chapter 3

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4 settembre 1993
Hogwarts

Il nuovo anno non era cominciato nel miglior modo. Soraja era terrorizzata dall'avere Remus come insegnante. Non aveva detto ai suoi amici che si preoccupava principalmente del "problema peloso" di suo padre. Inoltre, odiava le occhiate che tutti tiravano a lei e a Remus in Sala Grande. Le uniche cose che la facevano stare un po' meglio erano gli scherzi con i gemelli e i pomeriggi spaparanzata sui divanetti della Sala Grande insieme ad Harry.
Soraja si sedette a tavola. Oggi, per la prima volta, doveva affrontare la lezione di Difesa contro le Arti Oscure.
<<Ancora con questa storia, Moony?>> chiese Harry all'amica
<<Non me ne capacito>> rispose Soraja sbuffando
<<'arà mitico!>> disse Ronald masticando
<<Ha ragione! Tuo padre è un grande!>> sorrise Neville
<<Mangia>> Harry ammonì la sua migliore amica
<<Non ho fame>> incrociò le braccia lei
<<Se non mangi ti do a mangiare io, ti avverto>> disse Harry prendendo con il cucchiaio un po' di porridge
<<Glie lo dico, eh!>> continuò Harry, riferendosi a Remus
<<Dai Soraja ma qual è il problema?>> il ragazzo lasciò cadere la forchetta sul piatto, arrendendosi
<<Lo sai qual è, Prongs>> disse lei, spazientita
Si spostò i capelli blu cobalto dalla fronte e si portò in bocca un po' di porridge
<<Almeno stai mangiando>> le fece notare Harry
Soraja lo fulminò.
<<Da brava, scimmietta, mangia>> scherzò Fred
I capelli le divennero giallo canarino e sorrise leggermente.
<<Non vedo l'ora di iniziare le lezioni>> disse George
<<Non sono mai stato così felice di fare lezione, giuro>> continuò Fred sorridendo. Anche se i gemelli erano più grandi di loro, avrebbero comunque avuto Remus come insegnante.
<<E allora andiamo>> Harry prese per mano Soraja e camminarono verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure
I capelli Soraja divennero di tutte le sfumature di viola e violetto con delle ciocche verde smeraldo.
<<Buongiorno>> disse Remus sorridendo
I ragazzi fecero per sedersi dopo aver detto un "buongiorno" allegro.
<<Posate i libri, grazie. Oggi facciamo pratica>> annunciò Lunastorta
Solo ora gli studenti notarono un grosso armadio posizionato nell'aula. L'armadio si mosse provocando un grande fracasso.
<<Intrigante, vero?>> iniziò
Harry e Soraja si strinsero ancora di più la mano. I capelli di Soraja continuavano a mantenere la tonalità di prima, solo con un po' di color caramello per Remus.
<<Qualcuno vorrebbe azzardare ad indovinare cosa c'è all'interno?>> continuò Remus gentile
Soraja amava la gentilezza di suo padre.
<<Quello è sicuro un molliccio!>> esclamò Dean
<<Molto bene, signor Thomas!>> disse felice il professore
<<Ora qualcuno sa dirmi, un molliccio, come è fatto?>> chiese camminando lentamente
<<Nessuno lo sa. I mollicci sono dei mutaforma, assumono la forma di ciò che una particolare persona teme di più. È questo che li rende->> spiegò Soraja guardando il padre
<<Così terrificanti. Sì, sì, sì>> concluse Remus
<<Fortunatamente esiste un semplice incantesimo per respingere un molliccio>> Lunastorta si guardò dietro dopo un forte rumore proveniente dall'armadio
<<Proviamolo ora- ah, senza bacchette perfavore>> fermò gli studenti che stavano per sfoderare le loro bacchette
<<Provate a dire: Riddikulus>> disse chiaramente Remus
La classe, in coro, ripetè.
<<Molto bene. Un po' più forte e molto chiaramente, ascoltate: Riddikulus>>
<<Riddikulus>> la classe ripetè di nuovo e più forte, come chiesto
<<Questa lezione è ridicola>> disse Malfoy, beccandosi un'occhiata di fuoco dalla "cugina"
<<Molto bene. Questa era la parte più facile: vedete, l'incantesimo da solo non basta. Quello che davvero sconfigge un molliccio sono le risate. Dovete costringerlo ad assumere una forma che trovate sinceramente divertente. Passo a spiegare>> finì guardando attentamente la classe
<<Neville, vuoi venire prego?>> esclamò
Neville si guardò intorno, spaventato. Era un ragazzo molto timido.
<<Coraggio, non essere timido!>>  disse gentile
<<Coraggio...coraggio>> cercò di metterlo a suo agio
<<Ciao>> disse facendo sorridere leggermente Soraja
<<Neville, cos'è che ti spaventa di più?>> chiese
<<I pffsso 'iton>> farfugliò Neville
<<Come dici?>> domandò il più gentilmente possibile Remus
<<Il professor Piton>> ripetè chiaramente Neville
<<Il professor Piton, sì, spaventa tutti>> disse Remus sovrastando le risate degli alunni
<<Se non sbaglio tu, oltre ai tuoi genitori, vivi con tua nonna>> azzardò Lunastorta
<<Sì, non voglio che il molliccio si trasformi in lei, però>> si affrettò a dire Neville
<<No, non lo farà. Voglio che figuri i suoi vestiti, solo i vestiti, in modo nitido nella tua mente>> spiegò Remus, dando delle leggere occhiate all'armadio dietro di lui.
<<Porta una borsetta rossa->> iniziò Neville ma Remus, con un cenno della testa, lo zittì
<<Non occorre dirlo. Purché tu li veda, noi li vediamo>>
<<Ora, quando aprirò l'armadio, ecco cosa devi fare. Scusate>> si avvicinò all'orecchio di Neville.
Il resto dei ragazzi si guardò stupiti dal profondo rispetto che Remus portava agli studenti e la sua educazione. "Scusate, perfavore, grazie" i ragazzi avevano apprezzato molto quelle parole che nessuno dei professori usava con loro. Forse solo Silente, ma effettivamente non era un professore.
Tutti erano stupiti, tranne Harry e Soraja. Conoscendo già Remus, sapevano che si sarebbe comportato così.
<<Ne sei in grado?>> chiese poi ad alta voce facendo calare il silenzio nella classe.
<<Bacchetta alla mano>> disse sorridendo a Neville e sfoderando, anche lui, la sua bacchetta
<<1...2...3>> puntò la bacchetta contro l'armadio che si aprì
La figura del professor Piton si avvicinava sempre di più al ragazzo. Remus si posizionò dietro di lui e sussurrò
<<Pensa Neville, pensa>>
Piton era molto vicino a Neville quando il ragazzo si decise e urlò
<<Riddikulus!>>
Immediatamente il professore cambiò vestiti. Al posto del solito abbigliamento nero, un bel vestito verde, una borsetta rossa e uno strano cappello.
Tutti iniziarono a ridere, compreso Remus.
<<Bravissimo, Neville, bravissimo! Incredibile. Bene, vai in fondo Neville. Mettetevi tutti in fila>> disse continuando a ridere.
I ragazzi si spingevano per chi doveva stare prima e chi dopo, felici di avere un professore competente...per un anno.
Toccò a Ron, poi alle gemelle Patil e poi a Soraja.
Cosa le faceva più paura? Forse l'altezza, pensò.
Si trovò lì davanti con la paura di non avere paura. Strano, eh?
Chiuse gli occhi dopo che il padre le sorrise e quando li riaprì, tutto si aspettava tranne quello. Era lei, Soraja. Seduta da sola in mezzo ad un prato. La sua immagine si mosse. Fece per abbracciare qualcuno, ma cadde per terra. Era da sola. Soraja aveva paura di rimanere da sola e, sotto sotto, lo sapeva. Non ne aveva mai parlato a nessuno. Aveva paura di rimanere da sola per il suo carattere difficile. Aveva paura che nessuno l'avesse amata per come era davvero. Aveva paura che tutti l'avessero abbandonata prima o poi. Si maledì mentalmente perché voleva piangere. Soraja non piangeva. Credeva che ci fossero modi migliori per sfogarsi e piangere non era uno tra quelli. Effettivamente, non aveva mai pianto in vita sua. Prima che potesse dire qualcosa scoppiò. Si lasciò andare per terra e nascose la testa fra le mani. Scosse la testa e Remus, ancora incredulo, le si avvicinò. Pronunciò l'incantesimo e poi annunciò ai ragazzi che la lezione era terminata. Con un cenno della testa fece capire ad Harry che non doveva preoccuparsi. Harry non era preoccupato, tremava. Non aveva mai visto Soraja così...triste. Era abituato a vedere la sua migliore amica come la ragazza allegra e giocherellona. L'aveva vista quando si sfogava al pianoforte mentre cantava le note più alte che poteva, ma mai accasciata per terra sull'orlo delle lacrime. Rimase a guardarla mentre i capelli cambiarono colore. Divennero bianchi e grigi.
<<Vuoi parlare?>> chiese Remus
<<No. Solo, resti qua?>> disse Soraja alzando la testa
Gli occhi erano diversi. Non avevano più quella luce che li distinguevano dagli altri. Erano freddi, spenti.
Remus non riusciva a vedere la figlia così. Per un attimo si era dimenticato del dolce sorriso della ragazza e avrebbe pagato anche milioni e milioni di galeoni per vederlo.
Soraja si appoggiò sulla spalla del padre che le accarezzava i capelli completamente bianchi, con l'eccezione di qualche ciocchetta color caramello.
<<Ti chiedo solo di dirmi perché non me ne hai mai parlato>> domandò Remus
<<Perché avevo paura>> rispose Soraja
<<E di cosa? Sono un lupo mannaro, ma mica ti avrei mangiata se me lo avessi detto>> disse Remus provocando una leggerissima risata da parte della figlia
<<Avevo paura di piangere davanti a te>> confessò stringendo la mano del padre
Remus rimase in silenzio. Non se lo aspettava.
Stettero in silenzio tutto il tempo. Non se la sentivano più di parlare. Soraja ogni tanto stringeva la mano di Remus e lui le accarezzava dolcemente i capelli.
<<Papà sta tranquillo, ok? Io ora vado>> disse lasciandogli un bacio sulla guancia
Remus glie ne lasciò uno sulla fronte e poi la lasciò andare.
Soraja si avvicinò al tavolo Grifondoro e, non appena la videro, tutti i ragazzi della sua stessa casa le si lanciarono praticamente addosso. Non vedeva i suoi amici, però. I capelli le divennero violetto e blu cobalto.
<<È davvero tuo padre?>>
<<Vi somigliate tantissimo>>
<<È così giovane, sicuro che possa insegnare!>> chiese Lavanda
<<Fatela respirare!>> disse Fred facendo con la mano il gesto di liberare il corridoio
<<Non c'è nulla da guardare!>> continuò George
<<Forza, andate a sedervi!>> dissero ancora
Soraja li affianco e tutti e tre camminarono verso Harry, Hermione, Ron e Neville
<<Grazie, ragazzi>> sorrise leggermente Soraja
<<Nulla, scimmietta>> dissero in coro i due.
<<Come stai?>> chiese Hermione
<<Un po' meglio, grazie>>
Aveva ancora i capelli leggermente bianchi
<<Cosa significa bianchi?>> prese di nuovo parola Hermione indicando i capelli di Soraja
<<Viola e violetto sono ansia, blu e bianco?>>
<<Blu credo che faccia parte dell'ansia, bianco credo paura>>
<<E tu di cosa hai paura?>> domandò Harry guardandola attentamente
Soraja si mozzicò il labbro inferiore. Sapeva dove voleva arrivare a parare Harry
<<Che noi potessimo stancarci di te un giorno? È impossibile, sei un tornado di energia>> continuò Ron stupendosi delle parole che aveva detto.
Non era un tipo da abbracci, parole dolci e cose così. Anche Soraja rimase stupita ma sorrise e i capelli le si tinsero di mille colori.
<<Sei insostituibile. Ricordi cosa dissi a tuo padre il primo anno? La difenderò e la proteggerò sempre. Sempre. Fino alla fine>> aggiunse Harry
I capelli divennero subito verde smeraldo, senza lasciar nemmeno un po' di spazio agli altri colori. I due si presero la mano sotto il tavolo e si sorrisero.

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L'ultima lezione del giorno, Cura delle Creature Magiche. I cinque si diressero da Hagrid prima del previsto. Volevano vedere come stesse prima della sua primissima lezione.
<<Hagrid, come stai?>> disse sorridendo Soraja
Hagrid l'alzò e la fece girare in aria, preso dall'emozione.
<<Oh...umh...bene>> borbottò riportando Soraja con i piedi per terra e grattandosi la lunga barba con la manona.
Quando tutti furono arrivati, Hagrid iniziò
<<Date il benvenuto a Fierobecco!>>
Tutti fecero un passo indietro alla vista della creatura. Era...strana, sì.
<<Hagrid, ma che cos'è precisamente?>> chiese Ronald
<<È un ippogrifo. Gli ippogrifi sono creature molto orgogliose e permalose. Bisogna fare attenzione con loro.>>
<<Chi vuole provare a fare un giro?>> annunciò e tutti si fecero indietro. Tutti tranne Harry e Soraja.
<<Molto bene, ragazzi! Ora, dovete avvicinarvi a lui, fare un inchino e vedere se lo fa anche lui. Nel caso in cui lo dovesse fare, potete cavalcarlo. Provate, su!>>
I due si avvicinarono a Fierobecco e si abbassarono. Rimasero in quel modo per cinque minuti buoni, poi l'ippogrifo si inchinò. Hagrid allora li prese e li mise sul dorso dell'animale. Diede una pacca sul fondo schiena di Fierobecco e questo partì.
Soraja urlò.
<<Tieniti a me!>> gridò Harry
Soraja non se lo fece ripetere due volte. Si aggrappò al suo migliore amico e chiuse gli occhi. Il profumo dolce di Harry la fece calmare un po'. Profumava di...buono. Sì, di buono. I capelli verde smeraldo rimbalzavano sulla fronte della ragazza.
<<Siamo sul Lago Nero. Apri gli occhi, Moony, è bellissimo!>> Harry aprì le braccia e Soraja gli occhi.
Era effettivamente bellissimo. Era bellissimo il paesaggio. Era bellissimo stare lì con Harry. Si sentiva libera da ogni paura.
Tirò un altro urlo. Questa volta, però, di felicità.
Ritornarono dov'erano prima, accolti dagli applausi di tutti. Hagrid li riprese in braccio e li fece scendere.
<<Scommetto che non sei pericoloso, vero? Stupida bestiaccia!>> esclamò Draco Malfoy avvicinandosi a Fierobecco con fare minaccioso
<<Malfoy, no!>> urlò Hagrid prima che l'ippogrifo si lanciasse sul ragazzo
<<Mi ha ucciso, mi ha ucciso!>> disse Draco steso per terra
Soraja non riuscì a trattenere le risate e Harry un sorrisetto divertito.
Hagrid prese in braccio Draco e lo portò verso l'infermieria. Quando passarono davanti ai due e Draco notò il sorriso furbo sulla faccia di Soraja urlò
<<Non ridere, bestia!>>
Soraja rise ancora di più ma i suoi capelli la tradirono. Divennero rossi e neri, ma continuò a ridere e parve che nessuno se ne accorse.
<<La lezione è terminata!>> urlò Hagrid.
Soraja ed Harry, come di rito ormai, si presero la mano e tornarono in Sala Grande. Tutti pensavano che fossero fidanzati ma loro non ci pensavano. Non smentivano e non ci pensavano. Loro due, insieme, non sentivano gli altri.

Solo migliori amici -Harry James PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora