Erano le dieci del mattino, decisi di alzarmi anche perché non avevo dormito granché stanotte. Ho fatto tutto il tempo a pensare a quello che era successo in camera di Alex e quello successo dopo. Il modo in cui mi sono sentita davanti alla porta. Le sue labbra sulla mia guancia fredda. Ogni parte di me tremava. Era assurdo l'effetto che mi faceva ogni volta.
Mi alzai, avevo la maglietta del pigiama bianca con le maniche lunghe perché stanotte avevo un po' freddo e poi un paio di pantaloncini dello stesso colore con dei cerchi piccoli rosa chiaro.
Mi diressi in cucina e ovviamente presi una tazza grande con il mio latte macchiato e due fette biscottate con burro e marmellata alla ciliegia, la mia preferita.
Mangiate le fette biscottate, finii di bere il mio latte in veranda. Era una giornata stupenda, il sole era caldo ma c'era quel venticello fresco che rendeva l'aria più leggera. Mi sedetti su una delle poltroncine, alzando una gamba, e guardai l'oceano. Era un po' più mosso del solito ma era comunque perfetto per fare un bagno.
Rimasi un altro po' in veranda e poi dopo aver lavato la tazza, tornai in camera per cambiarmi. Ma quando varcai la soglia della mia camera, qualcuno bussò alla porta.
<< Chi sarà a quest' ora? Mamma e papà sono a lavoro e penso che le chiavi ce l'abbiano>> andai verso la porta a passo spedito e quando aprii la porta non potevo credere ai miei occhi.
<< Jane!>> Dissi quasi urlando, mettendole le braccia a torno al collo, abbracciandola a me.
<< Felicity, anch'io felice di vederti>> disse stringendomi a sua volta.
<< Alex me lo aveva detto che saresti arrivata ma mi era passato di mente, scusa mi sono svegliata da poco e mi sento ancora sotto sopra>>
<< Credo che a renderti sotto sopra non sia il fatto che ti sei svegliata da poco ma mio cugino>> disse incrociando le braccia. Scossi la testa e sorrisi.
<< Vieni entra>> la feci accomodare in salotto e ci sedemmo sul divano.
<< Allora, quando sei arrivata?>>
<< Praticamente poco fa>>
<< E sei venuta subito da me? Mi lusinghi>> dissi ridendo mettendo una mano al petto.
<< Si è vero ero curiosa>>
<< Curiosa per cosa?>>
<< Be, per sapere come va tra te e mio cugino e se ci sono altre novità>>
<< In effetti c'è ne parecchie di novità>>
<< O lo sapevo, dai racconta tutto>> disse mettendosi comoda sul divano.
Allora iniziai dall' inizio di quest'estate.
Dal nostro primo incontro, dell' appartamento, della lite con Noah e del diario. Lei mi seguì passo per passo e infine rimase a bocca aperta. Ebbe un attimo di riflessione e poi finalmente riuscì a parlare, << O mio dio. Tutto questo in un mese?>>
<< Si, scioccate vero>>
<< Scioccate?! È peggio di Una serie TV>> disse ridendo.
<< Già...>>
<< La cosa più curiosa è il diario che hai trovato di una tua antenata. Posso vederlo?>>
<< Si certo>> mi alzai e andai a prenderlo in camera e poi glielo porsi.
<< Non ho più finito di leggerlo, volevo farlo più tardi>>
Guardò attentamente il ritratto e poi mi guardò.
<< Non so perché ma questo Simon ha qualcosa di familiare ma non ricordo in questo momento. Ti prometto di indagare anch'io e di tenerti aggiornata>>
<< Grazie, ti adoro>> ne ero sollevata. Una mano in più non sarebbe stata male.
<< Oh, guarda che ora si è fatta, è meglio che vado prima che mia madre mi venga a cercare, ed è già stressata a causa di Marí e Franz>>
<< Come puoi darle torto. Stasera passo a salutarli >>
<< Ti aspettiamo con ansia, specialmente qualcuno>> disse sempre con quello sguardo malizioso.
L'accompagniai alla porta e quando aprii c'era Alex sulla soglia intento a bussare.
<< Alex!>> Esclamai.
<< Ciao Felicity scusa, sono venuto a chiamare Jane. Il pranzo è pronto>>
<< Eccomi, eccomi. Stavo vedendo>> lei uscì e lo affiancò mi prima mi diede un altro abbraccio.
<< Ci vediamo più tardi>>
<< Va bene a dopo>> le dissi sorridendo guardando lei e poi Alex.
<< Io arrivo tra cinque minuti, tu nel frattempo vai>> le disse, e lei lo ascoltò. Tornò con l'attenzione su di me. Sorrise e si mise le mani in tasca del costume verde menta.
<< Come ti senti?>>
<< Bene perché?>>
<< Ieri hai detto che non ti sentivi bene quindi speravo che oggi stessi meglio>> lo guardai attentamente. Lui sorrideva ma sembrava anche in imbarazzo e impacciato.
<< Oh, sì è vero ma non potrò fare il bagno neanche oggi>>
<< Peccato. Mi sarebbe piaciuto fare una nuotata con te>> disse mancando lo stipite della porta, stando quasi per cadere.
Cercai di trattenere una risata ma non ci riuscii.
<< Ah si? Lo trovi divertente? Allora troverai divertente anche il solletico>>
<< No scusa>> cercai di scappare dentro ma mi prese in tempo. Le mia schiena sbattè al suo petto e iniziò a farmi il solletico. Mi piegai dalle risate.
<< No ti prego basta. Sai che non reggo>>
<< Ok va bene, sei stata punita abbastanza>> e così dicendo mi girò davanti a sé. I nostri visi erano vicini, i battiti accelerati e avevamo il fiatone per le troppe risate. Mi sistemò alcune ciocche di capelli che se ne erano andate per i fatti loro e poi mise entrambe le mani sui miei fianchi. Le mie mani erano sul suo petto che si alzava e si abbassava velocemente ma che stava iniziando a essere regolare. Feci una cosa che non avrei dovuto fare ma la feci. Gli guardai le labbra. Fu per un breve instante ma lo feci, e pensai che quelle stesse labbra si sono posate sulla mia guancia la sera precedente e che si stavano posando anche sulle mie. Quelle stesse labbra che desideravo che mi baciassero da tre anni, perché il mio primo bacio l' ho sempre sognato e desiderato con lui.
<< Credo.. che adesso.. dovrei andare, anche se non ne ho la minima voglia>> disse con il fiatone.
Aspettate un momento. Aveva detto che non voleva andarsene e che voleva stare con me? Oddio! E adesso che avrei dovuto dirgli! O mamma mia mamma mia...
<< Beh se vuoi sto per ordinare una pizza ma credo che la tua famiglia ci rimarrebbe male se non pranzassi con loro>>
<< Si, hai ragione. Però adesso mi devi una pizza>> disse appoggiando la fronte sulla mia. Chiudemmo gli occhi e poi con fatica ci staccammo.
<< Quando vuoi>> dissi prendendo un po' d'aria perché ero rimasta senza e di sicuro non era stato per il solletico.
<< Ci vediamo Fatina>> e così scese dalla veranda e si avviò verso casa.
Ero stordita dal suo profumo, dal suo tocco. Ero completamente persa di lui e questo non sarebbe mai cambiato. Rimasi sulla soglia per un un po' con un sorriso ebete sul volto e poi rientrai in casa.
Finalmente in camera mia,sistemai il letto e presi il sopra di un costume color bordeaux e un paio di pantaloncini di jeans. Anche se ancora non potevo fare il bagno, più tardi sarei scesa in spiaggia lo stesso.
Decisi di continuare la mia lettura del diario mentre aspettavo la pizza che ho ordinato mentre mi vestivo. Aprii il diario, trovai il segno e mi sedetti sul letto ma quando stavo iniziando a leggere qualcun'altro bussò alla porta.
<< Ma oggi che cos' è? Tutti che bussano>> sospirando mi alzai mal volentieri dal letto e andai ad aprire la porta. Davanti a casa mia c'era un taxi e ne uscì fuori ... << Mary!! Oddio non riesco a crederci ma non eri da tua zia>> le dissi correndole incontro abbracciandola, facendole quasi cadere il borsone a terra.
<< Si ma l'ultima volta hai detto che ti mancavano e che avevi bisogno di noi e io ti ho detto che sarei venuta. Quindi eccomi qui>>
<< Credevo che scherzassi>>
<< Si all'inizio sì ma ho parlato con papà e mi ha anticipato il volo. Hai più bisogno tu di me che mia zia>>
Ero commossa. Aveva fatto più di cinque mila km solo per me. L'abbracciai di nuovo.
<< Grazie. Ne avevo bisogno anche se non lo ammettevo. Vieni dai, ti aiuto con i bagagli>> presi la sua valigia mentre lei si sistemava il borsone e lo zainetto e poi pagò il taxi e mi raggiunse in casa.
<< Sei fortunata, ho ordinato una pizza grande con patatine e kebab>> le dissi mentre mi dirigevo verso la camera degli ospiti.
<< Allora ho scelto un buon momento>>disse ridendo. << I tuoi genitori sono a lavoro?>>
<< Si, non si fermano un attimo. Per dire la verità stanno cercando di fare più ore perché si vogliono prendere un mese di ferie e poi dobbiamo tornare a Pricenton per la messa del mese di...>> Mi incupii. Quella ferita non era riuscita ancora a rimarginarsi. Avevo perso la mia vicina un mese fa prima di venire a Cape May. Non era solo una vicina era come una nonna. C'era quando sono nata, c'era quando ho imparato a camminare, c'era quando stavo male e mamma e papà dovevano andare a lavorare, c'era quando ho passato il periodo più brutto della mia vita, e adesso non più. Se n'era andata. Mary si avvicinò a me e mi mise una mano sulla spalla.
<< Capisco, non ti preoccupare>> annuii e le misi la valigia ai piedi del letto.
<< Bene sei fortunata anche per un altra cosa>>cercai di cambiare discorso.
<< Davvero, Per cosa?>> Disse curiosa.
<< Per prima cosa è arrivata Jane e poi è successa una cosa con Alex>>
<< Oddio! Raccontami ogni cosa>> allora ci sedemmo sul letto e le raccontai per filo e per segno quello che successo ieri sera e stamattina>>lei mi ascoltò attentamente e poi quando finii, parlò
<< Se dici ancora che lo fa per amicizia veramente Felí, ti stacco la testa>>
<< No non penso questo ma non so>>
<< Hai davvero ancora dubbi. È chiaro e cristallino come l'acqua. A lui piaci>>
<< E se non fosse così? E se fa così per divertirsi? E se...>> Ma lei mi interruppe.
<< E se, e se e se... Basta così esci fuori di testa. Non penso lo faccia per divertirsi, poi non è il tipo>>
<< Ma non puoi dire che gli piaccio. Ci hai visto poco insieme e poi hai sentito solo quello che succedeva. Può essere che mi immagino cose perché le vorrei veramente>>
<< No guarda. Quelle poche volte che vi ho visto insieme era chiaro. Si vede che vi piacere a vicenda. Ma siete così idioti da non dirvelo>>
<< A sì? Da cosa lo hai capito,sentiamo>>
<< Dal modo in cui vi guardate>> rimasi scossa da quella affermazione. Non me lo aspettavo. Rimasi in silenzio e lei continuò.<< Quando eravate insieme vi guardavo in spiaggia, lui non riusciva a toglierti gli occhi di dosso. Eravate felici e si vedeva. Quel sentimento così potete e magico si sentiva a km di distanza. Un sentimento così profondo e vero da essere raro. È praticamente impossibile trovare un amore così. Qualcuno che riesca a farti sorridere, a farti essere te stessa, a farti restare una bambina. E se poi come fa lui riesce a farti cambiare umore, allora non è una persona qualunque. Non lasciare andare questo sentimento. Non dire aspetto domani mattina che tanto passa, perché non passerà, anzi, sarà più forte ogni giorno di più>>
Mary non poteva dire cose più vere.
