- Petali e Spine -

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(T/N)'s POV

Non ho più messaggiato ad Alessandro, né nel primo, né nel secondo intervallo, perché sono beata di sapere che il mio fidanzato mi dia il consenso di uscire con Andrea, il suo ex migliore amico. Così tutto scorre rapidamente, anche le lezioni più prosciuganti.

Questa giornata è una splendida rosa, una rosa rossa, viva, spinosa ma benevola. Profumata, accesa, dai petali che al tatto con la pelle risultano soffici e delicati, posti in contrasto con le punte che presenta sul gambo. È una rosa inaspettata, è un po' il fiore di San Valentino, che aspetti con ansia dalla persona che ami. Infatti questo splendido fiore me lo ha donato proprio il mio lui, Alessandro. Insomma, oggi è proprio un bel giorno, il giorno in cui mi sono dimostrata forte e ho fatto vedere al mio ragazzo che posso fare ciò che preferisco, il giorno in cui lui stesso accetta il fatto che io esca con il suo oramai nemico, che per me si sta rivelando più importante di quanto già non fosse quando tutti eravamo parte del nostro gruppo. E poi, per finire in bellezza, Alessandro mi viene a prendere per portarmi a casa sua, e starò con lui tutta la serata, ed è la parte che preferisco. Quindi questa giornata è perfetta, proprio come un'incantevole rosa.

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Le 14:00 arrivano quindi in un batter d'occhio, e con un energico sorriso stampato sul volto esco dal mio istituto, cercando Andrea. Sono esaltata nel dirgli che Alessandro si è rivelato come l'ho sempre descritto: un tesoro. Non appena fuori dal cancello i miei occhi cercano l'auto di Andrea, ma poi il telefono squilla: Andrea stesso.
"Ma come siamo felici! Se giri la testa alla tua destra sarai ancora più felice.", dice lui con tono scherzoso.
Faccio ciò che mi ha suggerito e con lo zaino in spalla che pesa più di me, corro verso di lui, sono talmente emozionata che tutti i chili dei libri che porto sulla schiena sono irrilevanti.

Entro nella sua macchina nei sedili sul retro, perché davanti c'è Agostino, che onestamente non mi aspettavo fosse qua, ma sono felice comunque di rivedere anche lui.
"Ciao Andre'! Ago! Ci sei anche tu! Non lo sapevo! Come stai?", chiedo esaltata, e lui risponde:
"Bene, bimba, bene dai. Tu?"
"Benissimo!!"
"Ieri non mi sembrava.", risponde Andrea mettendo in moto e partendo.
"Eh! Devi sapere che stamattina è successa una cosa stupenda! Secondo me ne sarai felice pure tu, è anche grazie a questo che posso essere qui!"
"Partiamo dal presupposto che tu non dovresti poter essere qui, ma dovresti volerlo. Però va beh, sorvoliamo, dai racconta. Intanto andiamo al Mc."
"Dai, uffa! Subito a mettere i puntini sulle I tu!", rispondo io scherzosamente.
Poi proseguo:
"Comunque, stamattina mi ha chiamato Ale'."
"Oh, Gesù", Andrea alza gli occhi al cielo mentre guida.
"E mi ha chiesto come mai non fossi sotto casa come mi aveva detto lui.", racconto in breve la prima chiamata che concludeva come descritto successivamente:
"E mi ha mandata a fare in culo. Così sono scoppiata a piangere, ma pochi minuti dopo mi ha chiama-", vengo interrotta da Andrea.
"Ma che figlio di puttana, come cazzo si permette?!"
"Andre', ricordati che è il mio ragazzo. Comunque-", il mio tono cala un po', provo a riprendere il discorso, ma vengo interrotta nuovamente.
"Lo so! Hai un ragazzo di merda! Cazzo, fattelo dire!! Ma tu te ne accorgi almeno un minimo di come ti sta trattando?! Non gli dici niente?!", si scalda, e Agostino gli mette una mano alla spalla, come per calmarlo. Dopo poco arriviamo al Mc Donald's, e Andrea si trova costretto ad abbassare la voce una volta sceso di macchina, però continua mentre ci addentriamo per mangiare.
"(T/N), tu non sei il suo burattino, tu lo sai questo?"
"Lo so! Ma lui non vuole rendermi la sua schiava, è solo che lui è così, è impulsivo, non ci pensa a quello che fa, però alla fine è una persona buona."
"Già, troppo impulsivo."
"Va beh, dai, ordiniamo, poi non riparliamone più."
"Invece dovresti parlarne. Ti farebbe bene capire come stanno le cose. Però, va beh, se non vuoi aspetterò che tu sia pronta."
Rimango in silenzio, non rispondo. Ordino ciò che mi va, e mentre digito su un hamburger penso a ciò che mi direbbe Alessandro: sul fatto che poi mi senta in colpa, sul fatto che non mi fa bene, sul fatto che poi non lo finirei... Così cambio opzione, e digito l'insalata con il pollo dentro, da bere acqua naturale. Tiro fuori i soldi per pagare ma Andrea mi blocca.
"Che cazzo fai? Pago io, bimba!"
"Ma no, tranquillo, ce li ho i soldi."
"Appunto! Tieniteli! Cerca il tavolo piuttosto.", dice cominciando a ordinare.
Mi arrendo e decido di dargli retta, così cerco un tavolo nell'angolino dal momento che è libero. Che dolce che è, lui e Agostino mi hanno sempre trattata bene, anche il resto del gruppo, ma loro sono come dei fratelli per me.
Mi siedo al tavolo e aspetto i due ragazzi, che vedo bisticciare al tabellone per decidere chi debba pagare tra loro due. Alla fine riescono a prendere una decisione, Andrea paga, ma Agostino mentre viene verso di me si rigira verso Andrea e gli mima con la mano di volergli dare una sberla, e io rido al tavolo mentre li aspetto. Se ci fosse stato Alessandro probabilmente sarebbe riuscito a pagare al posto loro con gli stessi litigi che hanno fatto loro due in questo momento. Agostino si siede al tavolo, e dopo poco ci raggiunge Andrea col cartellino per fare sì che il nostro ordine ci arrivi.
Iniziamo a chiacchierare del più e del meno, come ai vecchi tempi, solo che lo stiamo facendo senza Alessandro, che in questo momento mi manca molto, però sono felice di essere qui con i ragazzi. Una volta arrivato il nostro cibo ci spartiamo le cose che abbiamo preso, e io cerco la mia insalata, che appena Andrea vede commenta:
"Ma figa, l'insalata al Mc?", scherza unendo le mani e ridendo.
"Dai! Non ho tanta fame!", rido io, e Agostino risponde:
"Guarda che non c'è Ale', se volevi un panino lo potevi prendere", dice burlando mentre apre il cartone con il suo Crispy, ma io non gli dò corda, rimango seria.
"Ora non è che tutto quello che faccio nella vita è ricollegato a lui, eh.", dico ironicamente, però con un lieve tono di verità. Loro due si guardano complici, e fanno un sorrisetto come per smentire quello che ho detto.
"(T/N), so che ti sei stufata di sentirti dire le stesse cose da noi due, ma davvero, stai attenta ad Alessandro."
"Ma perché mi dite così? Vorrei capire!", rispondo ad Andrea cominciando a mangiare una forchettata di foglie d'insalata.
"Perché fino a un mese fa ti ha mostrato una faccia di quello che lui è, ma l'altra l'ha tenuta nascosta. E noi lo sappiamo com'è."
"Ma piantatela!", mi metto a ridere sorseggiando l'acqua.
"Davvero, (T/N). Stai attenta.", Agostino si fa serio, e Andrea lo guarda, sembra che abbiano avuto brutti episodi oltre a quello dell'altro giorno. Io guardo negli occhi Agostino, e al contempo incrocio gli sguardi di Andrea mentre mangia nervosamente le sue patatine. A bocca piena, è proprio Andrea a rompere il silenzio:
"Va beh, parliamo di altro, dai.", introduce una nuova conversazione.

~ 𝑆𝑐𝑎𝑟𝑝𝑒 𝑅𝑜𝑠𝑠𝑒 ~ 𝑆ℎ𝑖𝑣𝑎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora