- Casa -

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Dopo esser riuscita a sorpassare tutti gli ostacoli presenti in corridoio e in camera mia, mi posiziono sul letto, controllando il telefono. Noto diversi messaggi provenienti da WhatsApp: Alessandro.
Scusami ancora bimba
Ti amo🖤
È così dolce da parte sua, lo amo, anche se spesso sfasa come un'ora fa. Gli risplnderò dopo, tanto non gli ho ancora visualizzato i messaggi. Poi c'è Karim:
(T/N) oggi esci? O sei dal parassita?
Simpatico, come sempre. Non rispondo nemmeno a lui, senza lasciargli neanche il visualizzato. Il gruppo classe:
Raga ha messo i voti di mate.
Non rispondo, il voto lo guarderò più tardi. Infine il messaggio di Andrea:
Sei a casa?
Se c'è qualche problema sappi che anche se io e Ale abbiamo litigato mi potrai sempre cercare
Ti voglio bene💛
Com'è tenero Andrea, anche se non sa cosa sia successo dimostra sempre il suo affetto. E poi ha utilizzato il cuore giallo, che era il cuore di tutto il nostro gruppo. Anche io gli voglio bene, ma glielo farò sapere più tardi.

In questo momento non ho voglia di pensare a niente, anche perché stare a casa mia mi prosciuga tutta la positività. È vero che ho detto che tutte le scatole e tutte le cianfrusaglie che sono accatastate per casa sono ricordi di mia madre, ma è anche vero che sono miei. Perché tutti quei ricordi riportano a mio padre. Ciò che mi rimane di lui, comunque sia, non è troppo carino. Si chiamava Carlo. Non ho parlato mai di lui a nessuno, nemmeno ad Alessandro, che ha detto che avrei potuto sempre dirgli tutto. Ma mio padre è un capitolo della mia vita e di mia madre, triste. Quando lui tornava da lavoro, prima di rientrare a casa, andava al bar che c'è giù da basso, il Back Bar, allestito con poster di vecchi cantanti, attori, o comunque personaggi famosi. Inutile dire che prima di salire in casa si ubriacava fino a barcollare, stava sempre fino alle 20:00, e poi arrivava fuori di sé. Esigeva che fosse tutto pronto per cena, e quando trovava la tavola allestita andava tutto bene, ma quando mia madre non faceva in tempo a preparare tutto, diventava una bestia. Mia madre è una cuoca, la migliore di Corsico, quindi per questo Carlo pretendeva che fosse sempre lei a dover preparare da mangiare, usava il suo mestiere come scusa. Però certe volte mia madre, stufa del suo comportamento giustamente, non cucinava appositamente, nemmeno a me, oppure a me portava la cena in camera, chiedendomi di chiudermi dentro ad essa, per non sentire le litigate. Però non erano semplici litigate. Mio padre la picchiava, e io le prime volte ho provato a intromettermi nelle loro risse, ma è sempre andata a finire che pure io diventavo vittima dell'aggressione. Così ho smesso di aiutare la mamma a difendersi da lui, chiudendomi nella mia stanza a mangiare controvoglia il pasto preparato da quella che in quel momento stava subendo violenza fisica. E lei preferiva che io stessi lontana da lui in quelle circostanze. Sentivo la sua voce femminile che veniva straziata, le sue grida che trafiggevano i muri della casa, e le urla aggressive di mio papà che le urlava contro quanto potesse essere ritardata.

Però nonostante questi continui episodi mia madre gli è sempre stata dietro, mia madre lo ha sempre amato allo stesso modo sin da quando si sono messi assieme. Lo ha sempre amato anche se tutti le hanno sempre chiesto il perché. Lei non lo ha mai affrontato, non ha fatto altro che provocarlo e poi ha sempre pagato le conseguenze. Io ho sempre visto questo suo modo di fare come un qualcosa di eroico. Carlo era un uomo molto robusto, muscoloso, il suo lavoro gli consentiva di essere ben piazzato. Era un carpentiere metallico, lavorava negli impianti di riverniciatura. Quando alzava le mani a mia mamma, anche se lei avesse voluto, non poteva opporre resistenza, e il fatto che lei si volesse ribellare a lui provocandolo, mi faceva pensare a quanto lei fosse forte. Stare con una persona violenta come lo era mio padre, non era una cosa da niente, io non vedevo mia madre come succube, io vedevo via madre come uno spirito pieno di coraggio. Se dovesse succedere anche a me io vorrei essere come lei. Innamorata e forte.

~ 𝑆𝑐𝑎𝑟𝑝𝑒 𝑅𝑜𝑠𝑠𝑒 ~ 𝑆ℎ𝑖𝑣𝑎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora