- Silenzio -

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Andrea's POV

È mattina, stanotte l'ho passata in bianco, come ogni altra notte d'altra parte. Ma non per qualcosa, perché semplicemente di notte sono o in studio, oppure mi dò al cazzeggio, anche se per la maggior parte delle volte sono in studio. Ma questa volta non è andata così. Ho passato tutto il tempo a guardare delle serie su Netflix, però non ne ero realmente interessato. Era giusto per fare qualcosa, per dimenticare il fatto che non riesco a dormire, e per fare in modo che il tempo passasse più velocemente.
Ho detto ad Agostino di venire da me in mattinata, così adesso lo sto aspettando mentre sono sul telefono a guardare dei video da Instagram.

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È circa mezzogiorno Agostino non è ancora arrivato. È strano, aveva detto che faceva ritardo, ma doveva comunque essere qui un'ora fa. Mi sembra eccessivo. Intanto io preparo da mangiare due stronzate, non ho voglia di cucinare niente, anzi, se il mio migliore amico si muovesse ce ne andiamo da qualche parte a mangiare.
Dopo circa dieci minuti sento il campanello di casa mia suonare.
"Oh, cazzo, finalmente", apro la porta, il mio tono è sul ridere, ma comunque la mia accoglienza non diverte il mio interlocutore.
"Ma vaffanculo", Agostino entra in casa guardando in basso, camminando con delle movenze che lasciano intendere che lui sia turbato per qualcosa.
"Fra', che è successo?", domando.
"Eh, 'cos'è successo?', 'sto figlio di merda. Ma nato male proprio.", non so se vuole che intuisca di chi sto parlando, fatto sta che non ci riesco, e quindi gli chiedo di approfondire.
"Ma chi?"
"Ma quel cornuto del tuo vicino di casa!! Che magari fosse cornuto!!"
"Ma Alessandro?", primo tentativo.
"Eh no, 'sto cazzo!"
"Dai, che ha fatto adesso? Perché sei così incazzato?", comincio a fargli raccontare la vicenda.
"Ma niente, gli ho lanciato in faccia la verità e ha pure avuto il coraggio di sputare verso di me per fare il figo quale non è!! Minchia, lo meno!!", mi soffermo sulla prima parte del suo discorso.
"Aspetta, quale verità?"
"Quella in cui pesta (T/N) a sangue!! Ma cazzo, l'hai vista in giro!? Ha una faccia scavata che pare una morta che si regge in piedi, è nera di lividi sul viso!! E ha pure avuto il coraggio di dirmi di farmi i cazzi miei!! Non sono amico degli sbirri, ma questo va denunciato!! 'Sto parassita deve sparire!!"
Agostino sa benissimo quanto mi turbi l'argomento '(T/N)', e ha sempre cercato di parlarmene il meno possibile, anche se ogni volta ero io a tirare fuori la questione. Questa volta non è riuscito a non citare il suo nome. Solo adesso vengo a sapere che il mio migliore amico è riuscito a vedere per strada la ragazza per caso. Il mio cuore comincia a premere sull'acceleratore. Lei è un tasto delicato per me.
"L'hai vista?"
"Sì.", risponde ancora scazzato per la sua motivazione precedente.
Gli occhi mi si bagnano di un velo, lucido e trasparente, ma metto l'orgoglio avanti a me, e scaccio la mia domanda che ho appena posto ad Agostino.
"Va beh, scusa, e quindi che ha detto?"
Riprende a urlare il suo sfogo raccontando i fatti e aggiungendo la sua opinione a riguardo.
Cazzo, è passato un anno da quella volta. Eppure (T/N) è un colpo al cuore per me.
Copro questo mio turbamento, cerco di metterlo dietro ad una maschera e gli rispondo insultando Alessandro con molta foga. Dopo un po' decidiamo di cambiare discorso e parliamo di altro, del fatto che stasera andiamo in studio a registrare e che comunque dobbiamo organizzare qualcosa per sballarci in questa serata. Ma dopo un'oretta veniamo interrotti da una chiamata al cellulare di Agostino, il quale risponde quasi subito. È Sofia, la sua ragazza, e a quanto ho capito vuole che lui la raggiunga il prima possibile.
"Bro', scusa, devo andare."
"Chill, Fra, non c'è problema. Chiamami più tardi che ci becchiamo."
Risponde in modo affermativo e lascia il mio appartamento salutandomi come si deve.
Ed ecco che la sua immagine mi riaffiora nella mente.

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È passata un'altra ora. Mi sono annoiato parecchio, ma nella mia solitudine il pensiero di (T/N) mi ha tenuto compagnia per quanto lei non lo volesse. Ho pranzato da solo, e ho anche riflettuto nel mentre, rimuginavo sulle parole di Agostino, che dice di averla vista malridotta. Non avevo dubbi personalmente, ma ho sempre sperato fosse falso. Non riesco a immaginare il volto di (T/N) rovinato. Lei è così bella. Non mi riesce minimamente visionarla nella testa con del sangue che le cola dalle labbra, o dal naso, oppure con gli zigomi anneriti e rigonfiati. Col rossetto sbavato dalla violenza, con il mascara che scivola dai suoi occhi inumiditi da lacrime addolorate. Non ce la faccio a vederla così, dentro di me. E non vorrei mai vederla in questo modo.

~ 𝑆𝑐𝑎𝑟𝑝𝑒 𝑅𝑜𝑠𝑠𝑒 ~ 𝑆ℎ𝑖𝑣𝑎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora