𝐗𝐈𝐕- Gelo di giugno

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I funerali di Kim Yeji e Park Bogum furono ristretti. Una piccola chiesa nei dintorni di Busan - i genitori erano sempre stati credenti - accolse i loro famigliari più vicini e gli amici più intimi.
E la piccola Yoonah.

Non aveva ancora vomitato una lacrima da quando anche il suo mondo era cominciato ad andare a rotoli.

D'altronde, come puoi spiegare ad una bambina di sei anni che cos'è la morte?
Un nuovo essere del mondo non dovrebbe essere così consono della sua fine ed esposto a questa.

Eppure era lì, con il suo cappottino nero - storico regalo della mamma - con quattro fiorellini in mano, a celebrare qualcosa che forse ancora non aveva compreso appieno.

Ci avevano provato i nonni, poi anche un Jimin ormai inerme, a spiegarle che la mamma e il papà che avevano vissuto con lei sin dal suo primo istante erano ora in un posto migliore e che avrebbero sempre vegliato su di lei.

E non che un tir li avesse completamente travolti nell'autostrada che li avrebbe riportati al loro alloggio dopo la giornata in escursione.

Ma Yoonah sembrava essersi rifugiata in una realtà tutta sua, e non aveva ancora avuto intenzione di ingoiare un boccone.

D'altronde, come puoi spiegare ad una bambina di sei anni che cos'è la morte?

Taehyung.
Taehyung invece non le aveva ancora rivolto parola.
Non aveva ancora rivolto parola con nessuno.

Né pensava lo avrebbe mai più fatto, dopo che il sole era calato e l'Audi grigia stava già facendo inversione per tornare in quella stanza d'hotel.

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"Va un po' meglio?", Jungkook azzardò prendendo il bicchiere vuoto dalle mani di Jimin.

"Non lo so, penso di sì"

"È normale avere attacchi di panico in momenti del genere, non ti devi preoccupare", Hoseok gli fece segno di stendersi di fianco a lui, mentre con una mano gli accarezzava lentamente la schiena.

Erano tutti e quattro riuniti nel piccolo appartamento sopra al Magkuksu Luxe, dopo che Yoongi e Hoseok avevano deciso di stare il più vicini possibile al loro amico, sebbene il cortese rifiuto di quest'ultimo.

Giugno stava finendo, l'aria serale stava iniziando ad aumentare di temperatura, sera dopo sera.

Ma mai come quell'anno l'inizio dell'estate fu così gelido.

Jungkook dal canto suo non aveva idea di cosa volesse dire fare a conti con un lutto del genere.
Perdite di longevi nonni o lontani zii non possono neanche avvicinarsi al calibro di una tragedia come quella di cui stava vivendo le conseguenze e gli strascichi, dal primo fino all'ultimo.

Non aveva mai visto Park Jimin così - sempre intento a maledire il fratello, mai ad esprimere una parola dolce per lui.
Ma un fratello è pur sempre un fratello.

E poi Jungkook pensava a Yoonah.
A quella piccola anima indifesa e completamente innocente, che avrebbe subito tutto il dolore moltiplicato per mille.

Era così ingiusto e disumano, che era persino difficile da spiegare.

Come un albero d'autunno quando anche le due foglie più grandi cadono, e se ne scopre una che si rifugiava tra il loro manto.
E ora è sola, deve affrontare il vento e la propria morte in un'orribile solitudine.

Non è concepibile.

Forse le foglie sì, ma noi non siamo fatti per questo.

Eppure succede.

𝐋𝐞𝐭 𝐓𝐡𝐞𝐫𝐞 𝐁𝐞 𝐋𝐨𝐯𝐞 ᯽ 𝑡𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora