Pioggia e lampi fanno nascere un'amicizia, o un amore...

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-E così Hazel e Frank si sono baciati? Almeno una di noi ha trovato l'amore...- Disse Annabeth alzando gli occhi al cielo, attraversando il corridoio accanto a Thalia, a passi svelti.

-Non direi, non te l'ha detto Piper?- Annabeth si accigliò.

-Detto cosa?- Scrutò l'amica elettrica da dietro i boccoli biondi.

-Che ha preso A+ in economia e che...-

-Thalia!- La rimproverò Annabeth.

-Sii seria!-

-Mi scuso.- Disse con tono melodrammatico, sorridendo.

-Allora, è successo che...-

*il giorno prima*

Piper aspettava che passasse qualcuno con un ombrello per scroccare un passaggio. Diluviava, e lei aveva dimenticato il suo a casa, seppur il meteo aveva chiaramente previsto piogge anomale.

-Ho uno stupido cervello di carota.- Borbottò poggiandosi alla colonna sotto il porticato della scuola, a braccia conserte. Il cielo era grigio e coperto di nuvoloni neri e carichi d'acqua. Insomma, non avrebbe smesso di piovere per almeno un'altra mezz'ora. Anche Leo era andato a casa... I due erano diventati amici, grazie al carattere estroverso del ragazzo. La loro amicizia era iniziata nell'aula di biologia, quando per sbaglio Leo aveva urtato con il sedere un contenitore di vermi morti da osservare al microscopio ed erano caduti tutti sulla gonna di Rachel scatenando una marea di risate e le urla isteriche della rossa.

"Pagherei qualsiasi somma pur di rivederlo." Pensò Piper mordendosi il labbro, per non scoppiare a ridere.

"Quel ragazzo ha tutta la mia stima."

Leo e Nico si erano trasferiti definitivamente a Bord Ville, e a quanto pareva Leo e Piper sarebbero diventati molto amici, e Piper ne era contenta.

Era davvero tardi. Piper rivalutò l'opzione -corri nella pioggia veloce come Bolt e vola a casa senza inzupparti completamente.- Ma i lampi le fecero cambiare idea. Si nascose dietro ad una pianta finta. I tuoni la spaventavano. Un boato riempì il cielo, seguito da un'improvvisa vampata di giorno luminoso. Piper sobbalzò.

-Ehi!- Piper si voltò brusca con un urlo strozzato in gola.

-Sono io!-

E si tranquillizzò non appena i suoi occhi cangianti si incastonarono in quelli azzurri e limpidi che aveva sempre osservato di nascosto fra le ante degli armadietti in corridoio.

-Jason!- Piper cercò di controllare il rossore, ma probabilmente le aveva invaso tutte le guance.

-Tu sei Piper, la ragazza della B con la quale ho parlato in chat, giusto?-

"Conosce il mio nome, Dei, conosce il mio nome!"

Piper si sarebbe messa a saltellare come un coniglio pasquale, ma mantenne l'espressione seria.

"Be', sai com'è Piper... glielo hai detto tu ieri..." La professoressa di francese -materia in cui lei eccelleva- le aveva detto di contattare il ragazzo e portargli il libro di recupero, in quanto quel giorno era stato assente.

-E tu sei Jason, il fratello di Thalia. Cosa ci fai qui?-

"Domanda intelligente... Ovvio che è venuto per il libro..." Pensò Piper roteando gli occhi, ma il sorriso di Jason liberò le farfalle dalle gabbie, che presero a svolazzare nello stomaco di Piper come impazzite.

-Allenamento, mi hai portato il libro?- Piper scosse la testa, svegliandosi dalla tanche nella quale era irrimediabilmente caduta.

-C-certo!- Tirò fuori dalla cartella il libro dalla copertina rossa e lo porse al ragazzo, che l'afferrò e lo ripose nel suo zaino.

Do you ever feel invisible?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora