chapter 18

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25 dicembre 1993
Grimmauld Place numero 12

L'aria a Grimmauld Place era tesa e pesante. La maggior parte delle persone, cioè quelle che sarebbero dovute andare al Malfoy Manor, erano già in piedi. Soraja aveva i capelli viola scuro, quasi tendenti al blu e Nymphadora verde acido, colore che per lei significava ansia. Sirius legò i riccioli ribelli in un codino e prese una tazzina di caffè, porgendone un po' anche a Dora e alla cugina. La piccola Metamorfomagus aveva due grandi occhiaie sotto gli occhi piccoli e un colorito pallido. Sirius non faceva altro che marciare avanti e indietro per la cucina senza bere nemmeno un sorso di caffè.
<<In tutto quanti ne siamo? A che ora dobbiamo partire?>> chiese Soraja buttandosi a peso morto sul divano
<<Dobbiamo stare per il "pranzo di Natale" lì, quindi immagino verso le 13. Siamo io, te, tua madre e Meda>> rispose Sirius
<<Quindi papà e nonno non vengono?>> continuò la mora
<<No, non ci saranno. Stai tranquilla, dopo li andiamo a svegliare>> la rassicurò Sirius mettendole una mano dietro la schiena
<<Buongiorno>> una figura piuttosto alta avanzava stile zombie verso la cucina
<<Hey>> salutò cordialmente Soraja
<<Harry vuoi acqua e limone?>> chiese Andromeda
<<Oh, no Meda, grazie>> sorrise leggermente Harry. Soraja osservava la scena dal divano mentre beveva il suo tè. Il ragazzo se ne fece uno uguale e andò a sedersi affianco a lei. Soraja non resistette: appoggiò la testa sulla spalla di Harry, lasciando che i suoi capelli divennero verde smeraldo e che Harry le accarezzasse la guancia dolcemente.
<<Scusami, scusami, scusami>> sussurrò dolce il ragazzo e lei si spostò dalla sua spalla per stringerlo forte in un abbraccio che sembrava dire "non lasciarmi mai".
<<Ho paura, Harry>> confessò la ragazza dopo essersi rimessa con la testa sulla spalla del ragazzo.
<<Di cosa? Dei Black e dei Malfoy?>> suppose Harry
<<Non di loro in sè per sè, ma del fatto che possano giudicarmi>> Soraja spiegò a voce bassa e preoccupata
<<Potrebbero farlo, sì, ma tu devi solo ricordarti che sei meglio di loro>> la rassicurò
<<Vuoi sapere una cosa?>> si intromise Remus che, da poco, si era svegliato ed era sceso dal resto degli adulti.
<<Cosa zio?>> chiese Harry curioso. Remus si sedette su uno sgabellino e fece segno ai ragazzi di sedersi sulle sue gambe. Soraja ed Harry obbedirono, così Remus iniziò a raccontare.
<<Quando ero un giovanotto, per intenderci un ventenne, io, Sir e James andavamo a molte feste. Una che non ho mai dimenticato è stata quella di Halloween 1976 e sapete perché?>> iniziò Remus, per poi addentare un pezzo di pane tostato con la confettura alle amarene. I due tredicenni scossero la testa velocemente, in attesa che l'uomo continuasse.
<<C'erano tanti costumi belli e spaventosi, ma uno mi colpì profondamente: un lupo mannaro. La sera stessa ci fu una gara, quella del costume più pauroso, e quel ragazzo vestito da lupo mannaro fu premiato come il più pauroso. Io corsi fuori da quel locale per prendere aria e, quando tornai, la voce sulla mia vera natura era stata passata a tutti. "Lupin, quello che è stato morso da Greyback" dicevano e io non ce la feci più. Scappai da lì e corsi per i dieci minuti successivi, rifugiandomi alla Stamberga Strillante. Fu in quel posto che ebbi il mio primo attacco di panico. Tutti mi giudicavano, mi ritenevano un mostro, non riuscivo a calmarmi>> finì l'uomo. Sirius gli andò vicino e gli poggiò una mano sulla spalla per rassicurarlo. Remus gli lanciò un'occhiata amorevole e poi esordì
<<Buon Natale. Hai radici Black solo tecnicamente, praticamente puoi stracciarle completamente, ricordatelo>> si rivolse alla figlia. Soraja affondò fra le braccia del padre sotto lo sguardo addolcito di Harry. Ultimamente il ragazzo era parecchio nervoso e tendeva a trattare male tutti.
Sirius si avvicinò a Soraja e le disse
<<Hai mezz'ora o giù di lì per prepararti, datti una mossa>>
Soraja corse su per le scale e si fermò un attimo quando l'uomo le urlò
<<Ricorda: puoi stracciare le radici che non ti piacciono!>>
Soraja capì a pieno quella frase. Infatti, la ragazza aveva una paura matta che quegli esseri potessero giudicarla anche solo dal modo di vestirsi e, per questo, inizialmente voleva indossare un abito elegante. Ma quello non era il suo stile, affatto, così decise di strapparle quelle radici e di vestirsi come suo solito. Vestirsi come aveva sempre fatto, seguendo lo stile di Sirius mentre sua nonna li rimproverava entrambi perché "non erano affatto eleganti". Sirius e Soraja, però, erano eleganti nei modi di fare e questo colmava quel vuoto che portava Andromeda.
La ragazza, con una sicurezza sfacciata, si vestì e si guardò allo specchio fiera, poi scese con la paura che quella sicurezza potesse svanire. Sirius le strizzò l'occhio, si avvicinò a lei e le chiese
<<Vuoi che ti trucchi un po'?>>
Soraja sorrise e chiese divertita
<<Tu sai truccarti?>>
<<Certo, ho iniziato a truccarmi a 16 anni>> si vantò il riccio. Soraja rise e poi Sirius la trascinò nel bagno, prese la matita nera e glie la mise, poi fece lo stesso procedimento col mascara. Sorrise e poi sistemò i capelli alla ragazza. Soraja osservava come Sirius fosse sicuro di sè e di ogni cosa che facesse, senza sapere che di lì a poco avrebbe incontrato una persona vicinissima a lui, ma che non gli somigliava affatto. Lo osservò mentre si truccava, mentre maneggiava quella stecchetta colorata fra le dita e di come fosse accorto a giocarci senza farla cadere. L'uomo finì e, senza parlare, le prese la mano e scesero di nuovo in cucina.
<<Sirius, la responsabilità è tua>> lo avvisò Nymphadora
<<Sei bellissima amore>> disse Remus a sua figlia
<<Grazie papà, però ho paura>> ammise Soraja con lo sguardo basso.
<<E di cosa? Tu devi solo essere te stessa. Fai come fa zio Sir>> la rassicurò Remus, ammiccando verso Sirius
<<'Oraja, 'ei mitica!>> disse Ron mentre mangiava un pezzo di torta
<<Pel di carota, sei sveglio!>> Soraja si avvicinò all'amico e gli scombinó i capelli rossi. Ron arricciò il naso, poi sorrise e bevve un sorso di latte sporcandosi tutto il contorno delle labbra.
<<Ma che carino che sei!>> esclamò Soraja pizzicando le guance dell'amico che, in pochi secondi, divennero dello stesso colore dei suoi capelli.
<<RIPUDIATI DAI BLACK, VENITE QUI! È ORA DI ANDARE!>> urlò Sirius ironizzando sul brutto trattamento ricevuto dalla sua stessa famiglia. Soraja prese a correre per affiancare lo zio, ma Harry la bloccò.
<<Sei bellissima>> le sussurrò all'orecchio provocandole una strana sensazione nel ventre.
<<Dici?>> rispose lei con lo stesso tono di voce
<<Dico. Vai, fai vedere a quei montati com'è bello non aver paura di parlare con persone diverse>> le disse Harry prima di sciogliere la mano dal suo fianco.
Sirius, Andromeda e Nymphadora guardavano la scena con sguardo dolce e comprensivo mentre Soraja avanzava verso di loro. Harry la guardò fino a quando Sirius non aprì la porta d'ingresso. Era proprio bella, pensò. Non era una tipa che si agghindava molto e proprio per questo Harry la reputava magnifica. Perché era Soraja. La ragazza, dal canto suo, riusciva ancora a sentire la mano calda del suo migliore amico sul fianco scoperto dal crop top nero che indossava. Per questo, si toccò lo stesso punto in cui Harry aveva posato le dita allungate e sorrise.
<<Arriverderci belli!>> esclamò Soraja prima che la porta di casa si chiuse. Prima di entrare in macchina si guardò per un'ultima volta e si piacque così tanto che sul viso le si formò un sorriso iniziato dall'orecchio destro e finito su quello sinistro. Harry continuò ad osservarla dalla finestra mentre si portava le ginocchia al petto e poggiava delicatamente la testa sul finestrino della macchina.

Soraja si addormentò per sovrastare i pensieri negativi riguardanti quel pranzo di famiglia

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Soraja si addormentò per sovrastare i pensieri negativi riguardanti quel pranzo di famiglia.
<<Tesoro, svegliati, siamo arrivati>> la chiamò Andromeda dopo un'oretta bella che buona. La ragazza si alzò lentamente, si stiracchiò e sistemò i jeans prima di uscire dalla macchina. Quando si trovò davanti al Malfoy Manor rimase sbalordita; era folgorata dalla bellezza glaciale di quel castello enorme. I muri fuori si presentavano bianchi e neri, con un cancello che le trasmise una strana ansia per tutto il corpo. Tuttavia, voleva entrare in quella dimora così cupa, solo per visitarla in tutta la sua maestosità.
<<Ti sei incantata? Sì, certo, sarà pure stupenda, ma le persone che ci abitano dentro ti faranno venir voglia di fuggire prima di subito>> Andromeda le cinse le spalle con un braccio, avanzando lentamente verso il Manor. I quattro si trovarono di fronte al cancello che non si apriva in nessun modo.
<<Ma come diavolo si apre?>> sbottò Sirius sbattendolo più e più volte
<<Calmati, faccio io>> Narcissa Malfoy avanzò a passo deciso mentre Soraja la guardava senza far notare la sua sorpresa. Era così bella, pensò subito Soraja. Dopo poco, un'altra figura dai lunghi capelli biondo platino affiancò la donna: Lucius Malfoy.
<<Oh, sono arrivati>> sorrise beffardo l'uomo, poi parlò al cancello
<<Apriti, sono con me>> e questo, magicamente, divenne fumo e li fece passare
<<Solitamente come si apre?>> chiese Soraja curiosa, affascinata e allo stesso tempo spaventata da quella magia così lontana a quella a cui era abituata.
<<Non sono affari tuoi, ragazzina ficcanaso>> rispose Lucius, beccandosi un'occhiataccia da Sirius
<<Lucius! Sii più gentile! Di solito si apre mostrando una cosa che voi non avete>> spiegò Narcissa calma mentre i capelli biondi e castani le volavano liberi dietro il collo.
<<Oh, d'accordo. Con il Marchio Nero, quindi?>> domandò Soraja, sapendo di aver ragione
<<Beh, sì. Andromeda, come fa a sapere tutte queste cose?>> Narcissa si allontanò dalla ragazzina per avvicinarsi alla sorella
<<Se solo tu la conoscessi...oh, rimarresti sbalordita dalla sua voglia di sapere>> rispose Andromeda a voce rotta. Lei, anche se non lo dimostrava affatto, c'era rimasta così male di aver perso i rapporti con le sue due sorelle. Narcissa era la più dolce, Bellatrix la più orgogliosa e Andromeda la più determinata. Erano un trio fantastico, sciolto per colpa di ideali sciocchi e guerre inutili fra famiglie.
Quando finalmente entrarono nel Malfoy Manor, Soraja per poco non rimase a bocca aperta. Era bella, fuori e dentro, ma così fredda e cruda  che le vennero i brividi. Come facevano a vivere lì? Lei era abituata a Grimmauld Place, dove le stanze erano piccole e poche e tutti si arrangiavano mettendosi a dormire a due a due. A casa sua c'era un calore familiare unico che lì non riuscì a percepire minimamente. Si vedeva anche da come erano vestiti: abiti lunghi e principalmente neri. Per non parlare delle espressioni: irremovibili, gelate. Gli occhi emanavano freddo e la bocca veleno.
<<Che c'è? Non sei abituata a tutto questo lusso? A casa tua ci vivono topi e porci, ci credo>> Draco affiancò la cugina, guardandola con la coda dell'occhio e un sorrisino compiaciuto sul viso.
<<Almeno a casa mia non abbiamo paura di mostrare un po' i denti>> rispose Soraja sbuffando
<<Ti prego, ma come ti sei conciata?>> rise ancora il ragazzo
<<Draco! Stai composto!>> lo richiamò Lucius
<<Come non detto. Affianco qualcuno migliore di te, ciao cugino>> sorrise Soraja vittoriosa
Draco sbuffò e si posiziò davanti al padre. Il ragazzo, in verità, voleva avere in qualche modo delle interazioni con Soraja, ma la sua posizione non glie lo permetteva. Odiava non poterle parlare, toccarla e sfogarsi con lei, lo voleva così tanto. In quei tre anni, lui l'aveva sempre tenuta sott'occhio e si era sempre assicurato che tutto per lei fosse filato liscio (salvo Codaliscia). Le voleva bene, anche se lei lo odiava a morte.

Solo migliori amici -Harry James PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora