𝐈𝐗 - Andrà bene

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"It's My Party" di Lesley Gore, capitata nella stazione radiofonica che Jungkook aveva trovato già selezionata, riempiva il silenzio tra i finestrini dell'Audi grigia, che solo qualche pensiero a voce alta di Yoonah a volte interrompeva.

E nel caldo di un primo pomeriggio di fine giugno come quello, dopo che l'architetto lo aveva silenziosamente fulminato con gli occhi quando aveva tentato di abbassare leggermente il finestrino del suo sportello, Jungkook si sentiva quasi scoppiare.

"È caldo e i suoi sedili in pelle nera non aiutano del tutto"

"Sei dentro la mia macchina, decido io"

"Visto che ci tiene a precisare che la macchina è sua, mi può gentilmente spiegare perché ieri mattina ha deciso di far perdere tempo a me e ad un povero autista?"

"Non prima che tu mi avrai spiegato...", Taehyung si schiarì la gola e abbassò il tono abbastanza per non farsi sentire dai sedili posteriori, "...il motivo per cui tu sei seduto esattamente qua. Hai per caso brutte intenzioni con mia nipote?"

Jungkook si lasciò andare in una risata sarcastica - sbuffò più che altro - mentre portava i suoi piedi sul cruscotto dell'auto.
"Qui l'unico che ha brutte intenzioni è lei, sig. Kim. Moriremo evaporati, qua dentro"

"No, la temperatura è perfetta. E togli quei piedi, grazie"

"Zio...", così i due interruppero lo scambio, uno guardando dallo specchietto, l'altro girandosi, piedi ancora stesi dov'erano.

"...caldo, fa caldo!"

Jungkook pensò che fosse la creatura più carina quando si sventolò ambe le mani in faccia per esprimere ancor di più il suo malessere.
E pensò anche quanto era stato bello vincere, una volta che, arreso, il sig. Kim aveva leggermente abbassato i finestrini posteriori.

"Uno a zero", mormorò il giovane, spostando finalmente i piedi dal cruscotto.

"Prossima volta vieni con la tua macchina...beh, sempre se ce l'hai"

"Non mi fa per niente piacere che lei pensi ci sarà una 'prossima volta'...comunque, sì, ce l'ho...", al che Jungkook spostò lo sguardo fuori dal finestrino,"...solo, ehm, non posso guidare. Per un po'".

Taehyung rise. Forse la prima volta che il musicista lo vedeva ridere seriamente.

"Non dirmi che sei uno di quelli che si fa ritirare la patente per eccessi di velocità..."

E Jungkook non rispose.
E Taehyung pensò "uno a uno", ma stette zitto.

Niente di più deplorevole esisteva che stare ai giochi dei ragazzini come quello che aveva di fianco.

Per il resto, si tornò al religioso silenzio, se non quell'alternare di musica commerciale alla radio che urtava il quieto vivere di entrambi.

Ma mai osarono spegnerla prima di arrivare al cinema più piccolo potessero trovare in zona.

Tredici in punto, quell'irresistibile voglia di Yoonah di vedere proprio in quel momento l'ultimo film di animazione partorito dalla Disney: un cinema con sale piccole non era altro che assicurarsi di essere gli unici in sala.

Come potevano quindi immaginare che almeno un'altra ventina di famiglie con i rispettivi figli aveva avuto la stessa identica idea?

Yoonah fra di loro, occhi fissi al grande schermo.
Jungkook sedeva vicino ad un probabilmente padre che, fra tutti i posti in cui poteva essere, pensava che quello fosse sicuramente l'ultimo in cui avrebbe voluto stare.
Taehyung era invece all'estremo, ultimo della fila, occhi fissi alla porta di emergenza.

𝐋𝐞𝐭 𝐓𝐡𝐞𝐫𝐞 𝐁𝐞 𝐋𝐨𝐯𝐞 ᯽ 𝑡𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora