Capitolo 11

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I gemelli erano così veloci che io ed Eleonor li perdemmo presto di vista.

Eleonor: "Grace dividiamoci, non sappiamo con certezza dove vogliano andare e per questo dobbiamo controllare in più posti... tu vai a sinistra, io andrò a destra."

Annuii e così le nostre strade si divisero.
Ero in preda al panico, non tanto per quello che avevano in mente di fare i gemelli, ma più che altro non sapevo se se la sarebbero presa con me per non avergli detto nulla, così iniziai a correre per cercarli e fare chiarezza e magari convincerli anche a calmarsi.

Mentre correvo, una mano mi tirò dal polso in un corridoio più oscurato. Guardai bene il soggetto cercando di metterlo a fuoco, finché un fascio di luce non illuminò i suoi occhi verdi. Non potevo crederci, era Tom Riddle.

Grace: "Merlino Riddle mi hai spaventata, cosa vuoi da me? Lasciami adesso."

Gli ringhiai mentre mi dimenavo per fargli lasciare la presa, ma lui mi sibilò di far silenzio portandosi un indice alle labbra.

Tom: "Non voglio farti del male Black, voglio solo constatare che quello che urlavano i Weasley poco fa nei corridoi fosse vero e guarda caso mi sei capitata davanti."

Disse freddamente, continuando a tenermi stretto il polso, che girò osservando le ferite sulla mia mano con una leggera curvatura sulle labbra... spaventata da quel sorrisetto gli strappai la mia mano dalla presa.

Grace: "Scusami, che significa quando hai detto che i Weasley urlavano nei corridoi?"

Gli chiesi, lui sapeva per certo dove fossero andati.

Tom: "Sono passati poco fa urlando "La pagherai per il danno che hai fatto alle mani di Grace ed Harry, Dolores Umbridge!" mentre correvano verso il suo ufficio."

Grace: "Grazie mille Tom, sei stato molto di aiuto."

Dissi, ma prima di andare Tom mi trattenne di nuovo per il polso.

Tom: "Oh e di cosa, spero che potrai ricambiarmi presto il favore, Grace."

Mi sussurrò all'orecchio, mentre sul volto comparve un ghigno, e a quel punto mi lasciò, ed io iniziai a correre via, conoscendo Tom si preoccupa solo per riuscire a trarne qualche vantaggio per i suoi scopi loschi e ambigui. Ma non gli diedi più di tanta importanza, così riportai presto alla mia mente i gemelli e mi diressi all'ufficio della Umbridge.

Una volta giunta davanti al suo ufficio, sorpresi George che al suo interno piazzava dei fuochi d'artificio. Così accorsi da lui.

Grace: "George! Ma cosa stai facendo?! Fermati!"

Lo implorai mentre gli tenevo il braccio per evitare di fargli piazzare altre cose. A quel punto i nostri sguardi si incrociarono... ma il suo era colmo di rabbia.

George: "Non lo vedi Grace? Sto per fare capire a quel rospo con che cosa avrà a che fare, se proverà di nuovo a torcervi un capello, così come per chiunque."

Grace: "Ma George non è questa la soluzione a tutto lo sai, hai tutta questa voglia di farti espellere?! Non sei così stupido."

George: "È giusto però che tu, Harry ed eventuali altri dovreste subirvi tutti i suoi capricci e starvene sempre in silenzio? Grace io questo non lo concepisco."

Non dissi nulla, mentre lui continuava a tappezzare la stanza di fuochi d'artificio. Aveva ragione, non avremmo potuto continuare così senza mai provare a difenderci, ma sapevo che non era questa la soluzione.

Nel frattempo sentii da lontano due voci litiganti, che riconobbi come quelle di Eleonor e Fred, dopo un po' si videro spuntare da un corridoio.

Fred: "Ho controllato George, nessun professore è nei dintorni, sono tutti dall'altra parte del castello."

Eleonor: "Oh Fred non farete mica sul ser-."

George: "Eleonor stiamo facendo la cosa giusta, ora state zitte e seguiteci."

Disse e così lui e Fred ci presero per mano portandoci alla fine del corridoio. A quel punto Fred estrasse la bacchetta, non sapevo bene cosa stesse facendo, ma tutto mi fu chiaro non appena pronunciò quell'incantesimo che mise a soqquadro quello studio: bombarda maxima.

Era chiaro, avevano piazzato i fuochi d'artificio così che l'esplosione avrebbe scatenato anche le scintille di questi, seguiti da un rumore assordante.

George: "Che soddisfazione, ora però dovremmo scappare."

Fred: "Sai mi avrebbe fatto piacere rimanere per vedere la faccia del rospo, ma se ci scoprono non potremo farlo di nuovo! Lascia Grace dai Serpeverde, io ed Eleonor torniamo dai Grifondoro."

Così fecero, ed iniziammo a correre. Ad un certo punto del tragitto George mi prese a mo di sposa continuando a correre a causa del male ai piedi dovuto ai tacchi. Per tutto il tragitto non aprimmo bocca.

Una volta giunti davanti alla Sala Comune Serpeverde, George mi fece scendere, ed io tenni la testa bassa qualche secondo, finché lui non mi prese il mento fra le dita sollevandolo all'altezza del suo volto iniziando a rompere il ghiaccio.

George: "Grace, perché non mi hai detto niente? Perché io ho dovuto saperlo per caso e per giunta da altre persone?"

Grace: "George, in realtà non doveva saperlo nessuno, poi non volevo crearti problemi..."

George: "Ma che problemi e problemi Grace tu ed Harry avete lasciato che quella strega la passasse liscia fino ad adesso."

Grace: "Ma a te cosa importa di quello che accade a me ed Harry??"

George: "Mi importa molto, Grace."

Disse con tono pacato e particolarmente serio. I suoi occhi mi penetravano l'anima, profondi com'erano. A quel punto lo vidi sospirare ed io lo guardai intensamente.

George: "Sai Grace, io e Fred non siamo soliti lasciare che accada qualcosa di ingiusto ai nostri amici e lasciarlo impunito, e tu non sei diversa, anzi... secondo me vale la pena per te."

Disse con tono pacato. Arrossii a quelle parole che prima d'ora non mi erano mai state dette. A dire la verità solo mio padre usava questo linguaggio con me, quelle poche volte che poteva vedermi, perché secondo lui sono la cosa più preziosa che ha e vale la pena nascondersi e non combattere, perlomeno al momento, per continuare a darmi la possibilità di poter dire "ho un padre che mi ama".

Grace: "Io vi ringrazio di tutto quello che fate... ma sono sicura che potete trovare un altro modo per fare ricorso alle ingiustizie."

George: "Grace..." — Sussurrò prendendomi le mani — "Sta tranquilla, non accadrà nulla a nessuno, puoi fidarti."

Il tono che usò era molto rassicurante, tanto che mi rivolse un sorriso sincero, che io ricambiai subito.

Grace: "Va bene George... mi fido di te."

Dissi cercando di sembrare il più sicura possibile, subito dopo ci abbracciammo. Fu un abbraccio lungo e caloroso,fin quando sentimmo dei passi lontani che a mano a mano si avvicinavano, e George si trovò costretto a scappare via dopo avermi lasciato un bacio in fronte.

Io entrai in sala comune fino ad arrivare al mio dormitorio e crollai subito dopo essermi cambiata e struccata. La giornata fu molto estenuante, ma riuscii a capire una cosa: George mi piaceva.

𝐑𝖾𝖺𝖽𝗒 𝐁𝗅𝖺𝖼𝗄? || 𝐅𝗋𝖾𝖽 𝖺𝗇𝖽 𝐆𝖾𝗈𝗋𝗀𝖾 𝐖𝖾𝖺𝗌𝗅𝖾𝗒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora