chapter 5

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7 Settembre 1993
Hogwarts

<<Harry>> lo chiamò Soraja
Era notte fonda e la ragazza si era intrufolata nel dormitorio di Harry. Perché? Le serviva il Mantello dell’Invisibilità così che sarebbe potuta andare da suo padre. A dirla tutta, non sapeva nemmeno se lo avesse effettivamente trovato nello studio ma perché non provare?
Soraja si avvicinò ancora di più e fece per chiamarlo. Si bloccò, però, ad ammirarlo.
Era così bello mentre dormiva, pensò. I capelli ribelli gli ricadevano perfettamente sulla fronte, gli occhi chiusi che lo facevano sembrare perfettamente un angelo e le labbra perfettamente chiuse ed arrossate. Tutto perfettamente. Harry era perfetto. Soraja arrossì per la seconda volta a causa di Harry.
Decise di non disturbare la sua quiete e di cercare da sola il Mantello. Guardò sulla scrivania, sotto, nell'armadio...ovunque ma dell'oggetto non c'era traccia.
<<Ma dov'è>> borbottò
Harry si girò su un lato e Soraja vide uno strano tessuto sbucare sotto il cuscino. Si avvicinò e riconobbe la fantasia del Mantello. La domanda era: come lo prendeva da sotto la testa di Harry senza svegliarlo?
Un incantesimo d'appello era quello che le serviva. Si maledì mentalmente per non saperne la formula.
L'unica soluzione era svegliare Harry. Soraja non l'avrebbe fatto nemmeno se l'avessero pagata milioni e milioni di galeoni, si sarebbe sentita in colpa per il resto dei suoi giorni. Come si faceva a svegliare un essere che sembrava così tenero? Pensò ancora.
Si girò verso Ronald che stava leggermente russando. Lo guardò. Anche lui era molto carino mentre dormiva. I due erano in generale due bei giovani, in verità. Si addolcì nel vedere come stava dormendo il ragazzo. Era rannicchiato con la bocca semiaperta e i capelli rossi scombinati. Non lo aveva mai visto così rilassato. Non aveva mai visto Ronald dormire, per la precisione.
Cosa doveva fare? Vedere il padre sicuramente. Ma come?
Ci sarebbe  dovuta andare senza Mantello. Doveva stare attenta e fare il meno rumore possibile. Ci sarebbe riuscita, si auto convinse Soraja.
Uscì dal dormitorio e fece attenzione a chiudere la porta senza fare il minimo rumore. Camminò sulle punte dei piedi fino a quando non andò a (quasi) sbattere contro una statua di un cavaliere. Il rumore delle pantofole per terra la stava per tradire. Poteva sembrare una cosa da niente, ma in quel caso poteva davvero mandare tutto in frantumi.
Per fortuna, dopo una bella camminata, trovò lo studio di suo padre. Non poteva sbagliare: sopra c'era scritto a carattere cubitali "R.J.Lupin".
<<Alohomora>> disse e la serratura scattò.
La porta si aprì e Soraja si lanciò nella stanza. Si chiuse la porta alle spalle e quando si girò vide suo padre intento a fissarla
<<Soraja! Ma sei impazzita dico?!>> Remus non perse tempo a sgridarla, per quanto gli fosse possibile alzare la voce in quel momento
<<Che fine avevi fatto?>> chiese Soraja buttandosi tra le braccia del padre
<<Perché non sei venuto a lezione?>> domandò ancora e Remus abbassò la testa
<<Papà?>> il tono di Soraja iniziò ad alterarsi
<<Nulla, lupacchiotta, sta' tranquilla>> disse il padre tornando a sedersi dietro la scrivania
<<Tu piuttosto, dove hai messo il Mantello?>> domandò Remus scrivendo qualcosa su un foglio
<<Mantello?>> chiese Soraja
Si era fregata da sola. Avrebbe potuto inventare una scusa, un "sta fuori", qualsiasi cosa e, invece, aveva fatto capire a Remus che era andata lì senza nulla.
<<Il Mantello dell’Invisibilità>> disse l'uomo, ovvio
Soraja stette zitta. Non sapeva che dire.
<<Soraja non dirmi che->> disse dopo poco Remus, iniziando a capire
<<Sì, ci sono venuta senza. Scusami, papà>> continuò quasi sussurrando la ragazza
<<Ti rendi conto di quanto sei stata irresponsabile? Davvero, Soraja, non me lo aspettavo>> iniziò Remus alzando lo guardo
Soraja mantenè ancora la testa bassa. Odiava quando la gente le urlava contro. Non riusciva a controllarsi, ecco. Diventata davvero una serpe. Una viperella.
<<Parla di irresponsabilità un uomo che da giovane faceva parte dei "Malandrini">> disse acida la ragazza.
Stava già per perdere la ragione.
<<Non parlarmi con quel tono, signorinella!>> urlò ancora Remus
<<Perché no?>> anche Soraja alzò il tono e così anche la testa
Vide il viso del padre ricoperto da tagli e ferite.
<<Che diamine hai in viso?>> chiese, agitata
Remus stette zitto e Soraja realizzò.
<<Ieri c'è stata la luna piena e non mi hai detto niente?! Potevo aiutarti!>> urlò, furiosa e noncurante di chi potesse sentirli in quel momento
<<Cosa avrebbe potuto fare una bambina di 13 anni con un lupo mannaro?>> anche Remus perse del tutto la ragione
<<Potevi almeno avvisarmi!>> continuò
<<E cosa avresti fatto, sentiamo!>>
<<Avrei chiesto a Piton di prepararti la pozione>>
Remus si ammutolì. Soraja lo guardava con occhi di fuoco.
<<Ma, infondo, che importa. Sono sempre solo una bambina di 13 anni, giusto?>> chiese alla fine
L'ironia tagliente di Soraja faceva andare su tutti i nervi chiunque.
<<Non fare la vittima!>> tuonò Remus
<<Stai dicendo cose che non stanno nè in cielo e nè in terra, renditene conto!>> ringhiò ancora Soraja con le mani sui  fianchi.
<<Soraja perché sei venuta ad intossicarmi la serata?>> sbottò alla fine Remus
<<Addirittura ad intossicarti?>> disse
<<Perché cazzo non hai preso quel dannato Mantello?>> Remus non riusciva a calmarsi
Aveva sempre usato un certo tono con sua figlia, ma quella notte non ci riusciva. Più che altro era spaventato del fatto che qualcuno avesse potuto vederla. Non voleva che la figlia finisse in punizione, tanto meno che la cacciassero via a calci nel sedere. L'uomo si sedette, sfinito. Portò una mano tra i capelli e si massaggiò le tempie.
<<Con permesso->> disse Soraja avvicinandosi alla porta
<<Buonanotte>> sbattè la porta
<<Dove vai!>> urlò Remus
Ormai a nessuno dei due importava di chi potesse sentirli. Remus si sentì incoerente; aveva appena urlato a sua figlia perché poteva essere scoperta e in quel momento stava urlando.
<<A dormire, o hai da dire anche su questo?>> urlò dopo poco Soraja
Remus pensò che sua figlia avesse un carattere troppo...impulsivo, ecco. Era testarda, ambiziosa, furba e a volte poteva risultare davvero odiosa. Allo stesso momento, però, era solare, simpatica, dolce e sensibile. Per quanto potessero litigare, Remus amava sua figlia e si sentì in colpa per quello che le  aveva detto quella sera.

Solo migliori amici -Harry James PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora