𝐗 - Let There Be Love (parte prima)

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"Si è addormentata?"

"Sì. Dorme beatamente"

"Ottimo. Ti è piaciuta la piantina che ti ho fatto lasciare, fratellino?"

"Non ti sei ancora stancata di chiamarmi così? Comunque, sì. Voi come state?"

"Bene. Qua si gela dal freddo ma almeno stiamo bene"

"A Busan si bruciava vivi"

"Immagino...beh, come avete passato questo primo giorno insieme?"

"Bene, dai. Ci ha voluti portare al cinema"

"Ci...?"

Taehyung si morse volontariamente la lingua.

"Sì, ehm...ha voluto anche che ci fosse Jungkook, l'amico di Jimin..."

La risata soffocata della sorella si sentì anche dall'altra parte del microfono.

"Non ci credo...ora ti porti in giro i dipendenti?"

Taehyung si lasciò andare ad una spontanea smorfia, sebbene Yeji non la potesse vedere.

"Ti ripeto, non è un mio dipendente. È solo il proprietario della struttura che dobbiamo abbattere che sta facendo il piantagrane. E, ripeto anche, lo ha voluto Yoonah, non l'ho voluto io"

"Seh, seh...eddai Taehyung, lasciati un po' andare"

"...cioè...?"

"Cioè, è giovane, bellissimo, ti dà del filo da torcere-"

"Ho già visto dove vuoi arrivare. No"

"Almeno dirgli grazie? Per la giornata..."

"Non se ne parla"

"Taehyung, stai sprecando i tuoi anni"

"Ah, sarei io quello che sta sprecando i suoi anni? Solo perché mi sto concentrando sul mio lavoro e non mi sono sposato il primo ometto che non amo neanche né soddisfa i miei bisogni ma solo perché mi faceva pena, come qualcun'altro di mia conoscenza...?"

"Taehyung, non sai quello che stai dicendo..."

"No, lo so benissimo. Smettila, basta intrometterti nella mia vita se neanche sai gestire degnamente la tua"

Silenzio. Silenzio che hanno lasciato delle parole che neanche Taehyung sapeva da dove le aveva sputate.

"Va bene, Taehyung. Come vuoi. Buonanotte, dai un bacio a Yoonah"

Uno di quei silenzi che sai riconoscere non appena li vivi. Non appena sperimenti la frustrazione del rimorso. Della perdita della tua stessa coscienza.

Un silenzio che anche il lieve volume di "New York, New York" di Frank Sinatra nello stereo fece fatica a colmare.

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"Per Yoonah da JK", scritto nel bigliettino accanto al bramato pupazzo lasciato nel tavolo della stessa sala bar del giorno prima.

Se solo Jungkook se ne fosse accorto prima, quella mattina Taehyung avrebbe evitato quei lunghi e disperati pianti che solo il suo autista era riuscito a calmare, una volta che, preoccupato, aveva fatto irruzione nella stanza d'hotel per capire il motivo del ritardo del suo datore di lavoro.

Si era anche offerto di restare lì con lei, per la mattinata, promettendo all'architetto che glie l'avrebbe fatta trovare calma e magari a stomaco pieno.
E Taehyung si fidava di lui, così come di tutti i suoi uomini che aveva ufficialmente richiamato a Busan essendosi il suo soggiorno prolungato di diversi giorni - per quello stupido ma necessario accordo.

𝐋𝐞𝐭 𝐓𝐡𝐞𝐫𝐞 𝐁𝐞 𝐋𝐨𝐯𝐞 ᯽ 𝑡𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora