Di cose non dette e appuntamenti galanti.

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"Non reggo più." Si disse Thalia, contando ad occhi bassi le carotine che si nascondevano nel piatto fra le foglie di insalata e i pomodori. Allungò la mano verso il bicchiere e ne bevve un lungo sorso. Poi chiuse gli occhi e respirò a fondo.

-Che c'è Thal?- Chiese Annabeth, mentre ancora sorseggiava il succo di frutta alla pesca dal brick con la cannuccia. Il brusio di sottofondo non aiutava di certo Thalia a trovare le parole adatte per rivelare la semplice ma complessa verità.

-Thal?-

-SonsfidenzataonUke...- Thalia si tappò la bocca con la mano. Annabeth scoppiò in una sonora risata, sputando succo di frutta ovunque.

-Tha...Thalia...sto ridendo troppo NON CE LA FACCIO AHAHAHAH- Thalia sorrise, mentre Annabeth continuava a ridere battendo il pugno sul tavolo e ad asciugarsi le lacrime e un po' di succo alla pesca che le era schizzato fuori dal naso.

-Che vorresti dire?- Disse poco dopo, recuperando il controllo, cercando con tutte le sue forze di non ridere.

Thalia divenne seria. Le parole le uscirono tutte d'un fiato. Annabeth tolse tutte le fette di salame dal suo trancio di pizza e lo addentò, come un t-rex affamato che si lancia sulla sua tenera e piccola preda.

-Sono la fidanzata di Luke.- Annabeth si strozzò con il pezzetto di pizza e guardò l'amica con gli occhi quasi fuori dalle orbite.

-Annabeth, tutto okay?- Annabeth era diventata bianca come un lenzuolo e continuava a tossire, poi il suo viso assunse una strana sfumatura di rosso, per poi passare al viola e al verde.

-Annabeth?!- Si stringeva la gola. Thalia si alzò dal tavolo e corse dietro alla sedia di Annabeth, la strinse da dietro e premette i pugni sotto il diaframma, finché non sputò il pezzo di pizza che la stava soffocando. Tutti si erano girati a guardare, Thalia si accasciò a terra. Tutti presero a battere le mani.

La ragazza li guardò in malo modo, poi sospirò, sollevata.

"Studiare per tre ore la Manovra di Heimlich è servita a qualcosa..." Si disse Thalia, asciugandosi la fronte.


"Ho rischiato di morire soffocata." Annabeth era stesa su un lettino dell'infermeria, non aveva avuto il coraggio di dire una parola, e aveva accettato l'aiuto di Thalia che l'aveva portata lì.

-Ne parliamo dopo, Annie.- Aveva detto l'amica con aria afflitta, poi uscì, lasciando Annabeth sola. Le faceva male il torace e ad ogni respiro le veniva una fitta di dolore.

"Non mangerò mai più una sola fetta di pizza in tutta la mia vita."

Ma il problema non era questo adesso, per niente. Ce ne era uno mille volte più grande, si trattava di una ragazza con i capelli rossi.

"Sono nei guai." Annabeth sbuffò. "Mai una cosa che va per il verso giusto, Dei."


-Non lo so Jason, non lo so. Cosa dovrei fare?- Percy scalciò un sasso che attraversò rotolando la strada prima di finire in un tombino con un sono plof.

-Non lo so Perce, quel ragazzo puzza di guai, e qui c'è di mezzo una donzella... che si fa?- Percy alzò le spalle.

-Io voglio invitarla al ballo, ma non ne ho il coraggio...- Percy abbassò gli occhi e prestò la sua attenzione alle foglie secche che scricchiolavano sotto le sue Converse blu.

-Amico, senti, in amore tutto è lecito, potresti risolvere la questione con uno sgambetto, così il tizio ruzzola giù dalle scale e problema risolto, può sembrare un inci-

Do you ever feel invisible?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora