chapter 12

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<<Ah, la cicatrice>> mugolò Harry mentre Soraja gli sciacquava la mano, facendo attenzione a non fargli troppo male
<<Cosa c'è?>> si allarmò la ragazza
<<No, nulla; la cicatrice pulsa>> rispose lui
<<Pulsa?>> chiese Soraja ed Harry annuì
<<Alza i capelli, ci passo un po' d'acqua su>> disse la ragazza
Harry alzò il ciuffo di capelli corvini e si affidò a Soraja. La ragazza gli sfilò gli occhiali e li posò delicatamente sul lavandino.
<<Non bagnarmi i capelli, Moony>> disse Harry
Soraja sentì il cuore accellerare; da tanto, troppo, tempo Harry non la chiamava così. Rimase in silenzio ad ascoltare il rumore dell'acqua che scorreva, sorridendo come un ebete e passando piano la mano sulla cicatrice rialzata del suo migliore amico.
<<Aaah, l'acqua negli occhi>> si lamentò Harry
<<Oh, come sei delicato, Prongs. Per di più, è acqua, non acido!>> rispose Soraja
<<Basta così, mi sto affogando>> Harry alzò la testa di scatto
<<Ho i capelli bagnati>> scrollò la testa ridendo
<<Ops, colpa mia>> rispose Soraja mettendosi davanti al ragazzo per sistemargli i capelli più arruffati del solito.
I due si guardarono negli occhi. Anche questo non succedeva da troppo tempo. Soraja ammirò gli occhi verde smeraldo di Harry e i capelli le diventarono del medesimo colore. Il ragazzo spostò lo sguardo sui capelli della ragazza e poi sorrise; sapeva che effetto le stava facendo.
<<Mi sei mancato>> sussurrò Soraja osservando i lineamenti del suo migliore amico
Anche Harry la osservò e non nascose a se stesso di trovarla stupenda, ancora più di prima.
<<Sei bella>> disse Harry a voce bassa, spostando una ciocca di capelli di Soraja dietro il suo orecchio
<<Toi aussi, Prongs>> Soraja gli diede un buffetto amichevole sul naso
<<Che hai detto?>> Harry la guardò con il naso arricciato e le sopracciglia corrucciate
<<Non te lo dico, mi dispiace>> Soraja gli scombinò i capelli e fece per andare via dal bagno. Harry, però, la bloccò per il polso facendola girare.
<<Sai che sono curioso, dimmelo>> le fece gli occhioni dolci
<<Non mi freghi, ho detto di no.>> disse Soraja
<<D'accordo, ricevuto.>> il ragazzo la lasciò e, insieme, tornarono sul letto. Harry si stese sul letto e Soraja si avviò verso la piccola mensola dove teneva tutti i suoi libri.
<<Soraja, prendi!>> Harry le tirò un cuscino mentre era ancora girata
<<Non hai riflessi!>> Harry la prese in giro, facendole la linguaccia
<<Sì che li ho!>> ribattè la ragazza
<<Ah sì? Prendi questo!>> il ragazzo gli tirò un altro cuscino, un altro, un altro e un altro ancora.
<<Com'è possibile?!>> disse Harry vedendo Soraja con due cuscini tra le mani, uno fra le gambe e uno in bocca
Soraja sputò il cuscino che aveva in boccae disse
<<Questo è perché non avevo riflessi, eh!>>
La ragazza rialzò il cuscino da terra e lo tirò al suo migliore amico
<<Vuoi la guerra? E che guerra sia>> disse Harry afferrando l'oggetto. Soraja glie ne tirò tanti altri e così fece Harry, fin quando alla ragazza non ne rimase nemmeno uno.
<<Ora vedi>> Harry rise mentre Soraja corse sul letto, si lanciò per terra e si parò con un libro
<<Basta!>> Soraja rise
<<Facciamo una cosa: io non ti tiro più nulla e tu mi dici la cosa che ti ho chiesto prima>>
<<Metti giù il cuscino>> Soraja sorrise
<<Tu dimmi prima la cosa, non sono così fesso>> anche Harry sorrise leggermente
<<Ah no? Questa sì che è una grande notizia>> la ragazza continuò a ridere
<<Stai temporeggiando, dimmelo>> rispose Harry
<<Allora davvero non sei fesso>> Soraja continuò a sviare l'argomento
<<Aspetto te>> disse Harry
<<Oh, va bene. Ho detto che anche tu sei bello, bellissimo, in verità>> Soraja disse tutto a voce bassa per vergogna
<<E ti vergogni di dirmi questo?>> Harry sorrise
<<Io ti ringrazio, ma credo che fra i due tu sia la più bella>> il ragazzo le stritolò le guance e Soraja arricciò il piccolo naso
<<E io il contrario>> disse la ragazza
<<Vorrà dire che ci reputeremo belli a vicenda>> Harry sorrise leggermente
<<Sappi che io ho sempre ragione, anche ora>> Soraja guardò il ragazzo nascondendo un micro sorriso
<<Mh, certo. Convinta tu>> Harry alzò le sopracciglia, annuendo. I due si stesero sul letto e Soraja poggiò il capo sul petto del suo migliore amico. La ragazza aspirò il buon profumo di Harry e quest'ultimo quello dei capelli della sua migliore amica. Soraja chiuse gli occhi e, da quel momento, Harry non mosse più nemmeno un muscolo, per evitare di farla svegliare. Il ragazzo si limitò ad osservarla mentre dormiva e gli uscì un sorriso spontaneo: i capelli verde smeraldo e rosa pastello cadevano scombinati sul viso e sulle spalle della ragazza, i muscoli del viso rilassati e i lineamenti angelici della ragazza lo fecero sorridere ancora di più. Poi si soffermò sulle labbra della sua migliore amica: erano carnose, arrossate e in quel momento formavano una smorfia adorabile. Harry passò il dito sul labbro superiore della ragazza e vide le braccia nude di Soraja rabbrividire. Si soffermò, dopo, sulle mani ricoperte di anelli della sua migliore amica. La mano destra di Soraja era unita con quella di Harry. Il ragazzo alzò la sua mano e iniziò ad ammirare tutti gli anelli della ragazza affianco a lui: ne erano tanti e tutti diversi. Dal pollice sfilò uno con su inciso "Black" e pensò che quello fosse un regalo da parte di Sirius. Soraja era parecchio legata a quest'ultimo, gli voleva un gran bene. Sirius l'aveva sempre difesa, di fronte a tutti, e avrebbe continuato a farlo, anche a costo di morire. Soraja, per Sirius, era una figlia. La figlia che Sirius non aveva mai avuto.
Dopodiché, Harry passò all'indice e vide un semplice anello grigio. Lo scrutò meglio e vide che sopra c'era scritta una H. H? Stava per Harry? Si chiese il ragazzo. Non lo sapeva di sicuro, ma sorrise ugualmente. Gli piaceva pensare che quella H fosse dedicata a lui e alla meravigliosa amicizia che aveva con la ragazza. Infine guardò gli altri e, ragionando, arrivò a conclusione che ne aveva uno per ogni persona: uno per Ron, Hermione e Neville, uno per i suoi genitori, uno per i coniugi Potter e uno per la sua immensa passione per il canto. Soraja mosse la mano e ad Harry capitò sott'occhio il braccialetto che avevano uguale, quello che li teneva legati sempre, anche da litigati, anche da distanti, anche da arrabbiati o tristi. Sempre.
Il ragazzo la guardò dormire ancora un po', poi si alzò delicatamente dal letto e iniziò a frugare tra gli oggetti di Soraja; sapeva di non doverlo fare, ma il suo più grande "difetto" era stato sempre la curiosità. Aprì tutti i cassetti e tocco delicatamente tutti i libri che vi erano all'interno. Uno in particolare lo colpì; Anche noi. Noah e Abby. Harry avrebbe tanto voluto leggere ancora una volta quel libro con Soraja come se fosse la prima volta, ma aveva vergogna di chiederglielo. Solitamente era Soraja che lo chiedeva a lui e, in quei momenti, Harry era al settimo cielo. Come se Noah e Abby fossero loro e quel libro raccontasse la loro storia. Anche se Soraja non era una principessa ed Harry non era un contadino. Noah e Abby erano loro.

Solo migliori amici -Harry James PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora