5.The beast(N)

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1998

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1998

Era complicata, creduele e anche un pó folle, aveva addomesticato i suoi demoni dentro di se e adesso li tirava fuori portandoli a spasso con il guinzaglio

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Era complicata, creduele e anche un pó folle, aveva addomesticato i suoi demoni dentro di se e adesso li tirava fuori portandoli a spasso con il guinzaglio.


N I N A

-Confermato sta entrando in sala operatoria-
La voce gracchiante e meccanica di Sue passo attraverso i fili del telefono fisso mwntre ceracvo di prepararmi il più infretta possibile
-Cerca di avere pensieri positivi, mi ricordi il nome dell'ospedale?-
-Royal Brompton-
-A South Kensington?-

Chiesi mettendo il telefono tra la spalla e l'orecchio camminando verso la porta
-Si, ma davvero non c'è bisogno-
-Smettila. Insisto, tu ci sei sempre per me-
Appoggiai la borsa sul divano e presi le chiavi mettendole dentro
-Devo andare. Gli stanno facendo l'anestesia-
Mise giù e dal telefono si sentii di nuovo quel ronzio, come se il telefono fosse avesse preso una linea, o che ci fosse un altra persona, qualcuno che ascoltasse.
Aggrottai la fronte

-Pronto?- Chiesi quasi con la voce preuccupata. E poi di nuovo, il rumore del telefono che riattaccava.
Lo presi in mano guardandolo solo un momento, per poi mettere giù e scappare, ero già in ritardo.

Gli ospedali sono tutti uguali, sempre bianchi e pieni di persone con le facce tristi, addolorate o preuccupate.
"Squadra blu in terapia intensiva, prego"
Dottori ed infermieri che vanno da una parte all'altra senza guardare mai in faccia a nessuno.
Tenevo la mano di Sue appoggiata sulle mie gambe incrociate, era visibilmente preuccupata per sua marito, sentivo che la sua mano era tesa, le sue dita, il modo in cui si muoveva mi facevano intuire che fosse tutto tranne che calma.

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