Io odio biologia.

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-Tu ci credi?- Thalia inarcò un sopracciglio quando si accorse che Annabeth non le sta prestando minimamente ascolto. Le sventolò il libro di chimica davanti agli occhi.

-Prontoooo!-

-Cosa?- Chiese Annabeth distrattamente, incrociando gli occhi blu dell'amica.

-Annie, non mi stavi ascoltando!- 

-No è che...scusa Thal....- La ragazza punk fece spallucce.

-Ti perdono, non è che pensavi ad un certo struzzo con gli occhi verdi, vero?-

-Eh? No,no.- Scuoté la testa Annabeth, arrosendo giusto un po'.

-Beh, comunque sia...- Annabeth ringraziò il cielo della noncuranza dell'amica.

-Ci credi che a Silena piace Charles?-

-Ma chi, Beckendorf?-

-Ti boccio Chase, sei sempre disattenta.- Affermò Thalia incrociando le braccia al petto, ma sorridendo.

-Mi scusi madame, mi perdoni.-

-Comunque sì, il ragazzo-armadio della B...-

-Ma sì, starebbero bene assieme.- Decretò Annabeth aprendo il suo armadietto. 

-Che abbiamo a prima ora?- Annabeth lesse dall'orario scritto sul suo foglietto che aveva appiccicato sull'anta, pieno di unicorni e arcobaleni che aveva disegnato Silena quella famosa volta a pausa pranzo, mentre Annabeth cercava di scrivere l'orario decentemente.

-Biologia.-

-Io odio biologia.- Thalia sbuffò, sottolineando con voce seccata la parola 'odio.'

Annabeth guardò per un momento l'amica. Era davvero diversa dal fratello. Non solo di aspetto, ma anche per quanto riguarda il carattere. Thalia era una ragazza semplice e solare, un po' punk, inevitabile, ma pur sempre disponibile e allegra. Jason era l'opposto. Era uno stupido, altezzoso e triste ragazzo biondo con un irrefrenabile interesse verso le macchine sportive e i suoi capelli, capitano della squadra di football. Thalia diceva spesso che non andavano molto d'accordo, anche se erano pur sempre fratelli e si volevano bene, ma i  momenti da 'fratello e sorella' non erano moltissimi. 

-A cosa pensi, Ann?- 

-No, a nulla, andiamo, o faremo tardi.- Lo squillo della campanella le fece correre fra i corridoi a più non posso.

"Un buon inizio, davvero un buon inizio." Pensò Annabeth, col fiatone.



Percy Jackson camminò per il corridoio, ignorando con diffidenza gli sguardi curiosi e gli occhi a cuoricino di alcune ragazze. 

"Irritante." Pensò Percy, girando a destra verso la segreteria. Venne accolto da una signora grassoccia che parlava da dietro un vetro.

-Salve, tu sei?...O sì! Il ragazzo nuovo!-

"Il ragazzo nuovo." Ripeté Percy.

-Aspetta un attico che... oh cielo, un attimo, intendevo un attimo, che dico? Il lavoro già mi stressa.-

"Devi vedere io quanto sono felice." Si disse Percy roteando gli occhi e stringendo le strisce di tessuto dello zaino sulle sue spalle. La signora continuava a rovistare in una pila di fogli sulla scrivania.

-Ecco bel giovanotto.- Prese una decina di fogli e li passò sotto il vetro. Percy li guardò con avversione, prima di allungarsi per prenderli, con riluttanza.

-Se hai qualche problema, mi troverai qui.- Continuò la signora con un sorriso fin troppo amichevole.

 -Il numero dell'armadietto e l'orario sono qui, i tuoi libri sono già nell'armadietto. So che amerai la Bord Ville High!- Disse con una scintilla negli occhi la donnetta.

Do you ever feel invisible?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora