17 Felicity

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Ci alzammo tardi questa mattina. Eravamo stanche dalla giornata di ieri. Era già mezzogiorno. Trovai Mary sveglia seduta sul letto. Allora entrai in camera sua e mi sedetti sul letto.
<< Buongiorno>>
<< Giorno>> sentivo nella sua voce che c'era qualcosa che non andava.
<< Ehi, che c'è che non va?>>
<< È che ho ansia per stasera. E se non dovesse andare bene? E se a Ben non piacessi come lui piace a me?>>
<< Scherzi. Ben è cotto di te, me lo ha detto anche Alex>>
<< Davvero!>> Io annuii.
<< Tu invece come ti senti?>> Mi chiese.
Sinceramente non lo so nemmeno io. Sono felicissima, ho l'adrenalina in corpo. Sento che potrei saltellare per tutta casa ma allo stesso tempo ho ansia. Mi sento agitata.
<< Non lo so. Sono felice ma allo stesso tempo agitata>>
<< Andrà bene>>
<< Si spera. Dai su andiamo a fare colazione>> la presi per le braccia e la tirai su. Dopo che fu alzata ci dirigemmo in cucina. Lì c'era mia madre.
<< Buongiorno mamma>>
<< Buongiorno ragazze>> ci accolse con un grande sorriso e ci diede un bacio sulla fronte a entrambe.
<< Vi siete divertite ieri sera. A Jane è piaciuta la sorpresa?>>
<< Si molto>>
<< È stato tutto perfetto grazie a Felicity>> disse Mary.
<< Ma non ho fatto niente di che>>
<< Sono sicura che hai fatto molto>> disse mia madre e poi aggiunse<< stasera io e papà usciamo con dei nostri amici. Torneremo tardi>>
<< Non ti preoccupare, anche noi usciamo stasera>> dissi.
<< A e dove andate>>
<< A cena fuori e a fare un giro>> disse Mary.
<< Va bene, ma state attente>>
<< Certo>>
<< Adesso vado a lavoro. Tornerò verso le sei con papà. Nel forno c'è un po' di pasticcio di ieri se vi viene fame>>
<< Grazie mamma a dopo>>
<< Ciao>> prese la borsa, le chiavi della macchina e uscì dalla porta.
<< Credo che di pasticcio c'è ne sia abbastanza per tutte e quattro>> risi.
<< Si infatti>>
Improvvisamente sentimmo bussare alla porta.
Andai ad aprire e davanti a me c'erano Giuly e Jane.
<< Ragazze, entrate>>
<< Ciao>> dissero all' unisono ed entrarono in casa.
<< Ho una bella notizia. So come si vestiranno i vostri galantuomini, quindi sarà più facile aiutarvi con i vestiti>>
<< Perfetto, così non perdiamo tempo>> disse Giuly.
<< Ok, allora pranziamo e poi scegliamo i vestiti. Tanto c'è ancora molto tempo>>disse Mary.
Erano già le due e mezza del pomeriggio quando iniziammo a mangiare. Mentre mangiavamo decidemmo di guardare un film, precisamente La Bella e la Bestia. Il mio film preferito.
Appena finimmo Jane mi aiutò a lavare i piatti. Mentre li stavamo lavando vidi che cercava di dirmi qualcosa ma alla fine non me lo diceva.
<< Parla>> la incitai risciacquando un piatto
Lei mi guardò con sguardo scioccato e poi disse,
<< Comunque tu e lui mi conoscete troppo bene>> rise.
<< Sarebbe il colmo se non ti conoscessimo. Quindi parla>>
<< Ok. L'ho già detto anche con lui. Scusa se ieri sera vi ho interrotti. Sarebbe potuta essere la serata del secolo. Potevate stare insieme a quest' ora>>
<< Non ti preoccupare, non sarebbe successo comunque>>
<< Perché dici così?>>
<< Perché può essere che si è fatto prendere dal momento e poi avrebbe detto "scusa è stato un errore continuiamo a essere amici">>
<< Ti sbagli. Lui è innamorato di te>>
<< Si come no. Me lo avrebbe detto>>
<< Ah sì? Allora perché ti avrebbe invitato a cena stasera. Perché cerca sempre di starti vicino. Perché di guarda da innamorato?>>
<< Io-io non posso farmi illusioni. Non voglio rimanere delusa. Il dolore sarebbe troppo forte>> lei mi guardò e mi abbracciò.
<< Non rimarrai delusa da questa serata>>
Le sorrisi e poi venne Giuly a chiamarci.
<< Ragazze andiamo o stasera andrete in pigiama>>
Ridemmo e la seguimmo nella mia stanza.
<< Feli, dobbiamo chiamare le ragazze>> mi ricordò Mary.
<< Si, aspetta che le video chiamo>> mi misi davanti al computer e premetti il pulsante per la chiamata di gruppo. Risposero quasi subito.
<< Salve>> gridò Miryam.
<< Ciao a tutte>>disse Sarah
<< Ciao ragazze vi presento Jane>> e lei si avvicinò davanti lo schermo.
<< Ciao>>dissi lei un po' timida.
<< Ciao>> dissero loro insieme.
<< Bene ora che siamo tutte, prepariamoci per questo appuntamento che aspettiamo da una vita e l'altro che ci renderà fiere visto che si conoscono da poco>> disse Giuly.
Iniziammo a cercare negli armadi e Jane valutava i vestiti visto che sapeva come si sarebbero vestiti i nostri accompagnatori.
<< Mary, questo è perfetto>> disse Jane. Fece uscire fuori dalla valigia un vestito nero con lo scollo quadrato e le maniche a sbuffo.
<< Bello mi piace. Sei davvero brava>> disse Mary.
<< Grazie>>
<< Approvato>> dissero Sarah e Miryam.
<< Ok adesso tocca a Felicity>> Jane e Giuly si misero a cercare nel mio armadio e poi sentii urlare<< perfetto!>> E uscirono dall' armadio con un vestito colore arancia bruciata con dei fiori tropicali, le maniche lunghe a lanterna e lo scollo a V che fasciava il petto. Era semplicemente stupendo.
<< È bellissimo>> ero letteralmente senza parole.<< Sapete che non ricordavo nemmeno di averlo>> dissi ridendo.
La stanza si riempì di risate.
<< Come scarpe ti direi quegli stivali stile americano color camoscio con il tacco non troppo alto. Per Mary direi questi sandali neri effetto nudo con pianta larga con tacco con il cinturino alla caviglia>>
<< Oddio i tacchi. Spero di non cadere>> disse Mary preoccupata.
<< Tranquilla andrà bene>> disse Giuly per confortarla.
Continuammo così a ridere e scherzare e a immaginare l'appuntamento com'è sarebbe stato.
Poi chiudemmo la chiamata con Sarah e Miryam perché erano già le cinque e Mary si andò a fare la doccia.
Io, Jane e Giuly ci mettemmo in salotto ad aspettare la sua trasformazione.
<< Comunque sembra un sogno. Aspettiamo questo evento da anni>> disse Giuly ridendo.
<< Già... Quante volte l'ho sognato>> a quei pensieri sorrisi.
<< Dai finalmente si sta realizzando però>> disse Jane.
<< Siii>> urlò Giuly emozionata.
Poi sentimmo dei passi che si dirigevano verso di noi.
<< Come sto? Non ho messo i tacchi perché è ancora presto. Preferisco stare in ciabatte>> Ci girammo a guardarla e restammo tutte senza parole. Era stupenda. A Ben sarebbe venuto un infarto.
<< Sei semplicemente perfetta>> le dissi.
<< Io potrei fare la stilista. Guarda che roba. Sta benissimo>> disse Jane fiera del suo lavoro.
<< Stai una meraviglia ma quei capelli hanno bisogno di un po' di volume. Dai vieni con me ti faccio un po' di onde con il ferro>> disse Giuly portandosela in camera ma prima si rivolse a me<< tu muoviti che è tardi. Non vorrai fare aspettare il tuo principe moro>> mi fece l'occhiolino e poi scomparve con Mary in corridoio.
Poi Jane venne dietro di me e mi spinse verso il bagno<< hai sentito la mia collega, muoviti. Sono già le sei e dieci>>
<< Va bene, mi muovo>> presi l' accappatoio e mi diressi in bagno.
Feci doccia e shampoo. Usai il solito shampoo al pistacchio e subito tutto il bagno odorò di pistacchio. Lo adoravo. Una volta finito, misi le mie creme per la pelle sul viso e poi andai in camera a vestirmi. Erano già le sette quando uscii dalla mia stanza. Feci una coda di cavallo lasciando le ciocche corte di davanti ricadere sul viso e un foulard marrone chiaro con disegni bianchi al collo. Quando andai in salotto tutte si girarono verso di me e restarono paralizzate.
<< Come sto? A guardare le vostre facce forse è meglio che sto a casa perché sto malissimo e disdico tutto>> stavo per andarmene ma tutte e tre mi vennero incontro e mi presero per le braccia.
<< Stai scherzando spero. Tu stasera farai innamorare ancora di più mio cugino>>
<< Stai benissimo>> disse Giuly.
<< Io vorrei tirarti mazzate sinceramente se pensi questo>> disse Mary.
<< Ahahah, non esageriamo>> dissi.
<< Questa volta si è non provare a negare>> disse Giuly.
<< Va bene ma adesso finite di prepararvi sono già le sette e mezza tra un po' arriveranno i vostri cavalieri>> disse Jane.
<< Ma guardatevi. Come siete belle>> ci raggiunse mia madre in salotto. Era vestito ancora con il completo da lavoro. Papà invece era sotto la doccia. A quest' ora dovevano già essere fuori casa ma alla fine i loro amici avevano cambiato l'orario di incontro perché avevano avuto un piccolo problema.
<< Grazie>> dissimo io e Mary.
<< Dai ditemi la verità tanto so che non dovete uscire voi due sole. Non siete il tipo di vestirvi così eleganti per fare un giro>> mia madre amava gossippare con noi. Ecco io e lei eravamo prima migliori amiche e poi madre e figlia. La adoro. Non so come farei senza di lei.
<< Facciamo così se va bene questa serata domani mattina di diremo tutto>> gli tesi la mano come per chiudere un affare.
Lei ci rifletté per un minuto e poi strinse la mia mano<< d'accordo. Ma voglio i dettagli>>
<< Affare fatto>>
Mary già mi guardava con sguardo omicida per dirmi "scordatelo. Io non dirò assolutamente niente. Sei forse impazzita?" Si con mia madre aveva molta confidenza, lei la considerava una seconda figlia ma parlare di ragazzi la metteva in imbarazzo. Vabbè significa che inventeremo, pensai.
<< Giselle ho finito, se vuoi puoi andare tu a fare la doccia ma ti consiglio di aspettare cinque minuti per fare riscaldare l'acqua>> urlò mio padre dal corridoio.
<< Va bene>> urlò anche lei. Poi si rivolse a noi<< allora buona fortuna qualsiasi cosa facciate e buona serata. Vado di là>>
<< Grazie. Noi tra un po' andiamo quindi a domani. Vado a salutare anche papà>> le diedi un bacio sulla guancia e poi andai in camera dei miei genitori a salutare mio padre.
Bussai alla porta e poi dissi<< papà posso entrare?>>
<< Si entra>>
Quando entrai lo vidi in difficoltà con la cravatta.
<< Aspetta te la sistemo io, se no la sgualcisci>> e gliela sistemai.
<< Grazie tesoro. Ti serve qualcosa?>>
<< No, sono venuta a salutarti. Tra un po' io e Mary usciamo>>
<< Va bene. State attente>>
<< Certo>> gli diedi un bacio sulla guancia e poi mi diressi verso la porta. Stavo per aprila ma sentii mio padre chiamarmi.
