36.Indicators under cover(N)

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Vi voglio ricordare che vi voglio bene
E che non sono un avvocato, quindi se sbaglierò qualcosa non lapidatemi.


N I N A

1, 2, 3, 4, 5...

Respirai attentamente cercando di mantenere la calma, come sempre.

6, 7, 8, 9...

Stai tranquilla.
Non può farti del male.
Il peggio è passato.

Un processo è una cosa tortuosa e lunga. Era stato un shok per tutti quel servizio dell BBC l'altra sera.

Mary, Roger e Blake ne erano rimastri peofondamente scioccati.

Quando li avevo rivisti Mary era scoppiata in lacrime e mi aveva abbracciato fino a spaccarmi le ossa.

Roger mi aveva guardato con gli occhi svuotati e pensai che anche lui fosse nel procinto di piangere.

Si erano sentiti in colpa, perché non se ne erano mai accorti.

O almeno non tutti...

-Nervi saldi cerca di stare tranquilla- mi disse Grace il mio avvocato donna. Dovevo avere due avvocati e lei era sicuramente una delle migliori.

Aveva preso questo processo con molta dedizione sopratutto perché ci credeva a cose del genere.

Avevo passato una settimanda d'inferno, non potevo fare un sacco di cose che ero sotto il mirino dei fotografi.

E adesso non si risparmiavano a parlare di me in quando perosna famosa, ma a spiattellarmi in prima pagina con la questione del processo.

Grace mi aveva detto di stare attenta che avrei dovuto portare molta più attenzione ad ogni mio passo.

Guardai con gli occhi in giro e vidi Jo che mi veniva incontro.

Il mio cuore si riempii di una felicità incontrollata e sorrisi saltellando su me stessa.

-Ciao- disse un volta vicino, per ora gli avveo permesso di venire al processo, ma solo lui. Aveva insistito così tanto.

-Sei sicuro di voler partecipare?-

-Si, amche se ho paura di spaccargli la testa a quel tipo-

Alzai gli occhi al cielo.

-Ti prego non di nuovo- dissi ridacchiando e lui mi diede due lacche sulla spalla.

-Mi raccomando, fagli il culo a strisce

Soffocai una risata per il modo in cui lo aveva detto ma prima che potessi rispondergli una mano mi tirò lontano da lui e persi un battito.

-Che stai facendo?- mi chiese Grace guardandomi attentamente.

-Parlavo con Jo- le dissi indicandolo e lei mi trascinò via veros l'ingresso del tribunale e salutai Jo con la mano.

-Ma che ti prende?-

-Devi capire che in questo momento non puoi fare tutto quello che ti pare e fare la civetta con un uomo non mi sembr ail caso-

La guardai corrugando la fronte.

-Io non facevo la civetta-

-Non mi interessa ma non puoi fare quello che ti pare, gli uomini non sono tutti rosa e fiori come pensi, anche questi che trovi qui-

-Gli uomini non sono tutti uguali, non sono tutti stronzi, e se non lo penso io non lo devi pensare neache te-

Lei strinse le labba annuendo.

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