Capitolo 15

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Narratore esterno

Grace si recava da Tom, a passo spedito, percorrendo i corridoi più bui nel tentativo di passare inosservata. Nel frattempo i gemelli Weasley vagavano per i corridoi cercando la persona adatta ad un loro scherzo. Lungo la strada, videro Grace spuntare da un corridoio lontano, i due si guardarono, non avendo immaginato che fosse già uscita dall'infermiera, ma che quindi fosse nelle condizioni giuste per subire anche un piccolo scherzo. Ma mentre la seguivano, si accorsero che si stesse comportando in modo strano, come se non volesse farsi vedere da nessuno, e questo suscitò nei gemelli molta curiosità, che continuarono a seguirla ma cercando di non farsi vedere. Poco dopo, Grace era giunta alla torre di astronomia, intravedendo subito Tom con un braccio poggiato alla ringhiera di quel balcone da cui si poteva osservare lo splendore della foresta proibita che il ragazzo stava ammirando. Lui si accorse subito della presenza della ragazza, e quando questa si avvicinò lui allungò il braccio aprendo la mano in attesa che le porgesse il libro, ma Grace esitò un momento.

Grace: "Ricordati, dopo questo favore tu smetterai di girarmi intorno."

Il ragazzo roteò gli occhi, non concependo che gli si venissero dati degli ordini, ma non teneva alla compagnia quindi avrebbe acconsentito. Ma per non farle credere che possa tranquillamente dargli degli ordini, estrasse la bacchetta, puntandogliela sotto al mento mentre lo alzava al suo sguardo.

Tom: "Abbassa i toni, Black. Io farò come dici tu, ma non perché tu lo vuoi, ma perché non tollero essere a contatto in un modo cosi frequente alle persone, tantomeno te."

Le disse freddamente, per poi strapparle il libro dalle mani, scrollando il capo come per ringraziarla, non lo avrebbe mai fatto a parole, essendo che odiava farsi aiutare.

I gemelli nel frattempo osservarono tutta la scena, nascosti nella scala sottostante.

Fred: "Cosa sta facendo quel maledetto?"

Sussurrò abbastanza irritato al vedere il comportamento e la vicinanza che osava mantenere con Grace.

George: "Questa bacchetta, se non la smette gli finirà su per il culo."

Ringhiò cercando di mantenere il più possibile la calma. La situazione gli provocava un certo fastidio, sia per il modo minaccioso con cui sta usando quella bacchetta, sia per la vicinanza alla ragazza che amava. George era molto innamorato, lo aveva capito da qualche tempo, e non avrebbe lasciato che un altro ragazzo l'avrebbe trattata in questo modo. Così non resistendo più, sbucò dal nascondiglio, correndo verso i due per poi impugnare la bacchetta di Tom che allontanò dal viso angelico della ragazza.

George: "Riddle, perché non assumi questi atteggiamenti con quelli della tua età? Lascia stare Grace, oppure non esiterò a romperti il naso."

Grace: "George, non lo fare ti prego..."

La situazione si accese d'improvviso. Grace era spaventata, non sapeva bene come agire, Fred le arrivò alle spalle, poggiandoci una mano per cercare di tranquillizzarla mentre George era furioso. Tom, in tutto questo, si mostrava con un sorriso beffardo. Aveva tutto sotto controllo, come sempre, nessuno sarebbe stato in grado di intimorirlo, aveva sempre molte carte da giocare, ed in quel momento ne scelse due: decise di introdursi nella mente del rosso, esaminando molti pensieri, dall'amore per Grace, in cui notò un pensiero anteriore a questo sentimento che lo irritò, non capendone bene il motivo; ma tra questi pensieri George aveva anche in mente di scagliargli un incantesimo, stupeficium. Tom fu impressionato per la tanta audacia mostrata da questo ragazzo, ma non si sarebbe mai fatto vincere da lui. In quel momento un ghigno si disegnò sul suo volto, pronto a scagliare un incantesimo verbale che avrebbe fatto pentire chiunque.

Tom: "Sectumsempra."

Sibilò. Il suo sguardo ricordava quello del diavolo, freddo, crudele, mortale. Il corpo di George iniziò a lacerarsi sotto le vesti, le ferite erano molto profonde e si potevano vedere dalle toppe di sangue che si presentavano lentamente nelle vesti. Il rosso perse presto i sensi dopo qualche secondo di agonia, Fred si buttò a terra impanicato ai piedi del corpo del gemello, Grace fece lo stesso, mentre dai suoi occhi sgorgava un fiume di lacrime.

Fred: "Cazzo George, resisti adesso ti porto in infermeria."

Disse con la paura in volto, poi si caricò il fratello facendo molta attenzione a non fargli uscire più sangue di prima. Ma prima di andare, diede a Tom uno sguardo mortale, facendo trasparire tutta la sua collera.

Fred: "Non credere che lascerò passare inosservato questo episodio, stanne certo."

Disse a denti stretti per poi correre col gemello fra le braccia, mentre il suo sangue andava perdendosi lungo la strada. Era tutta una corsa contro il tempo: Fred stava lottando per la vita di suo fratello, correndo velocemente lungo i corridoi, non sapeva che emozione provare: rabbia, dolore, tristezza, strazio... sapeva per certo solo che doveva salvare suo fratello al più presto. Pensava a Tom, a quanto fosse spietato nel compiere un gesto simile, ci voleva un certo coraggio per arrivare a tanto. Ma quale coraggio in realtà? Il suo comportamento non è altro che da codardi. Pensava anche a Grace, non poteva vederla in quel momento essendo più indietro, ma poteva sentire i suoi singhiozzii strozzati dalle lacrime, non poteva sopportare di sentirlo, non proprio da lei.
Grace li seguì in una corsa disperata, e in quel momento i suoi pensieri iniziarono a parlare.

Se ne farete parola con un professore o chiunque altro, non esiterò a farvi fuori. Inoltre, ti suggerisco di fare attenzione a quelle teste rosse. Addio.

Furono le parole di Tom che si insinuarono nella mente della ragazza provocandole un leggero mal di testa. Non riusciva a togliersi dalla mente una frase "Ti suggerisco di fare attenzione a quelle teste rosse." Cosa voleva dire? Perché mai avrebbe dovuto preoccuparsi di loro, quando erano soccorsi per portare via la mora ed era letteralmente lui che ha provato ad uccidere George, e poi cosa gli importava? Non prese sul serio quelle insulse parole di troppo.

Ma che bella faccia tosta che ha.

Pensò continuando la sua corsa disperata dietro Fred e il corpo del ragazzo privo di sensi che amava così tanto. Una volta giunti in corridoi più frequentati, gli occhi erano puntati su di loro, tutti furono sconcertati dallo spettacolo raccapricciante a cui ahimè erano costretti ad assistere. Tra la folla c'era Eleonor, che si precipitò dalla mora, seguita da Ron, Ginny, Harry ed Hermione, tutti in uno stato di panico.

Giunti in infermeria, Fred poggiò delicatamente il gemello sul lettino, Madama Chips accorse subito molto spaventata da quello a cui stava assistendo.

Madama Chips: "Ragazzi, per piacere dovete assolutamente uscire, la situazione è molto delicata."

Iniziò a spingere molti studenti che si ammassavano per vedere quello spettacolo orripilante, ma Grace tra questi spingeva più di tutti.

Grace: "Madama Chips la prego, mi faccia stare."

Implorava la ragazza che era nel pieno della disperazione, voleva stare accanto a George, non voleva che affrontasse tutto questo da solo, ma la donna non glielo consentì, così Fred tirò a sé la mora cercando di convincerla a portarla fuori con sé per farle prendere una boccata d'aria.

Hermione: "Ragazzi come è successo? Potete spiegare io veramente sto andando nel pallone."

Fred: "Hermione, non è assolutamente il momento, poi ne parliamo."

Fred non voleva tirare fuori l'argomento, essendo un avvenimento recente che aveva sconvolto la pace di Grace impegnata a combattere con sé stessa nel tentativo di calmarsi, Fred le mise una mano dietro la schiena allontanandola da quel luogo di strazio per portarla in una zona più appartata del cortile e parlare.

Nel frattempo, il professor Piton aveva assistito a tutto. Gli bastò osservare da lontano le varie toppe per capire che si trattava dell'incantesimo che aveva inventato, e che qualcuno era venuto a conoscenza e lo avesse usato. Con una scusa si introdusse in infermeria, informando Madama Chips che conosceva una pozione per curare le sue ferite, ma le chiese anche di uscire per un procedimento delicato. Dopo che la donna uscì, Piton osservò il corpo già denudato per essere curato, prese la sua bacchetta ed iniziò a recitare Vulnera sanentur, l'incantesimo che si preoccupò di creare per curare quello più pericoloso.
Pensò che non poteva permettere che qualcuno venisse a sapere di questo incantesimo pericolosissimo, e quindi avrebbe dovuto inventare al più presto una scusa da dire a Silente riguardo questo incidente.

𝐑𝖾𝖺𝖽𝗒 𝐁𝗅𝖺𝖼𝗄? || 𝐅𝗋𝖾𝖽 𝖺𝗇𝖽 𝐆𝖾𝗈𝗋𝗀𝖾 𝐖𝖾𝖺𝗌𝗅𝖾𝗒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora