𝐕𝐈𝐈𝐈 - Effetto farfalla

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È incredibile pensare come un solo battito di ali di una farfalla possa provocare una bufera tale da radere al suolo un intero bosco.
Come non siamo responsabili di tante cose che ci capitano perché sono fin troppo più grandi di noi, ma che in realtà sono state provocate da piccolezze così insignificanti che abbiamo un tempo ignorato, quando ancora eravamo in grado di cambiare le cose.

In quegli infiniti istanti di silenzio Jungkook ci aveva pensato, che magari se nessun vecchio dall'aria stanca non si fosse avvicinato al suo tavolo in quel momento non avrebbe dovuto condividere la stessa aria con l'uomo che stava ostacolando il suo lavoro e con questo la sua stessa vita, che aveva una nipote fin troppo dolce e al tempo stesso insistente da negarle la confidenza che aveva instaurato quando era ancora ignaro del suo sangue di appartenenza.

Ma non era neanche lo stesso ambiente ad incutere disagio, era più il solo metro di distanza che li separava entrambi seduti sul divanetto, ad osservare la piccola Yoonah giocare con le bambole di pezza conservate gelosamente da Jungkook in quella sala, pronte all'uso se qualche violinista single decideva di portare proprio figlio con sé o se qualche ballerino emergente non sapeva dove lasciare il proprio fratellino o la propria sorellina in caso di assenza dei loro genitori.

Neanche per una volta osarono distogliere gli occhi, sempre fissi e concentrati come se la storia inventata dalla piccola tra Lucy e Sally - le due bambole più belle a detta di Jungkook - fosse la cosa più importante ed interessante della giornata.

"Quanti anni ha?" il più giovane tanto in silenzio non riusciva a contenersi.

"Non mi hai ancora detto come facevano a conoscerti"

"Tua sorella è sposata con il fratello di quel pezzo di m...ehm, di un mio amico, le ho incontrate ieri, fine. Quanti anni ha?"

"Sei"

"Tra poco inizia la scuola"

"Già"

Taehyung, invece, adorava e bramava il silenzio più di ogni altra cosa.
E sicuramente odiava quella situazione, per questo dopo un rapido sguardo all'orologio colse la palla al balzo, alzandosi.

"Yoonah, è tardi, dobbiamo andare. I miei dipendenti devono fare un sopralluogo", solo in quel momento rivolse lo sguardo al musicista, solo e soltanto per vedere la sua reazione a quelle ultime parole che aveva volutamente sottolineato con il tono di voce.

Così si alzò anche Jungkook. Potevano attuare tutti i sopralluoghi che desideravano, come era certo che quelle mura non sarebbero mai state loro.

"Dovresti rivolgerti a lei con termini più adeguati alla sua età..."

"Chi ti ha permesso di darmi del tu per dirmi come comportarmi con mia nipote?"

"Ah", il giovane scoppiò in una spontanea risata sarcastica, "mi scusi, allora...sig. Kim"

"Molto meglio"

"Molto meglio"

Sì, Taehyung sentii il cantante fargli l'eco imitandolo in un tono così poco fedele a quello reale.
E avrebbe ribattuto a modo, se solo una manina non gli avesse tirato con delicatezza i pantaloni del completo da dietro il ginocchio.

"Zio...non possiamo stare qua con Junggukie...?"

Taehyung sospirò, squadrando il ragazzo da capo a piedi.
Chissà cosa ci vedeva quella bambina in lui.

"Yoonah, no. Te l'ho già detto, dobbiamo togliere il disturbo. E non dare nomignoli agli sconosciuti"

"Al contrario suo, sig. Kim, non pretendo formalità: Yoonah, noi siamo già amici, vero?" si abbassò quindi all'altezza della piccola, allungandole la mano in modo che potesse unirla alla sua in un sonoro 'cinque' che vide gli occhi del più grande infiammarsi.

"Bene, ottimo, siete carinissimi. Ma ora è tardi. Yoonah, andiamo"

"Ah!", la bambina esclamò, portandosi una mano alla bocca e non spostandosi di un passo sebbene lo zio fosse già alla porta.

"Ho un'idea!"

Due sguardi confusi quello che ottenne. Eppure era così orgogliosa della soluzione che era riuscita a pensare, così agitando le mani fece segno ai due adulti di avvicinarsi.

Jungkook e Taehyung seguirono le sue istruzioni, non senza prima scambiarsi un altro sguardo spiazzante.

Quasi come se avessero addietro una storia di lance e saggitte e come se non si fossero visti la prima volta solo il giorno prima.

"Junggukkie verrà con noi!"

No. Non era proprio quello che si aspettavano di sentire. Né men che meno quello che volevano sentire.

"Ehm...Yoonah...", Jungkook voleva provarci, a spiegarle in modo carino una scusa per non farle intendere il vero astio che si nascondeva dietro al rifiuto di quella proposta.

"Yoonah, Jungkook è impegnato...suppongo. Deve iniziare a portare via le loro cose da qua. Non si può rimandare"

E Taehyung era più che orgoglioso di vedere la bocca del musicista rimasta aperta e lo shock nei suoi occhi dopo quella sua uscita - fenomenale nella sua testa.

Yoonah era visibilmente delusa.

Il sig. Kim era ovviamente soddisfatto.

No, non andava bene.

"Invece si sbaglia, sono liberissimo. Dove andiamo?"

"No...Jungkook...n-"

"Sì!", la piccola urlò con gioia quando il più giovane la prese in braccio e si diressero insieme verso l'uscita.

E mentre Taehyung non si era ancora mosso di un centimetro.

"Zio?"

"Sig. Kim, dopo di lei"

E chissà quale farfalla aveva mosso le sue ali per provocare questa ravvicinanza così indesiderata. Come sua nipote aveva visto nell'irritante ragazzino, che in sole ventiquattrore aveva rivoluzionato il piano di lavoro progettato da mesi, una persona di cui fidarsi.
Non poteva fidarsi.
Solo lui sapeva quanto lo destabilizzasse che uno sconosciuto teneva in braccio sua nipote con così tanta facilità.
Eppure il vento della farfalla aveva fatto il suo corso, perché, sebbene in quella situazione, la luce filtrata dal portone semi - aperto si rifletteva negli occhi di Jungkook in un brillare che Taehyung non aveva mai visto prima di quel momento.

𝐋𝐞𝐭 𝐓𝐡𝐞𝐫𝐞 𝐁𝐞 𝐋𝐨𝐯𝐞 ᯽ 𝑡𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora