𝐗𝐈 - La quiete

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"Jungukkie!"

Yoonah corse ad aggrapparsi alle gambe del musicista appena lo vide varcare la porta della stanza.

E Jungkook la prese subito in braccio, sebbene ancora un po' spaesato.

Non tanto dal silenzio mantenuto per tutto il tragitto in auto - a quello ci aveva già fatto l'abitudine - ma, più che altro, dalla sfarzosità di quella struttura.

Di certo non si immaginava che il sig. Kim stesse alloggiando in un alberghetto da quattro soldi, ma tutto quello sbrilluccichio di specchi e cristalli che lo accolse dall'entrata fino ai corridoi delle camere lo aveva messo leggermente a disagio.

"Yoonah, come si dice?"

"Grazie!", la piccola rise, scendendo dalle grandi braccia di Jungkook per portare il pupazzo nel letto.

Entrambi gli adulti si fermarono ad osservarla, mentre si stendeva nel letto abbracciata a quell'elefante di stoffa.

"I bambini e il loro amore per gli animali", si espose un Jungkook sognante.

"I bambini e il loro amore per le cose finte", rispose senza tono Taehyung.

"Odio il suo modo di vedere il mondo, sa?"

"Anche io il tuo. Yoonah, ora a nanna"

"Va bene!"

Taehyung stava per tirarle su la coperta, quando la piccola si girò di scatto.

"La mamma?"

"La mamma...ho provato a chiamarla diverse volte oggi ma non mi risponde. Ma vedrai che quando ti sarai svegliata la chiameremo insieme e risponderà, ok?"

"Va bene..."

"Dormi bene", dopo una dolce carezza Taehyung abbassò leggermente l'intensità della luce e chiuse le tende.

Poi si diresse verso una vetrinetta e tirò fuori una bottiglia di - presumibilmente - vino.

"Chateau Margaux. Vuoi?"

Jungkook esitò prima di rispondere.
Si guardò intorno, pensando a quanto anche una sola ora lì dentro sarebbe potuta costare.

Ma era stanco di pensare e ripensare costantemente.

"Con piacere"

"Bene, siediti pure"

Così si ritrovarono seduti sulle due poltrone Armani color panna, con due calici di vino in mano, uno in smocking grigio e l'altro in jeans e felpa.

Sarà stato l'alcol, sarà stata la flebile melodia dallo stereo che Taehyung aveva fatto partire - a basso volume per non svegliare Yoonah già ronfante - ma c'era una strana confidenza nell'aria.

Troppo strana per due che volevano rovinarsi la carriera a vicenda.

" 'Wave' "

"Bravo", Taehyung rispose, dopo che Jungkook aveva riconosciuto il brano che più amava di Antônio Carlos Jobim.

"Beh, è il mio lavoro"

Il suo lavoro. Chissà per quanto ancora avrebbe potuto dirlo.

Cacciando quei pensieri dalla sua testa, gli occhi del musicista si persero poi, dopo ormai il terzo sorso di vino, nella minuscola figura appisolata accanto a loro.

"Ancora dorme il pomeriggio?"

"Sì. Suo padre non riesce ad abituarla diversamente"

Jungkook annuì silenziosamente, notando la leggera nota di disprezzo nelle parole dell'altro.

𝐋𝐞𝐭 𝐓𝐡𝐞𝐫𝐞 𝐁𝐞 𝐋𝐨𝐯𝐞 ᯽ 𝑡𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora