione dei nostri due fiumi. Avrei potuto avere modo di fidanzarmi con lei se fossi riuscito a farla ragionare sulla gravità della sua situazione, ma non ne sono stato capace. Sono triste per questo e per il fatto che oramai io e lei non saremo più niente. Né migliori amici, né fidanzati, né un cazzo di niente. Sono deluso da me stesso, il fatto che non sia riuscito a salvarla come volevo mi fa sentire così piccolo, così insulso, un insetto fastidioso. Mi fa venire voglia di andarmene da questo posto, come se tutti sapessero quello che sta succedendo e come se sapessero che io non sono stato in grado. Questo mi distrugge.
E poi sono incazzato nero. Con me stesso, con Alessandro, e sì, anche con (T/N). Perché lei non ha colpa del suo stupro, ma ha voluto scaricare la colpa addosso a me. A ME!! Che sto cercando di aiutarla dall'inizio. A ME!! Che la amo più di qualsiasi altra persona al mondo, e lei pensa che il suo vero e unico amore sia Alessandro. A me, cazzo!! Che farei di tutto per vederla sorridere, che darei la mia vita per vederla felice ogni giorno, che mi farei mettere le manette per proteggerla da tutti i mali della vita. Perché lei è il mio raggio di sole, lei è un fiore bianco in un campo pieno di papaveri per me. Penso a lei, ma devo anche pensare a me stesso, e per lei a questo punto, forse, ho dato troppo. Ormai è finita.Questo è il giro di pensieri che mi pervade la testa, agglomerata dentro a delle sabbie mobili feroci, i miei pensieri, mentre sono seduto sul divano con le mani tra i capelli, lo sguardo fisso al tappeto che sto pestando, e il silenzio che mi trapana il cervello fracassandomi i timpani. Però, per fortuna il silenzio si sgretola al risuonare del campanello della mia porta di casa. Agostino è arrivato. Mi alzo per andare ad aprire, giro la chiave e saluto il mio migliore amico.
"Ciao."
"Ciao? Bro, tutto bene?"
"Perché?"
"A parte che sembri uno straccetto, ma 'ciao' non me lo hai mai detto". Lui sorride, è sereno, ma io rimango in serietà.
"Non va tutto bene.", dico spostandomi per farlo entrare in casa mia e chiudendo la porta. Ci dirigiamo sul divano.
"Dimmi tutto, che succede?", Agostino diventa serio come me.
"Ho chiuso.", non specifico.
"Con cosa?"
" 'Con chi?', semmai.", è così chiaro che non ho minimamente voglia di parlarne, non guardo nemmeno il mio migliore amico in faccia.
"(T/N)?"
Non rispondo.
"Oi, Andre' rispondi.", mi dà una pacca per incoraggiarmi. Ma invece di incoraggiarmi scoppio in un fiume di lacrime. Era da tanto tempo che non piangevo per qualcuno, ma in realtà che non piangevo in generale.
"Che hai? Cazzo, mi fai preoccupare."
Non riesco ad esprimermi, devo solo singhiozzare e coprirmi gli occhi con le mani, perché quello che sto provando è terribile, mi fa sentire così vulnerabile questa situazione. Sto piangendo davanti al mio migliore amico, ed è una situazione estremamente umiliante per me.
"Respira", Agostino mi mette una mano sulla schiena e la massaggia facendo dei movimenti circolari, intanto continuo a piangere.
Dopo qualche minuto di sfogo finalmente riesco a sbloccarmi, e con la voce rotta dal pianto gli parlo delle voci che ho sentito nella stanza di Alessandro da casa mia, gli parlo di come sono andati lì, e gli parlo anche della cosa che mi ha ferito più di tutte:
"E poi (T/N) mi ha detto che era tutta colpa mia. Era colpa mia se... Se Alessandro l'ha stuprata, è colpa mia secondo lei!!", ricomincio a piangere, nel frattempo Agostino rimane paralizzato dallo sconvolgimento.
"Ma che cazzo dici, Bro? Sei serio?"
"Io la amo!!!", continuo a frignare come se fossi nato ieri, e Agostino rimane zitto.
"Io la amo...", e ancora silenzio, fino a che a un certo punto Agostino prende la situazione in mano.
"Ascolta: è andata così ormai, non possiamo farci niente.
Non sapevo che tu fossi innamorato di (T/N), mi dispiace che lei si ritrovi in questa situazione di merda, ho sempre provato tanta pena per lei. Ma tu non dare peso alle parole che ti ha detto, perché se ha dato la colpa a te del suo stupro, è una cogliona. Tu non hai sbagliato niente. L'unico che sbaglia qui è Ale'."
"Ho sbagliato ad abbandonarla", rispondo solo all'ultima parte riprendendomi dal pianto.
"Forse sì, ma l'hai rincorsa per un sacco di tempo, dicendole che Ale' è una merda, e lei non ti ha dato ascolto. Hai fatto quello che è meglio per te. Non avere rimpianti."
Io non dico più niente, perché so che ha ragione, ma adesso ho il cervello inondato da una valanga di neve interminabile, un senso di colpa dopo un altro.
"Cerca di distrarti adesso. Hai due opzioni: o andiamo in studio e produci qualcosa, o rimani a casa e inviti un paio di escort."
"Non abbiamo ancora abbastanza soldi per le escort."
"Un giorno li avremo, te lo prometto. Io mi fido delle tue capacità."
A questo punto asciugo le mie lacrime, mi alzo dal divano e guardo Agostino negli occhi. "Allora andiamo in studio." E sorrido, così si alza anche lui e ci dirigiamo lì.
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~ 𝑆𝑐𝑎𝑟𝑝𝑒 𝑅𝑜𝑠𝑠𝑒 ~ 𝑆ℎ𝑖𝑣𝑎
FanfictionATTENZIONE: questa storia tratta temi delicati: se ne sente parlare ogni giorno, di donne che vengono abusate, sfruttate, picchiate, minacciate, violentate e molto altro. Quindi questa storia serve alle ragazze che non sanno dire di no. Che non sann...