𝐕𝐈𝐈 - Cuore di panna

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"Buonanotte Hobi"

"Notte...Hoseok"

"Anni di conoscenza ma ancora usi il mio nome così come all'anagrafe...buonanotte ragazzi"

Il tutor si chiudeva così il portone alle spalle - il cui vetro spezzò il silenzio della notte col suo frastuono.

Qualche macchina passava, a spostare leggermente qualche foglia, a far aspettare Yoongi e Jimin ad attraversare la statale.

Era una di quelle tipiche notti estive che passi fissando il cielo stellato su sedie di plastica, con quell'arietta arrivante giusta giusta per sollevarti dopo la lunga giornata di afa.

"Facciamo due passi?" chiese il più piccolo.

"...d'accordo"

Così si erano trovati a passeggiare, fianco a fianco, lungo il marciapiede sul mare che precedeva il chilometrico tratto di sabbia.

"Io non penso di valere qualcosa"

"Pensi male"

"Penso che in una media ponderata di persone io sia rilevante quanto un granello di sabbia"

"...pensi male"

"Sai solo dirmi che penso male?"

"Sì..." Yoongi sputò a terra la cicca che stava masticando già da un po'.

"... perché sai benissimo anche tu che pensi male. E non ho bisogno di aggiungere altro"

"... perché hai sempre la risposta a tutto? Le cicche non si sputano a terra, comunque"

"A te rispondo sempre perché fai domande stupide", il pianista si rivolse con un sorriso, un po' per le sue stesse parole, un po' perché sapeva benissimo di star omettendo parte della risposta.

E Jimin lo guardò.

"Certo che è una bella coincidenza, eh...Kook in scontro di affari con il fratello di tua cognata..."

"... già, per l'appunto, se valessi qualcosa avrei già detto tutto a mio fratello e magari avrei così aiutato a risolvere il casino"

"No, non è vero. È divertente che se ne accorgano da soli. Soprattutto dopo che jungkook 'ha fatto colpo' con la piccolina"

Jimin accennò un mezzo sorriso.
"È vero..."

Ma qualcosa gli tingeva ancora la punta della lingua di amaro. Qualcosa che neanche il dolce dell'aria di mare poteva coprire.

E si lasciò così andare nell'aria notturna di giugno, nella fiducia della persona accanto.

"Sono stato io quello ad essere sfrattato di casa perché volevano vendere. Mi ha portato lei casini, perché mio fratello è troppo buono per imporsi. Sono stato in silenzio e ho obbedito come un cane, eppure è sempre lei che mi guarda con sufficienza, come se le dessi fastidio. Che ho fatto? Yoon, dimmelo tu. Sincero"

Una strana folata di gelido ricoprì il derma del pianista. Non l’avevano mai lodato per le sue qualità di consolazione. Eppure si sentiva responsabile di Jimin. Come se i suoi malesseri fossero in realtà colpa sua. Come se non avesse fatto abbastanza per proteggerlo da chissà quante ansie e preoccupazioni che aveva dovuto sopportare in silenzio.
D’altronde il bilocale che condivideva con Hoseok non era abbastanza per tutti e tre, Jimin lo sapeva. Ma Yoongi non se lo era ancora riuscito a perdonare totalmente.

“Tu…non hai fatto niente. Nulla, Min”

“Sei bravo con le parole”

“No…” le loro braccia si unirono nella cosa più vicina ad un abbraccio che il più grande avesse mai regalato al giovane.

𝐋𝐞𝐭 𝐓𝐡𝐞𝐫𝐞 𝐁𝐞 𝐋𝐨𝐯𝐞 ᯽ 𝑡𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora