CAPITOLO 8

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Il giorno dopo mi sveglio alle 6 così da potermi preparare con calma e poter prendere tutto l'occorrente per le tre lezioni che mi aspettano, dopo essermi vestita e aver sistemato la camera vado in cucina a fare colazione

"Buongiorno Ana, ti vedo strana questa mattina" mi dice Petit che è l'unico sveglio

"Buongiorno Peti, sono in ansia per il compito di latino, correi davvero riuscirlo a portare in puntata così da dimostrare a Todaro di essere davvero versatile, dall'altro lato ho il timore di poter fare una figura di merda cosa che mi darebbe fastidio" gli dico sinceramente

"Devi stare tranquilla, oggi la provi e se ti senti in grado di poterla fare la porterai a lezione altrimenti rifiuterai il compito e andrai avanti con il tuo percorso, ci sarà tempo più avanti per poter dimostrare a Todaro la tua versatilità" mi dice dandomi un'abbraccio che mi rassicura

"Grazie Peti, mi sei sempre vicino quando ne ho bisogno" gli dico

"Gli amici fanno questo ed altro, anche tu lo sei con me quando ne ho bisogno" io annuisco e continuiamo a fare colazione, pian piano si vanno alzando anche gli altri ragazzi e poi andiamo a lezione di classico, appena finisco devo subito andare a fare la coreografia per la gare che farò in puntata

"Anastasia la coreografia ti viene veramente bene, devi solo migliorare un po' l'espressione ma per il resto mi piace veramente moltissimo, per me puoi andare" mi dice Elena, io ringrazio e poi mi dirigo in sala relax mi sciacquo il viso e mi stendo sulla panca per riposarmi visto che ho lezione fra un'ora circa

"Oi sei stanca" mi chiede Holden

"Da morire, fra un'ora ho un'altra lezione" gli dico chiudendo gli occhi

"Mamma mia, di pomeriggio immagino che tu ne abbia altre" mi dice e a me viene già da piangere

"Si, ho due ore di latino e poi dovrei studiare le dispense di classico" gli dico, vediamo entrare Petit che si siede vicino a noi

"Come è andata la preparazione della cover?" gli chiedo cambiando argomento

"Diciamo che l'ho quasi pronta, questa settimana porto una canzone in francese e ho deciso di scrivere delle barre in napoletano" mi dice e io sorrido

"Diciamo che in questa canzone metti le tue origini francesi e napoletane, sono contenta e ovviamente stasera me la farai sentire" gli dico e lui annuisce sendendosi vicino a me e facendomi poggiare la testa sulle sue gambe, continuiamo a parlare e purtroppo arriva il momento di andare a lezione

"Mi raccomando Ana tira fuori a Cazzimma" mi dice lui

"Ce la metterò tutta te lo prometto" vado a lezione e appena entro saluto Umberto e Francesca che mi mostrano la coreografia e la iniziamo a preparare

"Tutto bene?" mi chiede Umberto molto probabilmente vedendomi entrare in crisi

"Si" gli dico anse se gli occhi iniziano a farsi leggermente lucidi, non voglio che mi vedano piangere

"Anastasia è normale dai" mi dice Francesca avvicinandomi per consolarmi

"Mi sento un po' strana a fare questo stile" le dico

"E' normale, stai facendo una cosa nuova e non è per niente semplice, proprio per questo ti devo dire che sei stata bravissima, è quasi finita la coreografia, ci dormi su e vedrai che domani ti senti meglio ok" mi dice lei

"Va bene, scusatemi per questo crollo, mi sembra anche che vi faccia perdere tempo" gli dico

"Ma smettila Ana, è normale avere un crollo, ti capisco perché anch'io ho fatto questo percorso e diciamo che di prove ne ho dovute superare tantissime" mi dice Umberto

"Eh lo so bene" mi asciugo le lacrime e bevo un po' d'acqua "Ok io ci sono" gli dico e riprendiamo a preparare la coreografia, quando finiamo i professionisti vanno via mentre io resto ancora in sala a provare, ad un tratto si apre la porta della sala ed è la maestra Celentano

"Buongiorno" le dico io

"Ciao Anastasia, allora ti stavo guardando dal monitor e ho visto che ti sei messa a piangere"

"Si, perché mi sentivo un po' rigida, cioè non vedermi al 100%, vabbè partiamo dal fatto che io non mi vedo mai al 100% , non sono mai soddisfatta di quello che faccio e vedermi incapace in qualcosa aumenta la mia paura di non riuscire a farcela per la puntata" le dico molto schiettamente

"Allora facciamo una cosa, mettiamo da parte il soldatino che c'è in te, perché secondo me tu sei un po' soldatino, che a me piace, e parliamo un po' così come se io non fossi la tua insegnante del momento" io la guardo e le faccio un sorriso, la maestra Celentano sa anche essere molto comprensiva ed empatica e non solo la "Strega" che molti descrivono "Ma tu piangi spesso?"

"Allora nell'ambito della danza mi viene da piangere quando non sono soddisfatta del lavoro che sto svolgendo" le dico

"E nella vita privata?" ecco il tasto dolente

"Diciamo che prima ero più sensibile, diciamo che crescendo lo sono molto meno di fronte agli altri e soprattutto davanti a mia madre perché con la morte di mio padre ha sofferto molto e quindi io dovevo essere forte anche per lei e forse proprio per questo a volte esplodo" le dico

"Vorresti essere più leggera?"

"A volte vorrei, io ho diciassette anni ma mi porto addosso un peso di una molto più grande" le dico

"Delle volte forse pretendi un po' troppo da te stessa, mi spiego meglio, delle volte dovresti accettare che anche tu hai dei momenti di crollo, capisco che tu ti mostri forte per tua madre ma adesso ha trovato un uomo che è stato in grado di riuscire a curare alcune delle sue ferite"

"Questo è vero però delle volte ho anche il timore che magari potrei deluderla, lei continua a dirmi che mi devo concentrare solo sulla danza soprattutto dopo che le ho detto che sono riuscita ad entrare all'interno della scuola ma lei non capisce che io vorrei vivere come una ragazza e non come se fossi già un'adulta"

"Lo capisco" mi dice dandomi un abbraccio, in questo momento sto resistendo per non piangere, finiamo di parlare e io vado in sala relax in lacrime, appena entro non trovo nessuno e mi dirigo verso il bagno, dopo un paio di minuti sento bussare

"Chi è?" chiedo

"Sono io" mi dice e riconosco la voce di...

DAMMI MILLE BACI - Amici2023Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora