Do you ever feel invisible?

Panda salvatori.

Percy ebbe un altro conato di vomito.

-Che cavolo ci fai tu qui? Percy! Ti rendi conto? Stavi per essere investito!- Percy non rispose. Restò a fissarla. Con quel vestito scintillante, i capelli sbatacchiati ovunque e il trucco colato, era lo stesso più bella di un angelo. -Ecco...io, Annabeth suvvia! E' Natale!- rise isterico Percy, tentando di rimettersi in equilibrio. Annabeth non mollò.

-Tu non vai da nessuna parte!- Percy rise. -Mi piace quando fai l'autoritaria.- La ragazza fece una smorfia. -Mi spieghi perché vagabondi ubriaco con un gesso al piede rischiando di morire nel bel mezzo della notte?- Sbraitò furiosa. Percy si avvicinò al suo volto.

-Solo se tu mi spieghi perché piangi...- Annabeth esitò. La presa attorno al polso di Percy si attenuò.

-Dov'è tua madre, Percy?- Chiese seria, guardandolo negli occhi. L'altro sorrise e fece spallucce. -Ad un musical per cuori solitari...- La ragazza alzò gli occhi al cielo.

-Andiamo, ti porto a casa, mi fai schifo conciato così.- Percy tentò di ribattere dicendo quanto fosse sexy con lo smoking, ma riuscì solo ad allontanarsi da Annabeth prima di accasciarsi sui mattoni e vomitare tutto quanto.

-Percy, non avrei mai voluto assistere ad uno spettacolo come questo.- Percy si alzò barcollando e ridendo. -Sorry baby, ho alzato un pochettino il gomito stasera...- Annabeth sospirò e strinse Percy con un braccio. Lo prese per le spalle e lo aiutò a riprendere le stampelle. -Andiamo a casa Percy.- Percy stette zitto per tutto il tragitto, tranne per qualche sghignazzata che non riuscì a trattenere. La presa attorno alla sua spalla era forte. La testa penzolante gli cadde di lato. Si poggiò sulla schiena di Annabeth. Profumava di libri, di carta e di biscotti. Percy respirò a fondo il suo profumo, beandosi di quel calore nella fredda notte della Vigilia. 

Quando arrivarono a casa, Percy si infilò le mani nello smoking sudicio, in cerca delle chiavi. Le sue dita sfiorarono il cofanetto in velluto, un brivido gli passo giù per la schiena.

-Eccole! Yuppi!- Cercò la serratura, ma non riusciva ad infilare la chiave. -AHAHAHHA Annabeth! La chiave non sta un attimo ferma!- La ragazza sbuffò e gli strappò il mazzo di chiavi dalle mani.

-Qual è?-

-Quella blu, ovviamente.- Annabeth individuò la chiave verniciata di blu e la infilò nella toppa alzando gli occhi al cielo. Aprì la porta e si trascinò Percy dietro. Salirono insieme le scale e varcarono la stanza dalle pareti blu di Percy. Annabeth lo adagiò sul letto.

-Stenditi.- Lui obbedì e lei gli tolse le scarpe. La ragazza prese il cestino della spazzatura e lo poggiò accanto al letto. -Se devi vomitare, fallo qui e non sul pavimento.- lo guardò severa per poi voltarsi.

-Annabeth!- Percy le afferrò un polso. Questo sforzo provocò un'altra ondata di nausea.

-Resta con me...- Annabeth lo guardò e sfilò via la mano. Fece per uscire dalla stanza.

-Per favore Annabeth...- La ragazza lo guardò male. Percy non capì tutta questa ostilità nei suoi confronti. Certo, era ubriaco forte ma non era stato lui a baciare Luke Castellan. 

-Sto solo andando a togliermi il trucco dalla faccia.- Percy le sorrise. Per quanto fosse sbronzo, non pensava avrebbe mai dimenticato quel momento. Lei che lo guardava, con gli occhi sporchi di nero... sembrava un panda. Ma era così bella. Era sempre bella. Dopo gli allenamenti, sudata da far schifo, quando si mordicchiava la lingua in biblioteca, quando era furiosa...

-Sei bellissima- le disse, ma lei era già uscita di soppiatto dalla stanza.

Angolo Autrice: TADAAAAAN Scusate se il capitolo è un po' corto e se aggiorno alle 00:36 :') Grazie a chi continua a seguire la mia storia. Ho visto che non avete votato in tanti lo scorso capitolo, non vi è piaciuto? Accetto critiche, suggerimenti, su! Grazie ancora, vi amo ♥ -Sam