<< Si è vero hai ragione. Gli dirò tutto ma prima viene la commemorazione di Ellen e poi quando tornerò da Preston gli dirò ciò che provo>>
<< Brava così mi piaci>> batté felice le mani e mi abbracciò.
Sentii il campanello suonare. Questo doveva essere per forza il fattorino delle pizze.
<< Credo sia la pizza>> uscii dalla stanza e quando aprii la porta era veramente il fattorino. Mi guardò con uno sguardo da pesce lesso. Mah questi ragazzi... Pensai.
<< Ciao, quanto di devo?>>
<< U-undici e novanta>> balbettò. Presi i soldi dal mio borsellino e glieli porsi.
<< Grazie, buona giornata>> e chiusi la porta.
Quando mi girai c'era Mary che rideva.
<< Che c'è? Che hai da ridere>> dissi con il sorriso in volto perché sapevo cosa avrebbe detto.
<< Tu hai fatto colpo. Poveretto era ammaliato da te e tu gli hai chiuso la porta in faccia >>
<< E che avrei dovuto fare, invitarlo a mangiare un pezzo di pizza? No grazie. E poi il mio cuore è già occupato>>
<< Si lo so. Scherzavo>>
<< Vieni, mangiamo. Abbiamo un diario da leggere dopo>>
<< Oh ,sì. Hai ragione. Sono troppo curiosa non vedo l'ora>>
Così ci sedemmo a mangiare la nostra pizza gigante, mentre guardavamo Una mamma per amica. Finito di mangiare, sparecchiammo e poi andammo in camera mia.
<< Ecco il diario>> glielo indicai. Era rimasto aperto sul letto.
<< Wow, che bello>> si mise a guardare il ritratto e poi guardò me.<< Non c'è dubbio è una tua antenata. Vi somigliate molto. E devo dire che il conte accanto a lei non è niente male>>
<< Si è vero. Mi ricorda qualcuno però non so chi. Lo ha detto anche Jane. Ha dei tratti simili a qualcuno che conosco ma per ora non mi viene in mente nessuno>>
<< Ok, lo scopriremo più avanti. Poi c'è anche Jane che ci dà una mano. Riprendiamo dalla parte in cui ti sei bloccata>>
<< Ok, eccola qua>> e allora iniziai a leggere ad alta voce.
Rimasi davanti la porta della sala e poi vidi una farfalla bianca. Era strano vedere una farfalla di notte, anzi era impossibile. Comunque la guardai svolazzare attorno a me e poi si posò sul mio indice. Dopo di che svolazzò alla mia sinistra e nell' ombra comparve il conte con la farfalla appoggiata sul suo dito che poi svolazzò leggera nella notte.
<< My Lord>> e feci un inchino.
<< Lady Price, buona sera. Scusate non volevo spaventarvi>>
<< Non vi preoccupate. È una bella serata non credete?>> Dissi guardando il cielo stellato.
<< Si, e splendido>> mi disse guardandomi.
Arrossii e abbassai gli occhi.
<<Sapete siete un ottima ballerina. Spero di rivedervi al prossimo ballo>>
<< Lo spero anch'io e vi ringrazio per il complimento, My Lord >>
E così mi fece un inchino, io feci lo stesso e rientrai in sala, prima che qualcuno ci vedesse . Se no si sarebbe rivelato un grande scandalo e io volevo continuare a vederlo.
È strano che quella farfalla che prima si posò su di me e poi adagiò sul conte. Sarà stata casualità pensai.
<< Oddio Feli>> mi fermò Mary mentre leggevo. Aveva una faccia scioccata.
<< Cosa?>> Chiesi sensa capire nulla.
<< La farfalla bianca si posò su Victoria e su Simon proprio come è successo a te e a Alex>> disse quasi urlando agitandosi sul letto.
<< Oddio è vero>> presi consapevolezza di quella incredibile coincidenza.
<< E se fosse che tutto questo accade da generazioni? Se la leggenda della farfalla bianca colpisce la tua famiglia e non è solo una leggenda?>>
<< Si ma sarebbe dovuto accadere anche ai miei genitori, o ai miei nonni. E per quanto mi riguarda non penso che sia successo. Penso che me lo avrebbero raccontato>>
<< E se accade solo ad alcune generazioni?>>
Vero non ci avevo pensato. Avrei chiesto ai miei genitori e ai miei nonni e se non fosse emerso nessuna di questa situazione avrei dovuto continuare a leggere per scoprirlo.
<< Lo scopriremo, almeno ci dobbiamo provare>>
In quel momento il mio portatile si accese. Una video chiamata di gruppo con Miryam e Sarah. Ci alzammo dal letto per metterci davanti la scrivania e rispondemmo.
<< Ciao ragazze. Piaciuta la sorpresa Feli. Promettiamo di venire presto anche noi>>disse Miryam.
<< Ehi ma che avete? Sembrate sconvolte>> disse Sarah.
<< Perché lo siamo>> disse Mary al mio fianco.
Feci un respiro profondo e gli spiegai cosa avevamo appena scoperto.
<< Oddiooooooo>> dissero all'unisono Sarah e Miryam.
<< E se Simon avesse dei collegamenti con Alex?>> chiese Sarah
<< Spero di no perché in questo caso sarebbero colleghi alla lontana>>disse Mary.
<< Spero di no>> dissi. Ok adesso avevo ancora più dubbi. Poteva andare così male? Con la sfiga che ho io può darsi.
<< Cambiando discorso. Come ti è andata la cena?>> Chiese Sarah.
<< Be anche lì sono successe molte cose>>
<< Io mi preparo i popcorn ogni volta che ti chiamo, sei meglio di un film. Anzi quando mi annoio ti chiamerò e ascolterò per filo e per segno tutto ciò che accade>> disse Miryam ridendo.
<< Bene, iniziamo>> e così gli raccontai ogni cosa. Restarono doppiamente sbalordite.
<< Io le ho già detto tutto quello che gli dovevo dire e penso che la pensate come me>> disse Mary.
<< Assolutamente d'accordo>> risposero all'unisono.
<< Come ho detto a Mary, quando tornerò dalla commemorazione dirò tutto a Alex>>
<< Ah, finalmente. Così vivrete felici e contenti>> disse Miryam.
<< Ahahah, molto divertente>>
<< Va bene dai ci sentiamo, adesso devo andare>> disse Sarah.
<< Si, devo andare anch'io>> disse Miryam.
<< Ci sentiamo. Ciao>> dissi insieme a Mary, e chiudemmo la chiamata.
<< Ti va di andare in spiaggia? Sono già le cinque del pomeriggio>> chiesi.
<< Si perché no>> così lasciai il tempo a Mary di mettersi il costume visto che io ero già pronta.
Una volta pronta, preparammo le borse e scendemmo in spiaggia. C'era già tutto il vicinato, e ovviamente anche Giuly.
<< Ciao a tutti>> salutai con la mano.
<< Ciao Felicity>> risposero per la maggior parte in coro. Conoscevo tutte quelle persone dall' età di tre anni.
Giuly ci venne in contro<< ciao Mary, sei tornata>> e l'abbracció .
<< Si, ho voluto fare una sorpresa a Felicity. Aveva bisogno che una di noi le fosse vicino.
<< Si, le farà bene>>
<< Io sono sempre qua e>>
<< Ahahah, scusa>> disse Giuly, << comunque sta arrivando la famiglia Miller>>
A sentire quelle parole ci girammo.
<< Felicity ciao>> mi disse Janet, venendomi ad abbracciare .
<< Ciao Janet. Sarei venuta a salutarvi più tardi ma così è meglio. Ciao piccolini>> e salutai anche il resto dei suoi figli. Jane si mise al mio fianco.
<< Allora come stai? Con la scuola tutto bene?>>
<< Si, grazie. E si sto bene. E suo marito tutto bene?>>
<< Si, se tutto va bene dovrebbe arrivare la prossima settimana insieme a Anthony. Per ora è anche lui a Philadelphia per affari>>
<< A meglio così>>
<< Allora ci vediamo. Vado a fare il bagno con i bambini>>
<< Va bene, l'acqua è bellissima. Ci vediamo>> e così ci salutammo.
<< Eleonora, sei tornata>> urlò Daniel. Si riferiva a Mary. È iniziato tutto per scherzo e adesso la chiama Eleonora.
<< Ciao Daniel. Felice di vederti>>
Ridemmo tutti insieme.
<< Jane, ti presento Mary. Starà da me per quasi tutta l'estate visto che non ha una casa a Cape May>>
<< Molto piacere, credo che ci divertiremo molto tutti insieme>>
<< Puoi scommetterci>>disse Daniel<<< io vado a fare un bagno, voi venite?>>
<< Io passo, non sto ancora bene ma voi andate pure e fatene uno per me>>
<< Ok, Mary tu vieni?>> Le chiese Giuly.
<< Tra un po', faccio compagnia a Felicity e poi vengo>>
<< Va bene, sai dove trovarci>> e così andarono tutti a fare il bagno e io e Mary posammo le borse sulla spiaggia e uscimmo le tovaglie per sederci.
<< Jane già mi piace, è molto simpatica>>
<< Si lo è>> ci sedemmo una accanto all'altra. Poi vedemmo un' ombra avvicinarsi a noi e comparve Alex.
<< Ciao Mary. Ben tornata. Non sapevo che arrivassi>>
<< Ciao Alex. In realtà non lo sapeva neanche Felicity. Le ho fatto una sorpresa stamattina. Aveva bisogno di una di noi e io potevo arrivare il prima possibile quindi eccomi qua>>
<< Se per prima possibile intendi fare più di cinque mila km, allora va bene>> dissi ridendo.
<< Tu avresti fatto lo stesso. Comunque adesso vi lascio. Vado a farmi una nuotata>> disse guardando me con uno sguardo divertito e poi se ne andò.
<< Posso?>> Mi chiese Alex.
<< Accomodati>> e così fece. Si sedette accanto a me. Io piegai le ginocchia a petto e lui piegò la gamba sinistra dove si appoggiò il braccio e l'altra la lasciò distesa.
<< Sei fortunata ad avere amiche così>>
<< Si lo sono>> lo dissi guardando le mie amiche in acqua.
<< Posso farti una domanda?>>
<< Certo. Spero di riuscire a risponderti>>
<< Si penso che puoi>> mi guardò dritto negli occhi. I suoi riflettevano la luce del sole che li rendeva lo stesso colore del miele sciolto,<< di che cosa parla la leggenda della farfalla bianca?>>
Questa non me l'aspettavo da lui. Strano che mi avesse fatto questa domanda. Può essere solo curiosità pensai.
<< È una leggenda giapponese. Racconta di questo vecchio signore. Aveva perso la moglio molto tempo fa e le mancava terribilmente. Un giorno era sulla sua tomba di posò una farfalla bianca e poi quella stessa si adagiò sul suo dito. Gli riaffiorò un ricordo nella sua mente. Che quello stesso avvenimento era avvenuto il giorno in cui incontrò sua moglie la prima volta. Erano stati legati per la vita. Le loro anime erano state legate. Lui a quel tempo non ci fece molto caso ma quel giorno lo capì. Lo stesso giorno in vecchio signore si sentì male.Il figlio chiamò il dottore ma non arrivò in tempo. Prima di morire, accanto a lui una farfalla bianca si posò accanto a lui. Allora capì che era la moglie. Una volta che il vecchio signore morì, il figlio piangeva la sua morte ma improvvisamente due farfalle bianche svolazzarono attorno a lui. Il figlio capì che erano i suoi genitori e che adesso erano di nuovo insieme. Qualche giorno dopo, mentre che il figlio camminava tristemente per il villaggio una farfalla bianca si posò su di lui e poi svolazzò via, ma il ragazzo la seguì e non guardando bene si scontrò con una giovane donna. Lei era bellissima. Si innamorarono subito e si sposarono. Erano anime gemelle. Ecco vedi, la leggenda della farfalla bianca consiste di legare due persone, due anime per sempre. E neanche la morte può separarle>> Alex mi ascoltò attentamente, ma allo stesso tempo lo sentivo in un altro mondo. Come se stesse pensando a qualcosa successa. E se si era accorto quel giorno della farfalla? No non può essere. È avvenuto tre anni fa e molto probabilmente non ci aveva fatto neanche caso e se c'è lo aveva fatto se lo sarà dimenticato conoscendolo, pensai.
<< Wow è... È bellissima>>
<< Si, è bellissima>> dissi ripensando a quel momento. Era stato l'inizio di tutto.
<< Ciao Felicity>> era Ben.
<< Ciao Ben>>
<< Ho visto che è tornata Mary e...>>
<< Vai da lei penso che le farà piacere. La trovi in acqua con gli altri>>
<< Ok grazie>> e così si diresse anche lui in acqua.
<< Credo che si sia preso una bella cotta per Mary>> disse Alex ridendo.
<< Si lo penso anch'io e credo che anche Mary si sia presa una cotta per lui però non lo ammetterà facilmente>>
<< Daremo una mano a quei due>>
<< Puoi scommetterci>> dissi ridendo. << Non vai a fare il bagno?>>
<< No, preferisco fare compagnia a te>>
<< Non devi farlo per forza>> non volevo che non facesse il bagno perché non voleva lasciarmi sola.
<< Lo faccio molto volentieri. Anzi se fossimo solo come l'altra sera potevamo distenderci e stare abbracciati>> mi disse sussurrandomi nell' orecchio. Stavo letteralmente andando a fuoco. Lo aveva detto davvero? Si, lo aveva fatto. Ero rossa mi sentivo bruciare dall' imbarazzo. Mi schiarii la voce e poi dissi<< avevo in mente di fare una sorpresa a Jane per il suo arrivo>>
<< Le piacerà molto>>
<< Si avevo in mente di farlo qui in spiaggia. Magari domani sera>>
<< Va bene ti aiuterò io. Se hai bisogno di un taxi io ci sono>> disse ridendo.
<< Ok grazie>>
Ci guardammo negli occhi. Sentii un chiacchiericcio venuta da alcune signore del nostro quartiere. Tutti pensavano o speravano che io e Alex ci saremo messi insieme. Tutti facevano il tifo per gli " Alecity " come ci aveva soprannominati Giuly.
<< Stanno iniziando a parlare. Forse è meglio che vada...>> Ma lui mi interruppe.
<< Lasciali parlare ma tu non ti allontani da me. Non ci interessa quello che dice la gente>> ecco lui riusciva a trasmettermi tranquillità in qualsiasi momento. Non so come faceva ma ci riusciva sempre.
<< Ok. Si hai ragione. Adesso se non ti dispiace mi distendo un po'>>
<< Fai pure. Credo che mi distendo accanto a te anch'io anche sarà difficile non abbracciarti>>sorrisi e mi distesi a pancia in giù e lui fece lo stesso.
*
Ben
Ero arrivato in acqua e lei era lì a pochi passi da me, ma non riuscivo a muoverne neanche uno.
Lei era semplicemente stupenda. I suoi capelli corvini risplendevano alla luce del sole. Le sue lentiggini erano così evidenti che le avrei potute contare. Avrei tanto voluto farlo, pensai. Ma dai Ben che ti prende, coraggio vai da lei. E poi dici ad Alex. Almeno lui sta facendo passi avanti anche adesso sulla spiaggia. Mi girai a guardarli. << Guardali sembrano una coppia>>
<< Già, se solo lo capissero>> una voce morbida e delicata parlò alle mie spalle. La sua voce...
Mi girai e la vidi,<< ciao Mary. Ben tornata>>
<< Grazie Ben. Felicity aveva bisogno>>
<< Si, Alex può essere esaustivo. Finalmente però inizia a capire>>
<< Meglio che si sbrighi allora>> disse ridendo.
Dai Ben è questo il momento...
<< Senti Mary, ti va di prendere un gelato insieme. So che c'è una gelateria qui vicino buonissima, ovviamente se ti va, non sei obbligata, ovviamente a me piacerebbe ma se non vuoi>>
Lei rise<< perché no. Ti va bene domani pomeriggio alle quattro?>>
Oddio ha detto sì<< si è perfetto>>
<< Bene adesso vado, inizio a sentire un po' di freddo>>
<<Si certo. A domani>> e così lei se ne andò. E io non ci credevo. Ha detto sì. Feci un tuffo e uscii anch'io.
*
Sentii delle voci dietro di noi. Erano i ragazzi che sono appena usciti dall' acqua.
<< Feli, Feli>> mi chiamò Mary.
<< Dimmi>> alzai il busto e mi misi seduta.
<< Ben mi ha chiesto di prendere un gelato insieme domani pomeriggio>>
<< Finalmente, e allora?>>
<< Non ho mai avuto un appuntamento in vita mia>>
<< Beh, c'è sempre la prima volta>>
<< Tu non hai capito. Voglio che vieni anche tu domani>>
<< Cosa?! No scordatelo>>
Poi arrivò Ben, << Felicity posso rubarti un attimo Alex?>>
<< Tutto tuo>> allora Alex si alzò dicendo<< ma che succede?>> E si allontanarono in disparte per parlare.
<< Senti io devo organizzare la sorpresa per Jane e se ho bisogno d'aiuto ci sarà Alex>>
<< No ti prego, devi venire>> poi si avvicinò Alex a noi.
<< Felicity posso parlarti un attimo?>>
Guardai Mary e Alex mi aiutò ad alzarmi.
<< Dimmi tutto>>
<< Ben ha chiesto a Mary di prendere un gelato con le domani ma ha paura di fare qualcosa di sbagliato visto che la conosce poco e non vuole perderla perché ci tiene a lei più di chiunque altro>>
<< E quindi>> lo incitai a continuare.
<< Vuole che ci andiamo anche noi. Un uscita a quattro>>
<< Mary mi ha appena chiesto di accompagnarla>>
<< Allora facciamo così, lì accompagniamo, ci mangiamo un bel gelato e poi ti accompagno per prendere le cose per la festa>>
Ero un po' indecisa ma poi pensai a Mary. Fallo per lei.
<< Ok va bene>>
<< Siii>> mi prese e mi abbracciò. Mi fece farò un giro e poi mi riposò a terra delicatamente. << Scusa mi sono fatto prendere dall'entusiasmo>>.
<< Non ti preoccupare>> ero ancora tra le sue braccia, ed era bello starci.
<< Adesso è meglio che vada>>
<< Si certo>> e mi lasciò e io raggiunsi Mary.
<< Sei la ragazza più fortunata di questo mondo>> le dissi circondandole le spalle con un braccio. Prese le tovaglie e scotolate le piegammo e le misimo nella borsa. Salutammo tutti e tornammo a casa.
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La leggenda della farfalla bianca
ChickLitFelicity è una ragazza di sedici anni ,solare, ma con delle cicatrici profonde causate dal passato. Lei sogna il vero amore e niente e nessuno glielo potrà togliere. Alex è un ragazzo di diciannove anni. È divertente e anche riservato. Ha sempre il...