Ok, abbiamo la data! Il 29 di questo mese andiamo in stampa! Lo stesso giorno questa storia sparirà! Ma potrete acquistare il romanzo completo su amazon. Per chi acquista in prevendita ci sono delle chicche in regalo. Andate sul profilo IG o TT per sapere quali sono e come averle.
Buona lettura.
Baci.
Noy.Samuel buttò in lavatrice anche i pantaloni grigi della tuta, umidi di sudore dopo l'allenamento, e fece partire il programma. La cappa di panni da lavare si era un po' abbassata, ma era comunque ancora impressionante.
Il trillo del citofono gli fece irrigidire i muscoli della schiena, chi era alle sette di sera che rompeva le palle? Forse uno degli inquilini che aveva dimenticato le chiavi o un corriere in ritardo.
Schiacciò il pulsante e aprì la porta dell'ingresso del condominio. Avrebbe dovuto chiedere chi fosse. Si strinse nelle spalle e sperò che non fosse un ladro o un assassino. Magari era un serial killer.
Sarebbe stato complice del crimine, dal momento che aveva aperto la porta?
Stavolta fu il campanello della porta dell'appartamento a suonare. Beh, almeno l'assassino era per lui e non avrebbe potuto essere accusato di complicità, al massimo di stupidità per averlo fatto entrare.
«Chi è?»
Per tutta risposta bussarono, senza dire niente. Che assassino maleducato. Girò la chiave e aprì la porta: Gabriele accennò un sorriso leggero e attraversò l'uscio.
Il cuore saltò un battito. Samuel si fece da parte e lo lasciò passare. «Prego, entra pure, eh» sarcastio.
L'ex si tolse il cappotto cammello e lo appese all'attaccapanni, come se fosse a casa sua. Si sfilò i mocassini di cuoio marrone scuro senza sganciare le fibbie e si diresse in salotto.
La giacca del completo marrone gli copriva la vista del culo del ragazzo e Samuel non poté nemmeno rifarsi gli occhi per compensare la visita inaspettata/la sorpresa. Lo seguì, infilò le mani nelle tasche dei pantaloni blu smorto della tuta, larghi e sformati, che usava in casa quando non aveva ospiti. «Sei passato per ripetermi quanto faccio schifo o accusarmi di qualche altro reato?»
«No.» Gabriele si appoggiò con le chiappe allo schienale del divano. «Sono venuto a chiederti scusa.»
Le sopracciglia di Samuel scattarono verso l'alto e spalancò gli occhi. «A chiedermi scusa?»
«Per quello che ti ho detto e per il mio comportamento.» Gabriele intrecciò le dita e le lasciò morbide sul basso ventre. «Non voglio giustificare quello che ho fatto, per cui ti chiedo scusa per non aver colto i segnali e per aver dato per scontato che anche a te andasse di fare sesso.» Deglutì e distolse lo sguardo, per un attimo. «Sappi che non era mia intenzione forzarti, in nessun modo, non mi era nemmeno... non mi sono proprio posto il problema.»
Samuel incrociò le braccia sul petto e aggrottò le sopracciglia. Chi andava da qualcuno che conosceva a malapena e con cui aveva avuto solo qualche momento di intimità e ci aveva litigato per scusarsi?
Gabriele continuò. «E non ho reagito nel migliore dei modi, dopo. Invece di cercare di comprendere perché tu fossi così sconvolto-»
Samuel borbottò a mezza voce «Non ero così sconvolto...»
«Credimi, avresti dovuto vedere la tua faccia. Comunque, avrei dovuto cercare di essere più comprensivo.» Gabri si diede una pacca sulle cosce e curvò a malapena le labbra. «Ecco, ho finito.»
«Ti avevo detto di cancellare il mio numero.» Bravo, Samuel, questa sì che è una risposta intelligente.
«Non ti sto mica chiamando, infatti.»
STAI LEGGENDO
Dom S. Non potrai farne a meno
General FictionDom S. è l'immagine del Confessionale, la discoteca queer con club privato di pratiche BDSM più famosa della città. Un venerdì sera come tanti tre avvenimenti gli sconvolgono la vita. Dovrà decidere se affrontare il trauma o rifugiarsi in relazioni...