Il festival studentesco e involtini primavera.

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-Sta per iniziare Annie!! Manca solo una settimana ormai!- Strillò su di giri Piper, con gli occhi spalancati a forma di stelline. Annabeth corrugò le sopracciglia.

-Sta per iniziare che?- Chiese, beccandosi un'occhiata scettica dall'amica.

-Come 'che'? Il festival studentesco Annie!- Piper la guardò come se fosse un alieno sceso da Marte.

Questa bella notizia si fece largo nella mente di Annabeth, come un fascio di luce che perfora le nubi nere. "Il festival studentesco! Evviva!" Gridò una vocina nella sua testa. Poi le venne in mente il vestito chiuso nell'armadio che avrebbe dovuto trasformarla in una principessa.

"Sarà imbarazzantissimo."

-Quest'anno noi del club di teatro abbiamo deciso di mettere in scena Romeo e Giulietta.- Annunciò Piper piroettando nel corridoio, sospirando. Annabeth arrancò per starle dietro.

-Io e la squadra giocheremo di domenica la finale del torneo.- Sorrise Annabeth soddisfatta.

-Oh no! Domenica 20 porta pioggia!- Disse Piper con un'espressione drammatica.

-E che fa, giocheremo sotto la pioggia.- La rassicurò Annabeth.

-Pioggia vuol dire. FANGO.- Piper spalancò gli occhi, come se l'aver pronunciato quella parola avesse scaturito in lei lo stesso panico che causa un film Horror la notte di Halloween.

"O un ragno." Pensò Annabeth.

-Non devi preoccuparti Pip, un po' di fango non è una tragedia.- Disse Annabeth con noncuranza.

-Cosa? E' FANGO ANNABETH! Non che io da piccola non amassi saltare nelle pozzanghere di fango come Peppa Pig, ma è la seconda cosa che odio di più dopo le palline da ping pong!- Annabeth ne conosceva il motivo. Il ricordo di Piper che cadeva colpita da una pallina in piena fronte con un bernoccolo che le spuntava sulla fronte come l'Everest la fece ridacchiare.

"Ah, giusto." Si ricordò anche di quando Piper era scivolata in una pozzanghera di fango in cortile, uscendone come una torta glassata al cioccolato davanti a tutta la scuola...

-Andrò al ballo con Jason!- Sospirò sognante Piper. Altre piroette.

-Io non ne ho idea, nessuno mi ha ancora invitato.- Disse Annabeth con nonchalance, alzando le spalle.

-Come no?- Una terza voce si aggiunse alla conversazione, e un Leo raggiante circondò con le braccia le sue amiche.

-Hai tanti pretendenti Annie. Sai, nello spogliatoio della palestra molti dicono che sei carina.- Disse Leo alzando i palmi delle mani.

-Eh?...che cosa dicono?- Annabeth impallidì.

-Dicono che sei carina!- Rispose semplicemente Leo, ed Annabeth si sentì strana.

"Non sono mai piaciuta a nessuno...".

-Poi dicono che piaci ad un ragazzo della squadra di nuoto, ma non so chi.- Annabeth strinse il quaderno di geometria.

"Un ragazzo della squadra di nuoto?" Ingoiò. 

-Come mai sei così felice Leo?- Chiese Piper, sgretolando l'imbarazzante silenzio che si era creato.

-Noi Mangiafuoco dobbiamo esibirci nel cortile l'ultimo giorno del Festival!- Nei suoi occhi zampettarono le scoppiettanti fiamme che circondavano perennemente le sue iridi. Per un momento Annabeth rabbrividì.

"Leo e il fuoco insieme sono pericolosamente pericolosi."

-Non vedo l'ora di assaggiare tutto quello che preparerà il club di cucina!- Esclamò Thalia, unendosi al gruppo che chiacchierava accanto agli armadietti.

-Tu cosa farai Thalia?- Chiese Leo.

-Niente di estremo, monteremo con il mio club le luci e il palco.- Disse sorridendo. -Noi ci esibiamo il 22. Ci andremo giù pesante con la band, sarà una notte all'insegna del rock!-

-Ve ne occuperete voi? Allora spaccheremo alla grande!- Leo fece un piccolo saltello.

-Con chi vai al ballo, Testa di Pigna?- Piper era curiosissima.

-Ehm... ecco...- Leo e Thalia si guardarono, complici.

-No!- Esclamò Annebeth ironica. –Non ci credo!-

-Non ha saputo resistere al mio fascino.- Disse Leo, gonfiando il petto e sorridendo malizioso.

-Non scherzare con l'elettricità, Valdez.- Lo avvertì Thalia, e i suoi occhi blu lampeggiarono.


-Come faccio a dirglielo?- Il ragazzo biondo guardò l'amico gettare l'asciugamano della squadra di nuoto nell'armadietto, frustato. -Ah non lo so amico, ma io glielo chiederei, sai com'è, è una bella ragazza, il tempo stringe...-

-Non sei d'aiuto Jason.- L'amico scrollò le spalle. L'altro si afflosciò su una panchina, passandosi una mano nei capelli ancora umidi.

-Sono nei guai Jason, devi aiutarmi!-

Il biondo accese il cervello. -Vediamo un po'...-


Nico sistemava gli addobbi nel suo club, allungandosi per appendere uno striscione, in bilico su una scala. "Odio fare l'equilibrista."

Nella terza aula a destra delle scale, secondo piano, aula di musica, Nico Di Angelo era in equilibrio precario su una scala, ma in fondo, questo e altro per amore... del club, s'intende. Adorava il suo club. Di certo gli toccava interagire con degli esseri viventi, ma i suoi compagni erano degli umani piuttosto simpatici. Poi, condividevano il suo immenso amore per i fumetti, quindi il tempo passato con loro risultava addirittura "piacevole". Nico era entrato da poco nel club, ma già lo amava. Lui e gli altri membri avrebbero organizzato una specie di mostra, il 21 dicembre. C'erano modellini ovunque, fumetti esposti, insomma, uno spazio in cui i ragazzi...e le ragazze, cosa molto rara ma non estinta, potevano condividere la loro passione per i personaggi dei fumetti con altre persone. Nico si definiva un Fanboy, ma non lo aveva mai detto ad anima viva. Faceva parte di parecchi Fandom e amava leggere. Nessuno aveva mai osato guardare oltre la maglietta nera con il teschio e la sua fama da chitarrista, per cui non aveva trovato motivo di dirlo in giro. Questo lato di lui era rimasto seppellito, in un angolino remoto, ben nascosto dal suo aspetto macabro.

-Babbani.- Mormoro lentamente. Poi oscillò. Stava per cadere dalla scala traballante.

"No, no! Non voglio morire!" Sudò freddo. Poi, fiuuuh boom! Nico cadde rovinosamente sul pavimento, portandosi dietro lo striscione che stava appendendo e che lo avvolse come un salame. Un ragazzo entrò nell'aula e quando vide Nico aka involtino primavera si precipitò ad aiutarlo.

-Vuoi una mano, amico?- Chiese.

"No, mi stavo divertendo ad arrotolarmi negli striscioni, sai com'è..."

Nico sbirciò dal suo nuovo turbante, maledicendo tutti gli Dei del cielo e preparandosi ad una terribile figuraccia. Gli faceva male tutto. Poi si ritrovò riflesso in degli occhi belli e limpidi, blu. Il ragazzo dai capelli color grano sorrise tendendogli una mano, e delle farfalle presero a svolazzare nel suo stomaco.


Nota: Vi è piaciuto questo capitolo guys? Vi ringrazio di cuore i venti e passa commenti del capitolo precedente, ne aspetto altri qui sotto! Grazie alle persone che continuano a leggere questa fanfiction, siamo già al capitolo 20 e la storia si sta per concludere çwç Grazie mille a tutti, davvero! Al prossimo capitolo! -Sam ♥

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