<< Felicity>>
Mi girai verso di lui<< dimmi>>
Lui mi sorrise e poi disse<< sei bellissima. Divertitevi>>
<< Grazie>> gli sorrisi e uscii dalla stanza.
Arrivata in salotto vidi Jane e Giuly pronte per andare via.
<< State già andando?>>
<< Si è già tardi>> disse Jane.
<< E poi tra un po' Ben e Alex arriveranno. Mica possiamo farci trovare qui>> disse Giuly.
<< Va bene>> le andai ad abbracciare. Ora che se ne sarebbero andate l'ansia sarebbe salita. Ma ero grata che ci avessero aiutate con l'appuntamento. Non so come avremmo fatto senza di loro e senza il talento di Jane.
<< Grazie>> e Mary si unì al nostro abbraccio.
<< Buona fortuna per stasera. Andrà tutto bene>> disse Jane con sguardo rassicurante.
<< Dai su che c'è la fate>> disse Giuly.
Io e Mary ci guardammo e facemmo un respiro profondo e annuimmo.
Poi accompagnammo le ragazze alla porta. Adesso eravamo io e lei.
<< Andiamo a mettere le scarpe. Mancano dieci minuti alle otto>> disse Mary.
<< Si hai ragione andiamo>> e ci dirigemmo nelle nostre stanze. Ci mettemmo le scarpe e poi tornammo in salotto. A un certo punto sentiamo bussare alla porta. Io e Mary ci guardiamo.
<< Sono arrivati>> disse lei.
<< Si penso di sì. Vai tu ad aprire la porta io devo prendere alcune cose. Tu e Ben andate nel frattempo>>
<< Ok>> e andò verso la porta.
Io andai in camera a prendere la borsa e la giacca nera. Poi andai a dire a mia madre e a mio padre che stavamo andando.
Quando andai alla porta lui era lì. Ben e Mary già se ne erano andati. Feci un respiro profondo e con tranquillità andai verso di lui. Questo era il mio primo vero e proprio appuntamento e devo dire che ho un po' d'ansia. Anche perché non so che aspettarmi da questa serata. Aprii la porta e rimasi senza parole. Era perfetto. Decisi di controllarmi e stare tranquilla così non avrebbe notato il mio nervosismo.
<< Ciao>> dissi con un leggero sorriso.
<< C-ciao>>balbettò come la sera della cena a casa sua.
Indossava un una maglietta bianca e dei pantaloni blu come la giacca. E poi le scarpe bianche. Era vestito semplice ma era davvero bello.
<< Balbetti ancora Alex Miller>> decisi di stuzzicarlo un po'.
<< E tu devi lasciarmi sempre senza parole perché sei bellissima Felicity Anderson>> sorrisi. Non ci credo che lo avesse detto veramente. Lo lasciavo senza parole.
<< Andiamo?>> Mi porse il braccio. Io chiusi la porta, lo guardai e gli presi il braccio.
<< Andiamo>> e ci incamminammo verso la sua auto.
                                                                                                           *
Mary
Entrammo in questa sorta di locale , un po' rustico ma accogliente, dove in sottofondo risuonava Stand by me.
C'erano molti tavoli in legno con le sedie. Dietro il bancone color mogano , sul muro erano posizionate alcune foto di un gruppo di amici adolescenti, anche se in realtà nella maggior parte erano raffigurati solo due ragazzi che sembravano essere migliori amici.
Due ragazze chiacchieravano felicemente sedute al bancone , una famiglia giocava a carte, due piccioncini bevevano un frullato dalla stessa cannuccia scambiandosi smancerie di tanto in tanto , e un uomo in giacca e cravatta era intento a leggere un libro noncurante del fatto che il suo piatto , un tempo caldo , si stava ormai raffreddando. Insomma, pareva proprio un bel posticino.
<<Come si chiama?>> chiesi a Ben sinceramente interessata.
<<Dear Friend>>
<<Caro amico. Wow , che nome originale.>>
<<Già , ci vengo spesso d'estate. È un posto speciale, per questo ti ho portata qui.>> disse guardandomi intensamente con i suoi occhi celesti.
<<Che vuoi dire?>>
<<Ecco...io , voglio dire che fanno un'ottima insalata di riso.>> avevo capito che stava per dire qualcos'altro ma poi aveva cambiato idea, anche se non ero sicura del perché.
<<Ben!>>
Un cameriere era venuto verso di noi , sembrava fosse abbastanza in confidenza con Ben , allora ci era stato veramente altre volte.
<<Ehi, amico ci potresti dare un tavolo per due?>>
<<Come no, da questa parte.>>
Il gentile ragazzo ci indicò un tavolo all'angolo e noi ci accomodammo.
<<Aspettate un secondo, vado a prendervi da bere, cosa desiderate?>>
<<Per me dell'acqua naturale.>> dissi io.
<<Anche per me.>> rispose Ben a sua volta.
Dopo poco tornò il cameriere con una bottiglia d'acqua e due piatti belli pieni di insalata di riso.
<<Buon appetito! Questa l'ha offre la casa.>>
<<Grazie , Lucas.>>
<<Ma figurati, siete una bellissima coppia>>
<<Veramente, noi non siamo->> mi affrettai a dire quando Ben mi interruppe.
<<Grazie, puoi andare.>> disse rivolgendosi al cameriere.
Iniziammo a mangiare.
<<Allora, ti piace?>>
<<Si, è molto buona.>>
<<Beh comunque ti devo confessare una cosa.>>
<<Devo spaventarmi?>>
<<Forse, ahaha.>>
<<Avanti , non ti uccido mica.>>
<<Non credo di esserne così sicuro, devi sapere che non ho mai letto dieci piccoli indiani.>> disse in tono solenne.
<<Tu stai scherzando, spero!>>
<<Ecco non mi piace iniziare a leggere un autore dal suo romanzo più conosciuto, preferisco andarmi a cercare i titoli più nascosti , quelli che nessuno considera ma che in realtà magari, poi si rivelano dei capolavori.>>
Stavamo ancora parlando del libro?
<<Oh beh, ti assicuro che quello lo è davvero, è un crimine non farlo.>>
<<Se lo dici tu , lo leggerò.>> la frase migliore mai uscita dalla bocca di un ragazzo.
La cena continuò su questa via, lui che cercava di dirmi qualcosa e io imbarazzata , o forse perché non mi ero mai trovata in una situazione simile , che cambiavo discorso.
Comunque scoprimmo di avere molte altre cose in comune oltre ai libri della Christie.
Lui adora la musica anni 80 , proprio come me , e il suo gruppo preferito sono i Beatles , esattamente come me.
Abbiamo avuto solo qualche piccolo diverbio sugli Smiths e i Deftones, perché lui preferisce gli Smiths.
Finita la cena, Ben salutò il proprietario e ci avviamo fuori per una passeggiata.
<<Che ne dici se andiamo per il lungo mare? C'è una luna spettacolare sta sera.>> mi chiese lui e io ovviamente accettai.
Inizialmente ci fu uno strano silenzio tra noi mentre che camminavamo, l'unico rumore era quello delle onde.
<<Domanda >> dissi per rompere il silenzio
<<Spara>>
<<Se per tutta la vita ci dovesse essere solo una stagione, quale sceglieresti?>>
<<Primavera, dove tutto cambia. Tu?>>
<<Autunno, quando tutto cambia.>>
<<Mi stai imitando per caso?>>
<<No sono seria, amo l'autunno. È una specie di sensazione, al contrario della primavera, quella è una vera e propria esperienza.>>
<<Domanda>>
<<Vai>>
<<Il tuo più grande sogno lavorativo se i soldi non contassero, quale sarebbe?>>
<<Questa è facile, la libraria.>>
<<Perché?>>
<<Mi piace saper di poter custodire le storie, e tu?>>
Il resto della serata passò così, Ben mi dava un pezzo di lui , io a mia volta gli porgevo un altro piccolo pezzetto di me, e fu così che ci conoscemmo.
<<Oddio che ore si sono fatte?>> passeggiavano senza una meta da un bel po'.
<<È mezzanotte meno un quarto.>>
<<Wow, beh...io devo tornare a casa di Felicity.>>
<<A quest'ora da sola? Ti accompagno io, tanto dobbiamo andare nella stessa direzione, non ricordi? Io sono da Alex.>>
<<Ah già, in questo caso...>> ma in quel momento non vidi dove mettevo i piedi e caddi. Sapevo che questi maledetti trampoli mi avrebbero fatto cadere.
<< Mary!>> Ben mi prese in tempo per alleviare la caduta ma la mia caviglia era dolorante.
<< Stai bene? Ti fa male qualcosa?>> mi guardò con sguardo preoccupato. Mi accarezzò il viso. Una sentimento potente e dirompente mi attraversò in tutto il corpo. I nostri sguardi si allacciarono e lì capii. Ben mi piaceva davvero tanto.
<< Si mi fa male la caviglia. A parte questo credo che sia apposto>>
<< Andiamo al pronto soccorso. Voglio essere sicuro che tu stia davvero bene>> stava per prendermi in braccio ma lo bloccai.
<< Ma no non c'è bisogno davvero sto bene>>
<< Ti prego. Fatti controllare. Non voglio che ti accada niente. E non mi perdonerei mai se avessi qualcosa di più grave e non ti avessi portato in ospedale anche contro il tuo consenso>>
Si mi piace un sacco....
<< Va bene>> gli feci un sorriso dolce che lui ricambiò e poi mi prese in braccio. Andammo verso la macchina e raggiungemmo l'ospedale più vicino.
                                                                                                          *
Alex mi portò in un ristorante di nome SeaSalt. Era un locale grande e luminoso. Pareti bianche e grandi vetrate vista mare. C'era anche lo spazio esterno.
Poi c'era un grande parquet. I tavoli avevano una tovaglia bianca e le sedie nere. Era davvero un bel posto.
<< Ti piace?>> Mi chiese.
<< Si, è davvero bello>>
C'è un po' di tensione. Credo si capisca che è la prima volta per entrambi.
Un cameriere ci venne incontro. Era alto, magro. Indossava un abito nero solito dei camerieri che io chiamo abito a pinguino. E poi aveva i capelli e i baffi neri. I lineamenti del viso erano duri e il naso era affilato<< buona sera signore, signorina. Prego seguitemi>>facendoci segno con il braccio. Il ristorante per fortuna non era molto affollato. Odio i posti affollati.
<< Grazie>> disse lui e lo seguimmo. Ci portò a un tavolo vicino alla vetrata vista su mare.
<< Tavolo per due. Tra qualche minuto porto i vostri menù>> e così se ne andò.
Alex mi spostò la sedia per farmi accomodare da perfetto gentiluomo e poi si sedette lui davanti a me.
<< Sembra solo a me o il cameriere ha una certa fretta>> disse lui ridendo.
<< Si in effetti>> e risi a mia volta.
Poi tornò il cameriere con i menù. Guardammo il menù e scegliemmo.
Io presi un carpaccio di manzo con contorno pomodori e lattuga.
Lui invece prese un petto di pollo con contorno una salsa alle noci.
<< Sei bellissima stasera>> sentii uscire dalla sua bocca. Alzai lo sguardo e aveva le mani incrociate e i gomiti appoggiati al tavolo. Aveva quello sguardo che penetrava dentro. Dritto dentro l'anima. Se non fossi stava seduta sarei sicuramente caduta.
<< Anche tu non sei niente male. Jane ha fatto un ottimo lavoro>>
<< Si ha aiutato anche Ben>>
<< Si c'è la detto. Spero che a quei due vada bene>>
<< Si, lo dovevi vedere a casa. L'ansia in persona>> sorrise e io feci lo stesso.
In quel momento arrivarono le nostre portate e iniziamo a mangiare.

La leggenda della farfalla biancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora