chapter 21

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1 settembre 1994
Binario 9 ¾

<<Ma dov'è Ronald?>> chiese Hermione camminando al fianco di Soraja
<<Lo chiedi a me? Ehi, Harry, dov'è Ron?>> domandò a sua volta la ragazza. In quel momento il rosso arrivò urlando e col fiatone accanto i tre ragazzi.
<<Miseriaccia!>> esclamò.
<<Ma che fine avevi fatto?>> sussurrò Harry
<<Me la sono presa troppo con calma>> sbadigliò il rosso fermandosi davanti il muro tra il binario 9 e 10.
<<Vai Harry>> lo incitò Hermione. Il ragazzo si lanciò per primo, seguito da Ron, Soraja ed Hermione.
<<Ron, i tuoi fratelli e Ginny?>> Soraja si grattò la testa dopo che i quattro ebbero preso posto in una cabina.
<<Sono arrivati molto presto, stamattina. Mi ha accompagnato papà, non so dove possano essere>> spiegò Ron.
<<Li cercheremo dopo, se siete d'accordo. Come vi sono andate le vacanze?>> chiese Harry
<<Noi siamo stati bene, non è vero?>> Ron rispose, rivolgendosi ad Harry e Soraja. Le loro famiglie, come sempre, si erano riunite per le vacanze estive ed erano anche andati a vedere la Coppa del Mondo di Quidditch.
<<Tralasciando quando accaduto l'altro giorno, sì, certo>> disse Soraja. Durante la Coppa del Mondo di Quidditch, erano stati evocati i Mangiamorte da un signore che solo ed esclusivamente Harry vide, escludendo la faccia. Era da quel giorno che Harry aveva incubi di nuovo e quest'ultimi non li faceva da quando si chiuse la questione Codaliscia l'anno prima.
<<Ehi, Soraja!>> Draco si avvicinò alla ragazza che subito si alzò per salutarlo. I ragazzi nella cabina rimasero scioccati, non sapendo dell'amicizia fra Soraja, Draco e nemmeno della "Sacra Alleanza".
<<Come va?>> chiese Soraja staccandosi dall'abbraccio dato da Draco
<<Io sto bene, tu?>> sorrise Draco
<<Oh, benone. Regulus? Come sta?>> Draco si incupì
<<Non parliamo più spesso. È molto freddo e...e cupo>> spiegò il ragazzo, grattandosi la nuca. Freddo e cupo? Si chiese Soraja. Regulus era solitario, sì, ma Draco era l'unica persona che gli fungesse da amico, cugino, fratello...l'unica persona su cui potesse realmente contare. Quindi, palesemente, qualcosa non andava.
<<E non ti ha detto niente? Insomma, non si è sfogato con te?>> domandò Soraja mostrando la sua perplessità a pieno. Intanto, Harry, Ron ed Hermione guardavano la scena straniti, borbottando fra di loro sorpresi. Non pensavano che Draco e Soraja avessero un'amicizia, dati i loro litigi al terzo anno e nemmeno che fossero così "intimi" da abbracciarsi e scambiarsi sorrisi.
<<No, niente, non dice nemmeno una parola. È preoccupato riguardo qualcosa, litiga spesso con i genitori perché vogliono fargli fare qualcosa che lui non vuole>> disse il biondo a bassa voce. Soraja annuì e poi disse
<<Ora che arriviamo a scuola gli mandiamo una lettera e ne parliamo meglio, d'accordo?>> cercò di sorridere, ancora preoccupata per Regulus.
<<Va bene. Allora ci vediamo, ciao a tutti>> sorrise Draco gentile.
<<Devi dirci qualcosa?>> esordì Hermione quando Draco fu abbastanza lontano
<<Sapevo me lo avreste chiesto. Avanti, cosa volete sapere?>> domandò Soraja sbuffando.
<<Beh, tipo, perché sei così intima con Draco?>> si intromise Harry
<<A) È mio cugino, B) Abbiamo fatto amicizia durante le feste di Natale.>> spiegò Soraja tranquilla
<<Questo è tutto?>> chiese Hermione stranita
<<Già, e vi dico di più, vorrebbe essere anche vostro amico se solo non fosse per quella barbie platino di Lucius>> abbassò il tono della voce Soraja, girandosi di spalle per assicurarsi che nessuno stesse origliando. Ci teneva a mettere una buona parola su Draco e Regulus, ora che sapeva come realmente fossero.
I suoi amici la guardano straniti, lanciandosi occhiatacce tra di loro per assicurarsi che tutto fosse in regola. Sì, Harry era scettico sul fidarsi di due ragazzi provenienti da  famiglie purosangue e devote al Signore Oscuro soprattutto dopo gli incubi riguardanti la Coppa del Mondo e quell'uomo che aveva evocato i Mangiamorte, ma guardò ugualmente Soraja con occhi luccicanti di speranza.
<<Per me è ok>> Harry parlò per primo, trascinandosi gli altri in versi di assenso e cenni col capo. Soraja mostrò un sorrisino grato e lasciò che il viaggio continuasse tranquillamente, alternando momenti in cui prendeva parte alle conversazioni proposte dai suoi amici a quelli in cui si perdeva fra i suoi pensieri.
<<Soraja, Soraja, svegliati! Siamo arrivati>> Hermione scosse la sua migliore amica, che si era addormentata alla fine. La ragazza aprì gli occhi e si stiracchiò rumorosamente, poi afferrò la mano di Hermione e uscirono insieme dal treno. Harry, Ron, i gemelli e Ginny erano già fuori scuola ad aspettarli. Harry sembrava perso nei suoi pensieri, fin quando una ragazzina dai tratti orientali non lo risvegliò, catturando la sua attenzione. La ragazza si muoveva e lui la seguiva con gli occhi. A Soraja, quel gesto, non passò inosservato.
<<Cho Chang, eh?>> i gemelli subito stuzzicarono Harry, avvicinandosi a lui e tempestandolo di domande riguardo la ragazza. Helena camminò con Hermione che le parlava continuamente come una radiolina degli anni '80. Soraja corrucciò le sopracciglia, annuendo ogni tanto per non far dispiacere Hermione.
<<Avanti, che hai?>> chiese la riccia fermandosi di botto, bloccando il passaggio a tutti.
<<Eh?>> Soraja sbattè le palpebre
<<Non mi stai ascoltando, quindi immagino tu abbia una buona motivazione per farlo>> Hermione la prese per un braccio notando di aver bloccato il passaggio, continuando a camminare.
<<Niente, solo, Harry...Cho Chang>> farfugliò Soraja.
<<Sei gelosa?>> Hermione alzò un sopracciglio con aria maliziosa.
<<No! Cosa! No! Assolutamente no! Sei proprio fuori traccia, Herm!>> Urlò Soraja
<<Shhh, non urlare! E comunque, sì, sei gelosa, altrimenti non mi avresti ripetuto così tante volte "no". Ma tu non provi niente per Harry, non è così?>> la punzecchiò la riccia.
<<Esatto, ma ho tutto il diritto di essere gelosa. Ora cambiamo argomento.>> Soraja avanzò il passo, con Hermione dietro che rideva di lei.
<<Hermione Jean Granger, non ridere delle mie disgrazie!>> esclamò Soraja, provocando una risata ancora più fragorosa dalla migliore amica.
Soraja riuscì a sopportare Hermione per tutto il tragitto senza ucciderla nè ferirla gravemente. La cena di inizio anno era iniziata, gli studenti recitavano in coro l'inno di Hogwarts a memoria e, quando finì, Silente iniziò il suo solito discorso di cui Soraja poteva giurare di sapere ogni singola parola. Però, per sua sorpresa, quell'anno si aggiunse una nuova notizia che lasciò tutti sotto shock.
<<Hogwarts è stata scelta per ospitare un evento leggendario: il Torneo Tremaghi! Ora, per quelli di voi che non lo sanno, il Torneo Tremaghi chiama a raccolta tre scuole per una serie di competizioni di magia. Da ogni scuola, un solo studente viene scelto per gareggiare. Voglio essere chiaro, chi è scelto se la vedrà da solo, e fidatevi se vi dico che queste gare non sono per i deboli di cuore.>> annunciò infatti Silente, in viso un'espressione mista tra il preoccupato e il felice.
<<Ma ne riparleremo>> proprio in quel momento, uno strano fulmine si fece spazio nel finto cielo stellato del soffitto di Hogwarts, ma una presenza esterna lo scacciò, entrando zoppicando. L'uomo aveva dei capelli unti tra il giallo e il bianco, sopracciglia folte e, al posto di due veri occhi, ne aveva uno vero e uno finto di colore azzurro che si muoveva producendo un rumore irritante.
<<Alastor, caro vecchio amico. Grazie per essere venuto>> Silente si avvicinò all'uomo, stringendogli la mano e guardandolo felice. Tuttavia, l'uomo sembrava cupo, burbero, e infatti rispose
<<Sì, sì. Questo stupido soffitto>> bofonchiò e Silente lo ringrazió di nuovo.
<<È Malocchio Moody!>> Ron si rivolse alla cerchia stretta di persone accanto a lui. Hermione lo guardò stranita, poi girò immediatamente la testa per guardare Malocchio, lasciando che i capelli ricci volessero sul viso di Soraja.
<<Alastor Moody? L'Auror?>> ripetè stranita. L'unica cosa che Soraja odiava di Hermione era quella di usare un tono sempre sorpreso quando Ron riusciva a dire qualcosa di sensato. E, no, non capitava spesso.
<<L'Auror?>> ripetè Dean Thomas alternando lo sguardo tra Hermione, Soraja e Ron.
<<Cacciatori di maghi oscuri. Molte celle di Azkaban sono piene grazie a lui, ma di questi tempi, si dice che sia più svitato di un tappo, che veda magia oscura ovunque>> prese parola Soraja, guardando Dean e facendo attenzione a non alzare troppo il tono della voce.
<<Ora, però, lasciate entrare le signorine della scuola di Beauxbatons e la loro preside Madame Maxime>> Silente fece calare nuovamente il silenzio dopo i chiacchiericci alzati per Malocchio e la porta si aprì. Delle meravigliose ragazze entrarono sculettando e fermandosi ogni tanto, lasciando che degli uccellini volassero dai loro corpi magri e delicati.
<<Miseriaccia, ma sono delle Veela>> Ron rischiava di sbavare, Harry era chiaramente felice che delle ragazze così belle passassero del tempo ad Hogwarts. Il rosso continuò a convincere Hermione e Soraja che quelle fossero delle Veela, cioè persone appaiono come belle e giovani donne dai capelli dorati e la pelle chiara, originarie della Bulgaria. Il loro aspetto e specialmente la loro danza è ipnoticamente seducente per quasi tutti coloro che si sentono attratti dalle donne, cosa che porta queste persone a compiere azioni temerarie e impulsive per ottenere le attenzione della Veela. Hermione sbuffò, francamente gelosa e Soraja si trovò a ridacchiare, senza farsi scalfire minimamente dalla bellezza delle finte Veela. Dopo poco, una grossa e alta donna entrò nella sala: Madame Maxime.
Era decisamente sproporizionata, perfetta per Hagrid che, subito se ne infatuò. La donna aveva una carnagione olivastra, naso abbastanza grande e aquilino e labbra contornate da un rossetto rosa-rosso.
<<Accidenti, quella sì che è una bella donnona>> commentò Seamus, beccandosi uno scappellotto da Soraja.
<<Seamus! È la preside della scuola!>> lo rimproverò. Il ragazzo alzò le spalle e Silente continuò a parlare
<<E ora i nostri amici del Nord, accogliete i superbi figli di Durmstrang e il loro preside: Igor Karkaroff.>>
Tanti ragazzi vestiti con pellicce pesanti, cappelli simili a quelli degli eschimesi e bastoni fecero la loro entrata, sicuramente meno gentilmente e con meno grazia rispetto alle signorine di Beauxbatons. Quando i ragazzi ebbero finito, Igor Karkaroff e Viktor Krum, noto giocatore di Quidditch amato e venerato da Ron, li seguirono.
<<Accidenti, è lui! Viktor Krum!>>esclamò Ron con tono emozionato, così tanto che la sua voce divenne simile d quella di Hermione da arrabbiata. Silente e Karkaroff si abbracciarono e gli studenti mangiarono tranquillamente per più o meno mezz'ora, quando un grosso oggetto cilindro venne posizionato al centro della sala.
<<La vostra attenzione, per favore.>> Silente urlò, usando sempre il suo tono amabile.
<<Vorrei dire poche parole. Eterna gloria, ecco cosa attende lo studente che vincerà il Torneo Tremaghi! Ma per guadagnarsela questo studente dovrà superare tre prove, tre prove estremamente pericolose invero. Per questo motivo, il Ministero ha convenuto di imporre una nuova regola. Per spiegarvela, abbiamo il capo dell'ufficio della Cooperazione Magica Internazionale: il signor Bartemius Crouch>> a quel punto, Crouch si posizionò davanti all'oggetto, il viso imbarazzato, quasi impaurito ad esporre la nuova regola. <<Dopo lunga riflessione, il Ministero ha concluso che, per ragioni di incolumità, nessuno studente al di sotto dei diciassette anni deve proporsi per la selezione del Torneo Tremaghi>>
Un boato di urla si alzò da parte degli studenti, soprattutto da Fred e George.
<<Questa è spazzatura! Non sa quel che dice!>> esclamarono i gemelli. Soraja alzò un sopracciglio e lanciò un'occhiata ad Hermione, che bloccò immediatamente i gemelli.
<<Smettetela! Silente ha ragione! Sarebbe da irresponsabili lasciare che tutti partecipino!>> la riccia scosse i gemelli. Silente, vista la situazione, urlò chiedendo il silenzio che gli venne subito dato. L'uomo barbuto spiegò che avrebbe avvisato lui stesso per l'inizio del torneo e di quando gli studenti potessero mettere il biglietto con il nome nel calice di fuoco e, inoltre, precisò ancora una volta che il prescelto non avrebbe potuto tirarsi indietro. La conversazione "Calice di Fuoco" finì lì, almeno per ora.





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