Fra scarpette da calcio e fazzoletti della verità.

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Annabeth si ritrovò a fissare le sue scarpe preferite. Erano azzurre e verdi, e le usava solo per giocare a calcio, le amava. La ragazza sentì il suo cuore accelerare il battito e la prima goccia di sudore colarle giù per la fronte. Fece un respiro profondo, e iniziò ad allacciarsele. Intanto ripeté nella mente lo schema della partita. Le sue compagne entrarono nello spogliatoio, fra le quali anche Thalia, che saltellava sul posto, con i capelli legati in una codina, che ondeggiavano a ritmo dei suoi salti.

-Sapientona, sei pronta?- L'amica le sorrise, energica. Annabeth la ammirava, Thalia aveva una grinta pazzesca, era una ragazza forte, coraggiosa e leale, e Annabeth la prendeva come esempio, come punto di riferimento.

-In realtà sono un po' agitata, le nostre avversarie sono forti, sembrano degli armadi e...-

-Annie.- La zittì Thalia. -Ce la faremo. Oggi mio fratello è sugli spalti con Percy e Luke, andrà tutto bene, dobbiamo fare bella figura, o semplicemente non fare figuracce.- Thalia sorrise.

Il cuore di Annabeth fece una capriola.

"Ho un cuore acrobata?" Si chiese Annabeth, poggiandosi una mano sul petto. Alzò lo sguardo.

-Percy Jackson dici?-

-Sì, perché?- Thalia aggrottò le sopracciglia.

-E' che- In quel momento l'allenatore entrò nello spogliatoio, soffiando incredibilmente forte nel suo amato fischietto, che sia Annabeth, sia le sue compagne, detestavano terribilmente.

"I timpani prima o poi mi esploderanno." Pensò Annabeth, con una smorfia, immaginando il fischietto dell'allenatore spaccarsi in due.

-Siamo pronte guerriere?-

-SI!- Urlarono tutte in coro.

-Annabeth, ho visto il tuo schema, è un capolavoro, come sempre.- L'allenatore sorrise ad Annabeth, che gonfiò il petto.

-La ringrazio Mister.- Disse con orgoglio.

-E ora andiamo a spaccare le chiappe delle avversarie. Su!-

-BORD VILLE HIGH!!WUU- Urlarono tutte in cerchio, con una mano al centro.

La partita era iniziata da un po'. Erano le tre del pomeriggio. Percy Jackson era seduto sugli spalti e sorseggiava una Coca-Cola Light. Non ci capiva niente di calcio, essendo un grande amante del rugby e del baseball. Riusciva a vedere però Annabeth, la numero 3, che correva sull'erba, con la divisa della scuola e la sua solita coda spettinata. La partita era ancora sullo 0-0. Percy era seduto in mezzo a Jason e Luke, e quando l'arbitro fischiò la fine del primo tempo, ne approfittò per fare due domande all'amico.

-Ehi Luke.- Disse dandogli un colpetto con il gomito.

-Dimmi Testa d'Alghe.-

-Odio quando mi chiami così.- Luke sorrise beffardo.

-Lo so. Di cosa si tratta?-

-Oggi come è andata la tua pausa pranzo?- Percy cercò di sembrare indifferente. Si sedette con aria da duro. Luke sorrise, guardando il prato del campo.

-Perché dovrei dirtelo, Percy Jackson?- Percy strinse i pugni.

-No, ero solo curioso, sai, Annabeth è la babysitter dei miei fratelli.- Iniziò Percy. -E voglio sapere di più su di lei.- Mentì.

-Non è successo nulla di che, abbiamo fatto gli esercizi di algebra e poi abbiamo parlato. Lei è simpatica e dolce, sai, penso di invitarla al ballo d'Inverno.- Percy ingoiò.

-Davvero?- Chiese, incredulo.

-No, scherzo.- Disse ironicamente Luke roteando gli occhi.

-Certo che la inviterò!-

Do you ever feel invisible?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora