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Adel

Dovrei creare una lista, anzi creiamola ora:

o Avere delle spiegazioni da Camilla ✅
o Scusarmi con Eve ✅
o Scusarmi con Tyler ✅
o Chiamare Aaron ❌

Perfetto, ricapitolando, chiedere delle spiegazioni a Camilla fatto questa mattina, anche se ho ancora alcuni dubbi su ciò che mi ha detto ma questo non centra molto con la chiamata.

Scusarmi con Eve e Tyler fatto oggi a pranzo. Quando sono arrivata ho visto Tyler in lacrime e Jack che lo consolava. Ovviamente mi sono subito scusata, non mi piace vedere la gente piangere per colpa mia, soprattutto se tengo a quella persona, e in questo caso, abbastanza.

Non l'ho mai visto piangere, solo una volta, eravamo piccoli ma ricordo perfettamente quell'avvenimento, inciso nella mia mente come una frase in una lastra di marmo.

"Che succede?" Chiede papà lasciando la presa sul mio polso. "Tyler che cazzo fai! Ti sembra normale piangere, i veri uomini non lo fanno" gli urla papà

Io corro ad abbracciare mio fratello, lui fa sempre così quando piango io.

Solo dopo un po' di tempo scoprì cosa era realmente successo, a qual tempo nessuno voleva dirmi nulla.

Quel giorno Tyler vide la sua vecchia fidanzata tradirlo, e la cosa più strana di tutte fu propio la reazione di Tyler.

Non pianse neanche quando prese coscienza in quale situazione familiare si trovava, non piangeva neanche quando papà gli faceva violenza verbale e fisica.

La mia conclusione fu che era pieno di ciò che stesse succedendo e aveva bisogno di sfogarsi, quella della fidanzata fu solo la goccia che fece traboccare il vaso come si sol dire.

Dicevo, dopo essermi scusata con Tyler per la mia reazione esagerata ho chiesto scusa pure a Eve al parco subito dopo mangiato.

Ora manca solo chiamare Aaron, forse ne esce fuori un altra uscita, che ne sai, la vita è imprevedibile.

Prendo il telefono dalla tasca e cerco tra la lista il suo nome, ma a bloccare il mio dito, é una mano poggiata sulla mia spalla.

Mi giro e vedo Ares che mi fissa.

Cosa vuole ora, stava andando tutte bene, e ci si mette lui.

"Ciao" dico con un tono di disprezzo nella mia voce e anche stupore, dato che non mi aspettavo la sua presenza.

Soprattutto non al lago, dove mi trovo ora, lui lo odia, preferisce di gran lunga la piscina.

Si siede di fianco a me e si accende una sigaretta.

Con questo suo gesto capisco che vuole portare le cose alle lunghe, ma la mia voglio é molto poca e sono molto tentata di andarmene.

"Cosa vuoi?" chiedo non ricevendo alcuno sguardo.

"Solo parlare" finalmente mi guarda "é da tanto che non lo facciamo non trovi?"

"Da quando ti sei fatto arrestare" dico con malinconia pensando a quel giorno, ma anche con rabbia pensando a quanto tempo ci ho messo per metabolizzare il tutto.

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