Sono arrivato stamattina a Cape May, ho disfatto le valige e sono andato in veranda per vedere se lei era arrivata. Ma la villetta bianca era ancora vuota. Presi il telefono e vado per prendere il suo numero per chiamarla. Vado per premere il tasto, ma mi fermai. << Alex, che stai facendo. Da quando in qua la vuoi chiamare>>dissi tra me e me.
Rimisi il telefono in tasca, alzai lo sguardo e vidi una farfalla bianca.
Guardandola svolazzare, leggera e delicata non potei fare a meno di pensare a lei. Perché Felicity era così, candida, leggera, soave e delicata come il battito d'ali di una farfalla.
Mi imbambolai a fissarla, quando scomparve tra le nuvole. <<Che scemo, era soltanto una farfalla cosa mi viene in mente>>.
Rientrai in casa, e quando entrai in camera mia sentii il rumore di un'auto. Sgattaiolai vicino la finestra, e vidi la macchina dei signori Anderson, ma lei non c'era.
Quindi mi precipitai fuori e andai vicino la sua veranda. Io e lei abitavamo solo a due case di distanza quindi ci misi poco ad arrivare.Mi fermai lì a guardare il mare quando sentii dei passi venirmi in contro, quando mi girai, vidi una ragazza alta, dai capelli biondi e mossi.
Quasi non ero sicuro che fosse lei, perché era così diversa, più grande , una piccola donna ma quando guardai i suoi occhi verdi rividi la bambina di sempre.
Quella con cui giocavo a mare, quella con cui scherzavo, quella che quando si arrabbiava faceva un broncio tenero, quella che mio fratello le tirava la sabbia e io la proteggevo ogni volta, perché io l'avrei protetta per il resto della mia vita.
La vidi in tutta la sua bellezza. Le guance rosee, il suo sorriso raggiante che mi faceva girare la testa ogni volta.
Aveva dei jeans semplici ma che su di lei erano perfetti ,gli facevano risaltare le curve .
E una maglietta color porpora che le faceva risaltare le sue iridi verdi e luminose.
Ci fisammo per qualche secondo quando finalmente parlò.
<<Ei, Straniero>> . La sua voce era diversa, ma allo stesso tempo uguale a come quando l'avevo conosciuta. Delicata , calma e femminile.
Adoravo quando mi chiamava così, però devo ammettere che amo di più quando mi chiama Bradipo. Mi si addice molto...
<<Ciao, Sirenetta>> adoro chiamarla così,perché la sua voce come quella delle sirene riesce a incantarmi sempre,però mi piace chiamarla anche Fatina perché ogni volta con la sua polvere di fata riesce a farmi stare meglio.
In quel momento non seppi più resistere. Le andai incontro e l'abbracciai forte sollevandola e lì capii quanto mi fosse mancato il suo calore e riconobbi il profumo di pistacchi che usava come shampoo, che adoravo tanto.
In questo momento non capii più niente e le sussurrai all'orecchio<< Mi sei mancata, sono felice di vederti>>, non riuscii a frenarmi nel dirglielo, ma era vero. Mi è mancata da morire. Allora lei mi disse<<Anche tu mi sei mancato>>" le sono mancato". In quel momento la misi giù,ma continuai a tenerla stretta a me.
<< Com'è tutto a posto?>>com'è tutto a posto? Ma davvero Alex non sai fare di meglio?.
<<Si tutto bene tu?>>
<<Si non c'è male, specialmente ora che ti ho rivista>> azzardo.
<<Com'è a scuola tutto bene? Come ti è andato l'esame?>>
<<Bene, essendo che non sono un gran studioso. Sono uscito con settanta, quindi non poteva andare meglio. Poi ho deciso di andare in un college per imparare a creare videogiochi, visto che sono una mia grande passione come bene sai>>disse ridendo. << E tu invece, come ti è andato il tuo secondo anno di liceo?>>
<< Davvero! Ero sicura che saresti andato benissimo, che avresti continuato gli studi e che avresti coltivato la tua passione per i video giochi. Sono orgogliosa di te>> .
È orgogliosa di me...
<< Comunque con la scuola tutto bene sono uscita con ottimi voti anche se è stato un anno faticoso, ma per il resto non mi posso lamentare>>
<< Non avevo dubbi, dovrei congratularmi io con te>>
<< Grazie>> mi rispose in modo imbarazzato.
La sciolsi dal mio abbraccio però continuavo a tenerla vicino a me , e solo in quel momento mi accorsi che le tenevo ancora le mani sui fianchi, senza neanch'io sapere il perché , però non mi scostai da lei lo stesso.
Aveva una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso, e ne ho approfittato per spostargliela dietro l'orecchio.
In quel momento tutto il resto scomparve e sembrava che esistessimo solo noi due.
Non riuscii a resistere così mi avvicinai di più al suo viso, e anche lei si avvicinò.Stava per accadere qualcosa, quando all'improvviso sentii delle voci.
Mi staccai bruscamente da lei, e poi arrivarono i miei genitori insieme a mio fratello Daniel.
Loro la salutarono con affetto e lei ricambiò.
Io approfittai di quel momento per tornare in me, perché Felicity aveva questo potere sulle persone e soprattutto su di me
Riusciva a mandarmi in corto circuito solo con il suo sguardo.Era sempre stato così fin da bambini. Ma non potevo permetterlo.
Non sapevo cosa e se provavo qualcosa per lei. Era la mia migliore amica e se anche provassi qualcosa per lei non potevamo stare insieme.Poi sarei dovuto partire presto e io non voglio farla soffrire, non se lo merita.
Quindi deciso a essere freddo , quando vidi che si stava avvicinando a me, dissi ai miei genitori<< Sto andando con i miei amici sulla spiaggia, ci vediamo dopo>>anche perché era vero che dovevo incontrare i miei amici.
E così dicendo me ne andai di corsa prima che la sua polvere di fata riesca a raggiungermi e stregarmi di nuovo.
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La leggenda della farfalla bianca
ChickLitFelicity è una ragazza di sedici anni ,solare, ma con delle cicatrici profonde causate dal passato. Lei sogna il vero amore e niente e nessuno glielo potrà togliere. Alex è un ragazzo di diciannove anni. È divertente e anche riservato. Ha sempre il...